Ore 7, inizia lo sgombero dell’ex Moi di via Giordano Bruno

federico genta
torino

È l’alba di lunedì 20 novembre quando le prime ambulanze arrivano in via Giordano Bruno. Le auto della Digos controllano le strade del quartiere Lingotto. Pochi minuti dopo le 7 di oggi, inizia una delle fasi più delicate del progetto di ricollocazione dei profughi che vivono nelle ex palazzine olimpiche del Moi. Si parte dal seminterrato. Da quel labirinto di alloggi di fortuna e ammassi di rottami di ogni genere che hanno occupato ogni centimetro dei garage sotterranei che corrono sotto tutti i palazzi un tempo destinati agli atleti dei giochi invernali.

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Dopo l’incendio che un mese fa aveva bruciato parte del primo piano della palazzina color arancio, si stima che siano almeno una sessantina i nordafricani che dormono negli scantinati. Ma le cantine rappresentano anche il principale luogo di lavoro per chi, anche durante il giorno, non si allontana mai dal complesso. Attività pericolose, visto che qui l’impianto antincendio è fuori uso da tempo, e si lavora con bombole del gas e impianti elettrici di fortuna.

 

 

Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco e il presidente di Circoscrizione Davide Ricca. Le persone che saranno allontanate dalle cantine verranno alloggiati negli spazi messi a disposizione dalla Curia torinese.

 

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Alle 8, la protezione civile è pronta a scendere nel seminterrato con dei potenti fari, per illuminare gli spazi che devono essere totalmente sgomberati. Sarà un’operazione lunga, dopodiché le cantine saranno chiuse per evitare nuove occupazioni.

 

Poco prima delle 10, arrivano le prime porte di ferro per chiudere tutti gli ingressi alla pancia sotterranea del Moi. Intanto, decine di profughi sono già stati schedati e accompagnati sugli autobus parcheggiati in fila alle spalle del complesso, su via Zino Zini. A tutti la protezione civile offre brioche e un bicchiere di tè caldo. Durante questo sgombero che mantiene i toni di un grande, lento trasloco, il clima resta sereno, guardato a vista, con discrezione, da poliziotti, vigili e carabinieri in borghese.
LA STAMPA
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