Prodi incoraggia Fassino: “Ti darò una mano a unire senza scendere in campo”

 GOFFREDO DE MARCHIS

Prodi c’è. «Con un profilo riservato, non con posizioni pubbliche», ha spiegato a Piero Fassino nel colloquio di ieri a Bologna. Significa che non sposa la causa del Partito democratico, che si spenderà secondo le sue forme. Ma proverà a costruire, per la sua parte, la coalizione di centrosinistra competitiva che unisca Pd, Mdp e altri alleati. Come? «Con la moral suasion», dice Arturo Parisi, il suo confidente principale. Ovvero, parlerà con tutti, affiancando il “mediatore” del Partito democratico, lì dove lui non può arrivare e lì dove Fassino ha bisogno di fare l’ultimo centimetro per strappare un accordo. Per l’ex segretario dei Ds è già un grande passo avanti, considerando il punto di partenza.

Il colloquio dunque è andato «molto bene» oltre i comunicati ufficiali. Non significa affatto che il Professore abbia piantato la sua tenda di nuovo nel campo del Pd. Rimane in una posizione neutrale che forse è più utile. Riconosce il ruolo e la funzione di Fassino, «il più autonomo dei renziani», spiegano i collaboratori di Prodi. Il Professore «incoraggia». Che è già molto rispetto alle prese di posizione di questa estate o all’allarme lanciato pochi giorni fa. A modo suo è di nuovo dentro la partita. «Lascio a lui decidere come giocarla», precisa, diplomaticamente, Fassino. I due hanno anche scherzato sull’effettivo potere di convincimento. «Io più che un padre nobile sono un nonno nobile. Magari ci pensano due volte prima di dirmi di no», ha detto il Professore.

Con le ferite degli ultimi sei mesi, con la consapevolezza che il tempo purtroppo non ha aiutato, Prodi si ri sintonizza sulla vecchia definizione che aveva dato di se stesso: «Io posso essere la colla, il Vinavil del centrosinistra». Ma le scottature rimangono, dunque eserciterà il suo “lavoro” da una posizione più defilata.

Ora il Pd ha un mediatore incaricato, il Professore può fare da “facilitatore” in un raggio di azione che va dai partiti in campo attualmente a mondi fuori dalla politica. A cominciare da quello cattolico. Oggi sarà l’ospite d’onore a un convegno sulle migrazioni organizzato da Andrea Orlando con monsignor Galantino e il vescovo di Bologna Matteo Zuppi. Prodi può dialogare con Giuliano Pisapia e non sarebbe certo una novità. Con l’ex sindaco di Milano il rapporto è ottimo, la fiducia reciproca immutata. Pisapia è anche un interlocutore molto cercato dal Pd di Matteo Renzi. La sua posizione non ancora definita alimenta le speranza di Largo del Nazareno di convincerlo a un sicuro “sì” in tempi brevi e con tutto il carico dell’esperienza di Campo progressista. Oggi Fassino vedrà Pisapia e dopo l’incontro con Prodi è il mini vertice più importante del mandato appena ricevuto dalla direzione dem. Se dovesse andare male la chiusura del cerchio con gli scissionisti l’obiettivo è un’alleanza a sinistra con Pisapia e la struttura costruita in questi mesi.

Un altro passaggio di questo avvicinamento potrebbe essere l’appuntamento di domenica a Bologna organizzato da Giulio Santagata, ex ministro del governo Prodi e suo amico, al quale interverrò anche l’ex sindaco di Milano. Santagata e Pisapia sono convinti, con tutte le cautele del caso, che un centrosinistra nuovo non possa prescindere dal Pd.

Il punto rimane il rapporto con Mdp. Ovvero con Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Roberto Speranza. Prodi può dare un mano anche su questo versante? Può. C’è l’antica amicizia con Bersani, c’è la sintonia di vecchia data e la collaborazione con Vasco Errani, l’ex governatore dell’Emilia Romagna che è uno dei tessitori di Mdp. Naturalmente, il compito maggiore spetta a Fassino. Il mediatore vorrebbe incontrare i dirigenti di Articolo 1 a breve. Anche prima della loro assemblea allargata del 2 dicembre. «Si può fare prima e dopo, perché no». Ma l’impresa gli impone rispetto dei tempi di tutti. Soprattutto la più delicata. In un’ottica di tattica negoziale, Fassino aspetta che le carte siano scoperte. Che la polemica lasci spazio al confronto. Si parte da posizioni lontanissime. «Aperture vere non ne ho viste», ammette Fassino. Ma subito aggiunge: «Per adesso».

REP.IT

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