Berlusconi: «Il leader del centrodestra? Potrebbe essere il generale Gallitelli»

L’investitura questa volta c’è. Dal salotto tv di Fabio Fazio Silvio Berlusconi indica il nome del possibile premier: «Il generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli è una persona molto capace, estraneo alla politica, con cui non sono ancora entrato in argomento, ma che potrebbe far bene». Il nome dell’ex comandante dell’Arma non è in realtà un inedito assoluto dalle parti del centrodestra: qualche settimana fa Gallitelli veniva indicato come possibile candidato alla presidenza della Regione Lazio, scenario poi smentito dallo stesso generale che aveva spiegato di non essere disponibile e di non essere oltretutto mai stato contattato da Forza Italia.

E Antonio Tajani? «No, lui sta facendo benissimo al Parlamento europeo», taglia corto il Cavaliere. In attesa della sentenza di Strasburgo, Silvio Berlusconi non sembra però così intenzionato ad abdicare. «L’altro giorno ero a mangiare in un ristorante su una terrazza sopra il Duomo e sono venute a salutarmi persino le suore che stavano al piano di sotto», racconta all’ora di pranzo chiudendo la tre giorni milanese «Idee Italia- la voce del Paese», organizzata da Mariastella Gelmini e Paolo Romani. Intervistato dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti, detta lo schema di massima del prossimo Consiglio dei ministri: «Se vinceremo, il governo avrà 20 ministri, 12 che vengono dalla società civile e solo 8 dalla politica: tre di Forza Italia, tre della Lega e due di Fratelli d’Italia, anche se dovremo fare spazio alla quarta componente del centrodestra». Per gli alleati solo ramoscelli d’ulivo: «Dal notaio si portano le persone di cui non si ha fiducia. Noi non siamo concorrenti, siamo alleati». Con la Lega quindi nessun problema, anche se Berlusconi a Salvini sembra raccomandare soprattutto la rielezione del suo vecchio amico Umberto Bossi. «Non penso che il Carroccio possa fare a meno di candidarlo, nel caso lo accoglierei a braccia aperte».

Un pensiero affettuoso anche per un altro antico sodale: Marcello Dell’Utri, semplicemente «un prigioniero politico». Il leader di Forza Italia concentra invece gli attacchi contro i Cinque Stelle e il loro «frontman» Luigi Di Maio: «Ha un faccino pulito, è una bella “meteorina”, ma ha fatto solo un mestiere: lo steward al San Paolo per vedersi gratis le partite del Napoli». La sinistra è invece un pensiero quasi lontano. «Ormai parlano solo dei conflitti fra di loro. È tanto tempo che non li sento parlare di un programma positivo per il futuro. Con loro non ci sarà però alcuna alleanza».

 

Da segnalare solo un attacco a Romano Prodi sull’euro e un affondo (con gaffe) contro il governo sulla sconfitta su Ema. «Mancavano il premier, i ministri e il sindaco, per forza abbiamo perso». Ma quando Fazio gli appunta che nessun leader europeo era presente alla decisione, il Cavaliere ingrana la retromarcia: «Non c’erano leader ma solo viceministri? Me l’ho ha detto Tajani che c’erano. Evidentemente la signora Merkel girava nelle vicinanze». Da segnalare, sempre stando a sinistra, il «pensiero» per Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica, che aveva confessato di preferire l’antico avversario al nuovo Luigi Di Maio. «La vecchiaia rende più saggi. È stato colpito dalla follia lungimirante di Erasmo da Rotterdam». Il programma, infine. Tra le novità, l’abolizione del bollo auto e le agevolazioni in favore dei proprietari di animali domestici: «Un veterinario gratuito ogni quindici giorni e via l’Iva dai cibi per cani».

L’investitura questa volta c’è. Dal salotto tv di Fabio Fazio Silvio Berlusconi indica il nome del possibile premier: «Il generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli è una persona molto capace, estraneo alla politica, con cui non sono ancora entrato in argomento, ma che potrebbe far bene». Il nome dell’ex comandante dell’Arma non è in realtà un inedito assoluto dalle parti del centrodestra: qualche settimana fa Gallitelli veniva indicato come possibile candidato alla presidenza della Regione Lazio, scenario poi smentito dallo stesso generale che aveva spiegato di non essere disponibile e di non essere oltretutto mai stato contattato da Forza Italia.

E Antonio Tajani? «No, lui sta facendo benissimo al Parlamento europeo», taglia corto il Cavaliere. In attesa della sentenza di Strasburgo, Silvio Berlusconi non sembra però così intenzionato ad abdicare. «L’altro giorno ero a mangiare in un ristorante su una terrazza sopra il Duomo e sono venute a salutarmi persino le suore che stavano al piano di sotto», racconta all’ora di pranzo chiudendo la tre giorni milanese «Idee Italia- la voce del Paese», organizzata da Mariastella Gelmini e Paolo Romani. Intervistato dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti, detta lo schema di massima del prossimo Consiglio dei ministri: «Se vinceremo, il governo avrà 20 ministri, 12 che vengono dalla società civile e solo 8 dalla politica: tre di Forza Italia, tre della Lega e due di Fratelli d’Italia, anche se dovremo fare spazio alla quarta componente del centrodestra». Per gli alleati solo ramoscelli d’ulivo: «Dal notaio si portano le persone di cui non si ha fiducia. Noi non siamo concorrenti, siamo alleati». Con la Lega quindi nessun problema, anche se Berlusconi a Salvini sembra raccomandare soprattutto la rielezione del suo vecchio amico Umberto Bossi. «Non penso che il Carroccio possa fare a meno di candidarlo, nel caso lo accoglierei a braccia aperte».

Un pensiero affettuoso anche per un altro antico sodale: Marcello Dell’Utri, semplicemente «un prigioniero politico». Il leader di Forza Italia concentra invece gli attacchi contro i Cinque Stelle e il loro «frontman» Luigi Di Maio: «Ha un faccino pulito, è una bella “meteorina”, ma ha fatto solo un mestiere: lo steward al San Paolo per vedersi gratis le partite del Napoli». La sinistra è invece un pensiero quasi lontano. «Ormai parlano solo dei conflitti fra di loro. È tanto tempo che non li sento parlare di un programma positivo per il futuro. Con loro non ci sarà però alcuna alleanza».

Da segnalare solo un attacco a Romano Prodi sull’euro e un affondo (con gaffe) contro il governo sulla sconfitta su Ema. «Mancavano il premier, i ministri e il sindaco, per forza abbiamo perso». Ma quando Fazio gli appunta che nessun leader europeo era presente alla decisione, il Cavaliere ingrana la retromarcia: «Non c’erano leader ma solo viceministri? Me l’ho ha detto Tajani che c’erano. Evidentemente la signora Merkel girava nelle vicinanze». Da segnalare, sempre stando a sinistra, il «pensiero» per Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica, che aveva confessato di preferire l’antico avversario al nuovo Luigi Di Maio. «La vecchiaia rende più saggi. È stato colpito dalla follia lungimirante di Erasmo da Rotterdam». Il programma, infine. Tra le novità, l’abolizione del bollo auto e le agevolazioni in favore dei proprietari di animali domestici: «Un veterinario gratuito ogni quindici giorni e via l’Iva dai cibi per cani».

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