Operazione contro clan Lo Russo: colpo al traffico di droga a nord di Napoli
di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
L’organigramma delle piazze di spaccio, con i rispettivi ‘capi’, cassieri e vedette. I fronti del riciclaggio. La suddivisione dei traffici – droga su tutti – comune per comune, o quartiere per quartiere. L’elenco delle armi e delle munizioni. C’è il racconto della più recente vita criminale del clan Lo Russo nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita all’alba da carabinieri e polizia. E in cui sono finiti i racconti dell’ultimo e più “mondano” pentito dei narcos napoletani: Antonio Lo Russo, rampollo del papà boss Salvatore , il “ragazzo” che amava la Costa Azzurra e le belle donne, il camorrista che giocava a PlayStation con il campione del Napoli, Lavezzi.
Finiscono in carcere – tra arresti e notifiche in cella – trafficanti e spacciatori dell’area a nord di Napoli: sono tutti ‘assoldatì a quel cartello di camorra che da decenni controlla il territorio, incassa milioni, investe in vari settori il fiume di denaro della droga. Sono 43, in tutto, i provvedimemti emessi dal Gip di Napoli a carico dei soggetti ritenuti responsabili – a vario titolo -di associazione di tipo mafioso, traffico di droga, armi da guerra e altri reati aggravati dall’art. 7 (che punisce il vantaggio dato ai clan).
L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Ad aprire l’ultimo inquietante spaccato sono state le dichiarazioni di Antonio Lo Russo, il cui pentimento si è unito a quello degli zii Mario e Carlo. “Inguaiato” dalle accuse dei parenti, pressato dalle condizioni del carcere duro, al giovane ex viveur della camorra non è toccato che seguire le loro orme: passare dalla parte della collaborazione.
Identificati gli spacciatori al dettaglio di cocaina, eroina, marijuana e hashish nei quartieri di Miano, Piscinola, Marianella e Chiaiano. Sequestrato l’arsenale del clan: un mitragliatore kalashnikov, 5 fucili e 6 pistole, 3 giubbotti antiproiettile e centinaia di munizioni.
REP.IT