Europa in rosso, a Piazza Affari scattano i realizzi su Mediaset

–di e

Borse europee in rosso nella prima seduta della settimana (qui l’andamento degli indici), mentre nel corso del week end in Germania sembrano tornate a salire le quotazioni di una nuova grande coalizione per risolvere la crisi politica tedesca: la possibile svolta a Berlino sostiene ancora l’allungo dell’euro in area 1,1950 dollari. Intanto a Wall Street si apre piatta una settimana chiave per il destino della riforma fiscale dell’amministrazione Trump sottoposta al voto del Senato Usa mentre domani si apriranno le audizioni al Senato per la conferma di Jerome Powell come prossimo presidente della Federal Reserve.

A Piazza Affari occhi puntati su Fiat Chrysler Automobiles dopo che Il Sole 24 Ore nel week end ha anticipato i dettagli dello spin off della componentistica, che il mercato attende per il primo semestre del 2018.

Deboli Ferrari, Stmicroelectronics e Buzzi Unicem. Titoli bancari altalenanti come l’indice FTSE MIB. I realizzi colpiscono Mediaset dopo la recente corsa e mentre si raffredda la speculazione un possibile accordo in arrivo con i francesi di Vivendi. Nel resto del listino scatto di Giglio Group con l’avvio di iBox Marketplace, la piattaforma mondiale multi brand per l’e-commerce.

Fca sull’ottovolante per ipotesi spin off e rischio multa in Francia

Per quanto riguarda Fca,il titolo è scattato in avvio in seguito alle nuove indiscrezioni, riportate sabato dal Sole 24 Ore, sullo spin off della componentistica. Il progetto, già confermato dallo stesso a.d. Sergio Marchionne, dovrebbe vedere la luce nel primo semestre del 2018. Secondo quanto riportato dal Sole, Fca non ha ancora deciso se l’operazione riguarderà solamente Magneti Marelli o anche Comau, mentre l’esito dovrebbe essere il collocamento in Borsa del 50% della nuova entità, mentre il restante 50% sarebbe redistribuito direttamente agli azionisti del Lingotto. Il quotidiano parla di una valutazione compresa tra i 4 e i 6 miliardi, che contribuirebbe all’azzeramento del debito Fca alla fine del 2018. «Tornare a parlare del deal alimenta l’appeal speculativo, ma a livello quantitativo avrebbe effetto solamente in caso di valutazioni intorno all’estremo superiore del range ipotizzato», commentano gli analisti di Equita, che notano inoltre che se l’operazione prenderà corpo come ipotizzato dal Sole, Exor «riceverebbe circa il 14,6% della nuova entità (pari al 3-5% del Nav)» e che quindi «anche ipotizzando il voto doppio per gli azionisti di lungo termine la nuova entità sarebbe scalabile».

Le quotazioni hanno poi tuttavia subito una brusca frenata in scia al rischio «dieselgate» in Francia. Secondo le indicazioni riportate da Le Monde, che cita il procedimento d’infrazione aperto dalla Direzione generale della concorrenza, consumo e repressione delle frodi (Dgccrf) trasmesso nel marzo scorso all’autorità giudiziaria, Fca rischia una sanzione da 9,62 miliardi e quindi superiore anche ai 5 miliardi che potrebbero essere comminati al gruppo francese Psa (Peugeot e Citroen). «La cifra figura nero su bianco sul verbale d’infrazione che sintetizza i fatti contestati a Fca», scrive Le Monde. Da parte sua, Fca France sottolinea che «Fca non è stata accusata di alcun reato in questa vicenda» e ribadisce che «sebbene non informata dei fatti riportati, sta collaborando con l’autorità giudiziaria francese». Fca France è convinta che «le accuse riportate dalla stampa siano prive di fondamento e deplora il fatto che informazioni relative alle indagini siano rese di dominio pubblico ancor prima che Fca abbia avuto l’opportunità di accedere ai documenti». Fca quindi «si riserva tutte le azioni appropriate per proteggere i propri diritti nel caso» e si dice fiduciosa «che la questione sarà chiarita a tempo debito».

