Così Ghizzoni si sta preparando al fuoco di fila delle domande
Federico Ghizzoni ieri sera era ancora ufficialmente impegnato in «riunioni con clienti». Un modo per sottrarsi alle polemiche politiche nelle quali il 62enne banchiere piacentino si ritrova a distanza di sette mesi, per la richiesta che nel novembre 2014 l’allora ministro delle Riforme del governo Renzi, Maria Elena Boschi, gli avrebbe rivolto quando era amministratore delegato di Unicredit per cercare una soluzione per Banca Etruria, in situazione pre-comatosa a causa di 3 miliardi di crediti deteriorati (npl). Una soluzione che era l’acquisizione della popolare aretina di cui era vicepresidente il papà del ministro, Pier Luigi Boschi.
Il ruolo
Come già in quei giorni di maggio, quando l’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, rivelò nel suo libro Poteri forti (o quasi) la vicenda Boschi-Ghizzoni, il banchiere ieri si è negato a tutti. Lo aveva fatto allora, che era «semplicemente» l’ex ceo della banca più grande d’Italia. Lo fa a maggior ragione adesso, visto che è diventato presidente di Rothschild Italia ed è di conseguenza protetto dallo scudo opposto dalla banca d’affari. Anche se nuovamente, ieri sera, rifiutava commenti, Ghizzoni sa che, se verrà chiamato, dovrà presentarsi in commissione d’inchiesta sui crac bancari e sottoporsi alle domande dei parlamentari, dai Cinquestelle fino a Forza Italia, la Lega, i centristi, gli stessi movimenti a sinistra del Pd. Sapendo bene che ogni parola diventerà materia di campagna elettorale. E all’appuntamento si prepara da tempo.
L’interessamento
Confermerà Ghizzoni la richiesta di interessamento, che l’attuale sottosegretario Boschi continua a negare anche trascinando in tribunale (civile) de Bortoli per danni? La sua linea l’ha già espressa, proprio sul Corriere, a maggio: «È normale che i politici parlino con i banchieri e i banchieri con i politici, lo ha detto anche Maria Elena Boschi. Specialmente quando ci sono situazioni di crisi». Se non è una conferma, poco ci manca. Ma i parlamentari scaveranno a fondo.
L’indiscrezione
Ghizzoni dovrà tornare a quel 4 novembre 2014, quando il banchiere di Unicredit incontrò Boschi in occasione dei 15 anni della nascita del colosso bancario. Sarebbe stata quella l’occasione colta dal ministro per la sua richiesta. Ghizzoni poi potrebbe anche confermare o smentire l’indiscrezione di un successivo incontro, nel dicembre 2014, con l’allora presidente di Etruria, Lorenzo Rosi. Ma soprattutto dovrà precisare il lavoro di approfondimento che Unicredit portò avanti sull’Etruria. Il dossier finì all’area fusioni & acquisizioni guidata dalla top manager Marina Natale ma venne presto accantonato proprio per il forte peso degli npl. La stessa banca, a maggio, aveva precisato con un portavoce di «non avere subìto pressioni politiche per l’esame di dossier bancari compreso quello di Banca Etruria». Ghizzoni potrebbe anche sottolineare il ruolo delle banche maggiori nelle situazioni di crisi: «In quel periodo a Unicredit e Intesa Sanpaolo veniva chiesto da Bankitalia di guardare alle quattro banche in crisi», ha spiegato un banchiere coinvolto su quelle partite, «ma tutte vennero scartate per i troppi npl. Di sicuro Unicredit guardò sia a Banca Marche sia all’Etruria, quantomeno dopo il loro commissariamento».
CORRIERE.IT
This entry was posted on mercoledì, Dicembre 6th, 2017 at 09:19 and is filed under Politica. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.