Istat, nel terzo trimestre l’occupazione sale di 79mila unità
Al netto degli effetti stagionali gli occupati totali sono 23, 074 milioni, pari al 58,1% del totale della popolazione italiana (+0,2% anno su anno). Boom dei lavoratori a termine e 100mila «scoraggiati» in meno
Nel terzo trimestre 2017 il mercato del lavoro presenta «un quadro di crescita dell’occupazione, stabilità della disoccupazione e diminuzione dell’inattività». Lo afferma l’Istat nella rilevazione trimestrale sul mercato del lavoro italiano. «L’occupazione stimata dall’indagine sulle forze di lavoro, al netto degli effetti stagionali, è pari a 23,074 milioni di persone, in aumento di 79mila unità (+0,3%) rispetto al trimestre precedente», afferma l’Istat. «La dinamica tra il terzo trimestre del 2017 e lo stesso periodo dell’anno precedente porta a una crescita di 303mila occupati (+1,3%)», prosegue l’Istituto di statistica secondo cui il tasso di occupazione sale al 58,1% (+0,2 punti percentuali sul trimestre precedente).
I disoccupati si attestano a 2 milioni 909 mila, anche qui pressoché stabili sul trimestre precedente (+0,1%). Se si guarda al dato grezzo, non corretto per gli effetti di calendario, nel terzo trimestre il tasso di disoccupazione si ferma al 10,6%, con una riduzione su base annua delle persone in cerca di lavoro pari a 71 mila unità (-2,5%). Analizzando le diverse fasce d’età, si rilevano diminuzioni sia per i 15-24enni (tasso al 32,3%, -2,2 punti su base annua) che per i 25-34enni (al 15,9%, -1,3 punti).
I dipendenti a tempo determinato nel terzo trimestre sono aumentati al livello record di 2,784 milioni. Lo rileva l’Istat. Si tratta infatti dei massimi dall’inizio delle serie storiche del 1992. I lavoratori dipendenti a termine sono cresciuti del 3,9% rispetto al secondo trimestre, quando erano 2,679 milioni, e del 13,4% sul terzo quarto dello scorso anno, quando si erano attestati a 2,445 milioni.
Centomila «scoraggiati» in meno in un anno, vale a dire, secondo la terminologia dell’Istat, quelle persone classificate come «inattive», che vorrebbero lavorare ma non cercano un impiego perché ritengono di non riuscire a trovarlo. La riduzione ormai prosegue «ininterrotta da dieci trimestri» ma i ritmi si fanno sempre «più intensi», portando nel terzo trimestre il ribasso al 5,7% (-101 mila unità). Tuttavia il numero assoluto resta ancora elevato, pari a 1 milione 651 mila, soprattutto tra le donne: le «sfiduciate» sono oltre un milione.