Veneto banca, la lista dei cento debitori che hanno svuotato le casse portando al crac

Ci sono i proprietari degli hotel di lusso e quelli delle catene di abbigliamento, gli imprenditori alimentari e quelli sportivi, gli industriali tessili e immobiliari: tutti nella lista dei top 100 debitori di Veneto Banca. Sono i titolari delle aziende che tra il 2012 e il 2017 hanno svuotato le casse dell’istituto di credito grazie alla compiacenza degli amministratori che hanno concesso prestiti e finanziamenti senza le necessarie garanzie. E così ammonta a 8 miliardi e 450 milioni di euro il “buco” nelle casse con 4 miliardi e 235 milioni dovuti alle “sofferenze” e oltre 4 miliardi dovuti alle “inadempienze”.

Un fiume di denaro che ha portato al crac della banca e alla richiesta di rinvio a giudizio dell’amministratore delegato Vincenzo Consoli, dell’ex presidente Flavio Trinca e altri nove manager. L’elenco acquisito dalla Commissione parlamentare dimostra quanto estesa fosse la “rete” di clienti che hanno potuto godere di trattamenti particolari senza fornire alcuna vera “copertura”. Gli alberghi e il tessile In cima all’elenco c’è il Gruppo Statuto, che è stato proprietario di alberghi come il Four Seasons e il Mandarin di Milano oppure il Danieli di Venezia, e che nel dicembre 2016 ha ottenuto oltre 77 milioni di euro. E poi la catena Boscolo con più di 22 milioni di euro concessi nel dicembre 2016. E la Maritalia con i suoi resort e i 14 milioni ottenuti nel novembre di due anni fa.

Tra i “clienti” il Gruppo Bialetti che due anni fa ha ottenuto oltre 13 milioni e mezzo. Finanziamenti da record per le aziende del Gruppo Ferrarini che ha interessi in numerosi settori, ma certamente è conosciuto per i prodotti alimentari. Sono cinque le pratiche relative alla holding comprese nella lista: nel dicembre 2015 arrivano i primi 15 milioni di euro alla Immobiliare Vendina; un anno dopo altre due erogazioni con 16 milioni e mezzo di euro alla Agricola Elle e 18 milioni e mezzo alla Agri Food; nel dicembre 2016 poco meno di 12 milioni alla Vismara spa; l’ultima elargizione nel maggio scorso con poco meno di 18 milioni alla Ferrarini spa.

La società Lotto Sport Italia, specializzata nell’abbigliamento sportivo, ha potuto contare su 14 milioni e mezzo di euro nel dicembre 2013, ben più elevata è la cifra che il Gruppo Bettega, che fa capo al campione Roberto, ha incassato nel dicembre 2016: 17 milioni e 800 mila euro. Due volte il Gruppo Stefanel ha potuto accedere ai finanziamenti: nel dicembre 2013 quando ha ottenuto 11 milioni e 230 mila euro e due anni dopo quando la cifra è stata addirittura più alta, arrivando a 16 milioni e 300 mila euro. Nell’elenco dei beneficiari figura poi Terra Gallurese, società che fa capo ad Alfonso Dolce, fratello dello stilista Domenico Dolce.

I vertici di Veneto Banca hanno accontentato le richieste della famiglia Matarrese e quelle dei Degennaro. Ma ciò che maggiormente desta sospetto sono quei finanziamenti che appaiono come una partita di giro. È il caso dei 36 milioni e 700 mila euro concessi al Fondo Litheia, controllato dalla stessa banca. Ma anche dei quasi 40 milioni di euro elargiti a Pietro D’Aguì, nel novembre del 2015: l’ex manager di Banca Intermobiliare è imputato per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza con i vertici dell’istituto di credito e negli ultimi tre mesi ha presentato due esposti contro Bankitalia alla Procura di Roma. Lo stesso Consoli — che ha già fornito alcune spiegazioni ritenute non credibili — dovrà chiarire ai giudici perché decise di finanziarlo.

CORRIERE.IT

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