Tari, governo pronto a pagare i rimborsi della tassa gonfiata

«I rimborsi sono sicuri nei Comuni che hanno sbagliato». Il governo, per bocca del viceministro dell’Economia, Pier Paolo Baretta (secondo quanto riferito dal Tg3), è pronto a chiudere quanto prima il pasticcio-Tari per evitare ulteriori ripercussioni negative su una campagna elettorale che per l’attuale maggioranza – e soprattutto per il Pd – si preannuncia tutta in salita.

La «buccia di banana», infatti, è stata lanciata dal M5S con un’interrogazione parlamentare.

«I moduli sono stati già predisposti ma serve ancora una settimana per avere il quadro completo dei Comuni interessati», ha evidenziato Baretta riferendosi alle istanze di rimborso del tributo che sono generalmente disponibili presso ogni amministrazione locale per recuperare le somme versate in eccesso. La sollecitudine dell’esecutivo, tuttavia, non cancella i dubbi e i timori generati da quanto accaduto. Anzi, tanta premura rafforza il sospetto che qualche sindaco troppo zelante abbia voluto rimpinguare le proprie casse comunali senza ricorrere alle solite multe a tappeto. «Tendo ad escludere il dolo in questa vicenda, parliamo di amministrazione pubblica», ha sottolineato il viceministro in un’intervista al Corriere ricordando come «la Tari sia una norma recente, ha sostituito la Tares che era un po’ diversa, è possibile che in questi passaggi e cambi qualche errore sia stato fatto».

I contribuenti «prima dovranno verificare se e quanto hanno pagato in eccesso», mentre «i Comuni dovranno controllare se è stato corretto quanto chiesto in questi anni e informare i cittadini». Come rimarcato ieri dal Giornale si potrebbero materializzare molti casi nei quali l’entità del rimborso si attesti attorno ai 300 euro.

Insomma, secondo il numero due di Padoan, si tratterebbe di una semplice quanto inspiegabile sequela di errori umani. In ogni caso, Pier Paolo Baretta ha ribadito che il Tesoro effettuerà verifiche perché «al momento la cosa più importante è la ridefinizione del quadro di riferimento, cioè lo schema di diritto entro il quale cittadini e Comuni devono muoversi».

«La Tari gonfiata va immediatamente restituita dai Comuni colpevoli, senza che il contribuente sia costretto a procedere a complicatissimi calcoli per accertare se è incappato o meno nell’errore», ha immediatamente protestato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. «Come già promesso da alcuni sindaci, devono essere i Comuni stessi, con un provvedimento di autotutela, a rifare i calcoli e a restituire spontaneamente ed automaticamente i soldi indebitamente percepiti, senza che il cittadino sia costretto a presentare domanda di rimborso o, peggio ancora, a ricorrere in Commissione tributaria», ha aggiunto. Il governo, però, sembra orientato ad agire in modo differente. Ecco perché il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha chiesto «agli 8mila Comuni italiani di pubblicare entro domani sui propri siti Internet le modalità di calcolo della tassa rifiuti applicate sul propri territorio». In questo modo sarebbe possibile «consentire agli utenti di ottenere rimborsi per le maggiori somme pagate».

IL GIORNALE

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