Ragazzo ucciso nel palazzo occupato Il killer è lo stesso della trans dell’Eur Uccide con una coltellata al cuore

Polizia scientifica in azione all’Eur per il delitto della trans (foto Proto) Polizia scientifica in azione all’Eur per il delitto della trans (foto Proto)

Giovedì notte ha ucciso la trans romena Laurentiu Ursaru nel parco delle Tre Fontane, all’Eur. E ventiquattr’ore più tardi ha assassinato anche un giovane marocchino che dormiva in un palazzo occupato a Ponte Mammolo. Una scia di sangue che sabato sera, dopo una frenetica giornata di indagini, ha portato gli investigatori della Squadra mobile a fermare un ventenne romano, evaso dagli arresti domiciliari dopo aver strappato il braccialetto elettronico che serviva per controllarne la permanenza a casa. Sarebbe lui, per ora arrestato solo per essersi allontanato dal domicilio coatto, il responsabile dei due omicidi che hanno sconvolto la Capitale. L’ultimo all’alba di sabato nell’ex stabilimento dove si produceva la penicillina in via Padre Lino da Parma, sulla via Tiburtina.

A dare l’allarme alle 6.30 un altro nordafricano che dormiva con la vittima nell’edificio abbandonato, sgomberato dalla Municipale nel maggio scorso ma poi rioccupato da immigrati di varie nazionalità. Il ragazzo ferito al petto è stato visto barcollare in cortile e accasciarsi a terra. È morto al pronto soccorso del «Sandro Pertini». Inizialmente si era pensato a una lite fra occupanti per questioni di posto letto o di droga, ma con il passare delle ore sono emersi i collegamenti con l’omicidio della trans in via delle Tre Fontane. E sono state trovate analogie fra le ferite al torace inferte probabilmente con la stessa arma. Altri accertamenti hanno portato all’individuazione del sospettato, che è stato interrogato per ore in Questura. Il movente dei due omicidi non è ancora chiaro. Non si esclude che il ventenne possa aver agito accecato dalla gelosia per la trans, sullo sfondo di una vicenda nella quale alcol e droga potrebbero aver avuto il loro peso.

Due omicidi in 24 ore, ai quali si deve però aggiungere anche quello di un sessantenne calabrese, Aldo Micieli, deceduto nel primo pomeriggio di venerdì nel reparto di rianimazione del San Camillo, dove era stato trasferito dall’ospedale di Anzio. Dalla notte del 6 novembre scorso gli agenti del commissariato della cittadina costiera indagavano sul pestaggio subìto da Micieli e sabato hanno arrestato i due presunti responsabili. Si tratta di un marocchino di 32 anni, Ahmed Es-Sahhal, e di un serbo di 37, Senahid Sejdovic. Il primo perseguitava l’ex compagna che, secondo i riscontri investigativi, si confidava con la vittima che proprio per questo motivo sarebbe stata punita in maniera esemplare e poi abbandonata in fin di vita su una panchina a Tor San Lorenzo. I due, con gli abiti insanguinati, sarebbero stati visti addirittura in un bar vicino all’ospedale di Anzio a bere birra. Forse volevano accertarsi delle condizioni di Micieli, dopo aver anche messo al corrente l’ex del marocchino di quello che avevano appena fatto.

CORRIERE.IT

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