La resa di Pisapia: «Col Pd è finita, non ci sono condizioni per l’unità»

Giuliano Pisapia annuncia la resa. «Ci abbiamo provato, ma non ci sono le condizioni per andare avanti sulla via dell’unità del centrosinistra – è stata l’amara conclusione dell’ex sindaco riunito a Roma con i suoi parlamentari – Adesso ognuno farà le sue scelte in ordine sparso». Qualcuno si lascerà attrarre dalle sirene di Renzi e altri, in particolare gli ex Sel, starebbero invece valutando di aderire a Liberi e uguali di Pietro Grasso. L’amarezza dentro Campo progressista è tanta. Pisapia non si candiderà (esattamente come nelle stesse ore ha annunciato di fare Angelino Alfano, ndr) ed è pronto a troncare la sua carriera politica.

Lo Ius soli

Il motivo del passo indietro è nella scelta di calendarizzare lo Ius soli al termine di tutti i lavori del Senato, fatto che ha reso «impossibile» il confronto con il Pd. «Ci abbiamo provato – spiega Pisapia – . Il nostro obiettivo, fin dalla nascita di Campo progressista, è sempre stato quello di costruire un grande e diverso centrosinistra per il futuro del Paese in grado di battere destre e populismi. Oggi dobbiamo prendere atto che non siamo riusciti».

L’appello dei Verdi e di Civati

L’ex sindaco di Milano ringrazia «tutte le donne e gli uomini che hanno creduto e si sono impegnati» nel progetto di Campo progressista e che ora – chiarisce – «si muoveranno secondo le proprie sensibilità». «Peccato, c’era uno spazio enorme – commenta deluso Bruno Tabacci sulla soglia dell’aula di Montecitorio – Adesso le politiche sono una partita a due tra centrodestra e M5S». Un appello affinché continui la sua «battaglia utile al Paese» arriva intanto a Pisapia dai Verdi: «Se in queste ore dovesse venire meno il suo apporto si indebolirebbe anche la stessa battaglia per l’approvazione dello Ius soli». Dello stesso tenore le parole di Pippo Civati, che invita il leader di Campo progressista a non lasciare.

CORRIERE.IT

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