Vendite su Mediaset, si raffredda speculazione su Vivendi
Realizzi su Mediaset a Piazza Affari: sono passati di mano 2,2 milioni di pezzi a fronte dei 5,8 milioni di media in un’intera seduta dell’ultimo mese. Gli investitori hanno deciso di passare alla prese di beneficio dopo che venerdì le azioni avevano guadagnato oltre il 4% sulla scia sia dell’attesa per un accordo commerciale sui contenuti televisivi con la joint venture Tim-Canal Plus sia grazie alle nuove voci di pace in arrivo con i francesi di Vivendi. E proprio il raffreddarsi della speculazione su questo secondo punto avrebbe dato il via alle vendite in Borsa, visto che proprio venerdì lo stesso cfo di Mediaset Marco Giordani ha lasciando intendere che un accordo con Vivendi non appare ancora imminente. Le parole di Giordani, che ha ammesso che il cda di Mediaset non ha ancora ricevuto alcuna proposta dai francesi «sembrano ancora una volta raffreddare le indiscrezioni su un imminente accordo con Vivendi», confermano gli analisti di una Sim milanese. Il titolo Mediaset, del resto, dallo scorso 10 novembre aveva guadagnato il 12,5%, performance che lascia ora spazio ai realizzi.

A Zurigo Julius Baer a picco dopo l’addio dell’a.d. Collardi

Nel resto del listino milanese si mettono in evidenza Alfio Bardolla, Carraro e Il Sole 24 Ore, quest’ultima dopo la chiusura dell’aumento di capitale. Deboli invece Visibilia Editore, Wm Capitale Mittel. In Europa, Julius Baer perde oltre il 5% a Zurigo dopo l’addio dell’a.d. Boris Collardi, che passa a Pictet Group. Bernhard Hodler, attuale responsabile della gestione rischi, prende quindi la guida dell’istituto con effetto immediato. A Francoforte salgono Fresenius e Lufthansa, mentre perdono terreno Infineon e Deutsche Bank. A Londra, infine, si mettono in evidenza Easyjet e GlaxoSmithKline , giù Provident.

Vola Time a Wall Street: Meredith compra

A Wall Street viaggia a vele spiegate il titolo di
Time Inc, che si prepara a iniziare la prima seduta della
settimana in netto rialzo. A spingere le azioni è l’accordo raggiunto con la conglomerata dei media Meredith, che rileverà l’editore newyorkese che pubblica il magazine omonimo e altri periodici come Fortune, People e Sports Illustrated, per 2,8 miliardi, debito incluso. Come si legge in una nota, Meredith, che controlla Better Homes & Gardens e Allrecipes, pagherà 1,85 miliardi di dollari in contanti, ovvero 18,50 dollari per azione, cifra che supera del 46% il prezzo di chiusura del 15 novembre, prima che iniziassero a circolare indiscrezioni sull’accordo.

L’euro resta sopra 1,19 dollari, spread in calo

Sul mercato dei cambi, l’euro si conferma sopra la quota di 1,19 dollari che era tornato a superare venerdì e secondo alcuni osservatori potrebbe a breve avvicinare i massimi dell’anno (1,2092): la moneta unica vale 1,1928 dollari (1,1940 venerdì in chiusura) e 132,82 yen (133,16), mentre il rapporto dollaro/yen è a 111,35 (111,52). Sotto la parità il prezzo del petrolio, mentre gli operatori restano in attesa della riunione dell’Opec a Vienna in calendario giovedì: il future gennaio sul Wti cede lo 0,64% a 58,57 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent scivola dello 0,25% a 63,7 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread tra BTp e Bund è in calo. Il differenziale di rendimento tra il decennale italiano benchmark e il pari scadenza tedesco si attesta in apertura a 143 punti base rispetto ai 149 della chiusura di venerdì. Il rendimento dei decennali italiani si mostra in discesa all’1,79% dall’1,86% dell’ultima seduta.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.