Ecco i prestiti di Etruria a Boschi: fino a 9 milioni a società collegate

gianluca paolucci
 

Una serie di società riferibili a Pier Luigi Boschi ha ricevuto in totale affidamenti da Banca Etruria tra 9,1 milioni e 6,3 milioni nel periodo nel quale il padre del sottosegretario Maria Elena Boschi era consigliere della banca.

 Una informativa della Guardia di finanza che analizza le posizioni conclude però che le posizioni esaminate «non presentano profili di criticità». L’informativa, che utilizza anche le risultanze di un esame delle strutture interne della banca, analizza 43 posizioni in totale di società e persone fisiche. Di queste, 17 risultano «non censite» nei sistemi della banca mentre delle restanti 26 sono 13 quelle che hanno affidamenti in essere. Una di queste, la cooperativa Zootecnica del Pratomagno, è classificata in sofferenza dal 13 febbraio del 2015, subito dopo il commissariamento di Etruria da parte di Bankitalia.

La posizione era però classificata in bonis almeno fino al 31 dicembre 2014, poche settimane prima del commissariamento. In questa società, Boschi è diventato consigliere il 26 giugno del 2014 – poco dopo essere diventato vicepresidente della banca- mentre l’ultima pratica di affido, per un totale di 253 mila euro, è del 6 agosto dello stesso anno. La pratica è però stata gestita dal responsabile territoriale del credito mentre un affido precedente, nel 2012, era passato dal cda. L’apertura della pratica di affidamento è del 2010. Al 31 dicembre 2015, annota la Gdf, la società non è più censita tra le sofferenze ma non chiarisce quando e perché esce.

 

Tra le altre posizioni anomale c’è la Immobilare Casabianca, dove Boschi è azionista (con il 16,67%) e consigliere. La posizione è classificata come «past due» (crediti scaduti o sconfinati da più di 90 giorni, la categoria meno grave dei crediti deteriorati). Ma l’ammontare del fido è di poche migliaia di euro. Due persone fisiche collegate a Boschi per questa pratica – entrambe socie di Immobiliare Casabianca – hanno avuto un fido di 101 mila euro nel 2007, poi ridotti a 10.400 nel 2012.

 

Per la Valdarno Superiore, una cooperativa agricola dove Boschiè stato consigliere e presidente, i prestiti di Etruria sono molto più grandi. La coop di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, è affidata per 1,483 milioni di euro ed è classificata come «anomala» e «sotto controllo centrale» – la soglia che precede la classificazione a credito deteriorato – a più riprese tra il 2012 e la fine del 2013. Controllata della Valdarno è la Società agricola la Treggiaia, nella quale Boschi è stato presidente. La società ha un debito di 250 mila euro, erogato per la prima volta nel luglio del 2014 ed è classificata come «anomala» fino al 3 giugno del 2015.

 

C’è poi il caso della M.e. spa, una società che ha affidi con Etruria per 3,2 milioni di euro classificati «in bonis». In questa società non risultano cariche di Boschi, neppure per il periodo precedente al suo ingresso nel cda della banca. Ma nelle anagrafiche dell’istituto aretino figura una pratica cointestata alla società e a Boschi. Mentre un’altra persona fisica collegata alla stessa pratica e cointestataria della posizione con Boschi risulta avere un debito di 90 mila euro passato a incaglio nell’ottobre del 2014.

 

Boschi ha dichiarato la consiglio il proprio conflitto d’interesse per le pratiche di nove società e due persone fisiche, tra le quali figura la Zootecnica ma non la Valdarno Superiore.

LA STAMPA

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