Bonus bebè rispunta in Manovra
Roma, 24 novembre 2017 – Bonus bebè ripristinato e pacchetto pensioni presentato con esclusione di circa 14.600 lavoratori (delle ormai note 15 categorie di lavori gravosi) dall’aumento dell’età pensionabile dal 2019 e scatto soft (al massimo di due-tre mesi) dal 2021 sui futuri adeguamenti alla speranza di vita. Sono queste, insieme con la previsione di un gettito a regime di un miliardo di euro per la web tax, le principali novità emerse ieri nell’esame parlamentare della legge di Bilancio al Senato. Mentre, per l’estensione dell’Ape social e la sua proroga al 2019, bisognerà attendere il passaggio del provvedimento alla Camera.
Tutto questo accade nel giorno in cui il ministro Marianna Madia firma la circolare attuativa per la stabilizzazione di circa 50mila precari storici delle pubbliche amministrazioni: e così, dal prossimo primo gennaio e fino al 2020, chi ha lavorato tre anni degli ultimi otto in un ospedale, un Comune, un ente di ricerca o in un’altra delle amministrazioni individuate, avendo superato un concorso con idoneità, sarà assunto in via definitiva, con una riserva del 50 per cento sui futuri bandi per tutti gli altri lavoratori a termine.
Ma torniamo alla manovra. Gli emendamenti del governo confermano il pacchetto pensioni (da 300 milioni di euro a regime) concordato con Cisl e Uil e bocciato dalla Cgil: via libera, dunque, alla esenzione del meccanismo che lega i requisiti previdenziali all’aspettativa di vita per i lavoratori (14.600 secondo la relazione tecnica) delle categorie di attività gravose (le 11 già previste dall’Ape social e le quattro in più definite nel corso del confronto, braccianti, pescatori, operai siderurgici e lavoratori marittimi). E semaforo verde anche: alla commissione per verificare ulteriori deroghe, all’equiparazione fiscale pubblico-privato per la previdenza complementare (con la reintroduzione del silenzio-assenso per l’adesione dal 2019), alla previsione di uno scatto più leggero dal 2021 negli adeguamenti automatici alla speranza di vita. Nello specifico, per il calcolo dello scatto di tutti i lavoratori si guarderà alla media del biennio di riferimento rispetto a quella del biennio precedente. Ma per il 2021, primo anno di attuazione delle novità, è già prevista una deroga tecnica, con il confronto tra il biennio 2017-2018 con il solo 2016 che avrà come effetto meccanico quello di raffreddare ulteriormente il risultato finale. Fuori rimane l’Ape social estesa e prorogata, ma solo perché il governo punta a verificare i risparmi ottenuti quest’anno e a presentare le conseguenti norme alla Camera.
Quanto alle novità extra-previdenza della manovra, da segnalare numerose «aggiunte» nelle proposte del governo: dagli Lsu di Palermo a Pompei, dall’asta 5G alle scuole, dalle radio digitali alla Naspi. Ma, restando al capitolo welfare, va sottolineato il rifinanziamento per i prossimi tre anni del bonus bebè, condizione posta da Ap come essenziale per il voto favorevole all’intera legge di Bilancio. Maggioranza e governo stanno ancora lavorando, invece, alla soglia per i figli a carico, altra misura pro-famiglia che Ap e il Pd puntano a portare a casa, e alla sanità. La riduzione del super ticket resta tuttora in ballo, così come il finanziamento ad hoc dei farmaci oncologici e l’intervento sulle liste d’attesa. Parte delle coperture potrebbe arrivare dalla nuova web tax che, secondo i calcoli, potrebbe generare un gettito di 100-200 milioni nei primi anni e di un miliardo a regime.
QN.NET