Milano, alla Scala trionfa la «prima» di Andrea Chénier: lancio di fiori e undici minuti di applausi
Un trionfo per la «prima» di Andrea Chénier che ha aperto la stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano. Undici minuti di applausi hanno suggellato il successo del capolavoro di Umberto Giordano con la direzione del maestro Riccardo Chailly e la regia di Mario Martone, per la prima della stagione operistica: un’ottima riuscita che ha fugato i timori della vigilia. Un’opera giudicata «difficile» ma apprezzata e lodata alla fine dal giudizio dei loggionisti, che non hanno fatto mancare attestati di apprezzamento, richiamando i protagonisti sul palco a più riprese. Alla riapertura del sipario per il ringraziamento degli artisti, al termine dell’opera, un’onda di «Bravi!» e un continuo lancio di fiori sul palco. Ma per tutta l’esibizione (a parte qualche isolato diniego) è stato un continuo entusiasmo. Gli stessi ospiti del palco reale alla Scala erano andati a salutare e a fare i complimenti agli artisti durante l’intervallo. Fra gli altri il sottosegretario Maria Elena Boschi, i ministri Dario Franceschini, Claudio De Vincenti, Pier Carlo Padoan, il prefetto Luciana Lamorgese e il sindaco Giuseppe Sala si sono soffermati con il regista Mario Martone, i cantanti (in primis il baritono Luca Salsi) per trasferirsi poi nel camerino del direttore Riccardo Chailly. Tutti (spettatori illustri e maestranze) si sono detti entusiasti di come è andata l’opera. «Complimenti a tutti» ha detto fra le risate il sindaco, mentre Mario Martone ha spiegato che «lavorare qui è un privilegio». Che sarebbe stato comunque una festa e un successo lo si poteva respirare fin dall’inzio della grande serata musicale di giovedì, ovvero fin dall’arrivo degli ospiti al teatro. Smoking, abiti da sera e vestiti griffati nel Foyer. Un vero clima di festa che si è trasformato al termine della rappresentazione in undici minuti di applausi per tutti i protagonisti.
Una grande festa
Così Milano ha accolto la «prima» di Andrea Chénier di Umberto Giordano, che ha aperto la stagione lirica del teatro alla Scala. Una prima senza i big della politica ma affollata di personalità del mondo della cultura, dell’economia e dello spettacolo. Alle 17, un’ora prima dell’apertura del sipario, sono arrivati in piazza Scala i primi ospiti per la «prima», accolti da misure di sicurezza eccezionali. Poi un po’ alla volta hanno fatto il loro ingresso tanti vip: sotto il portico del Piermarini si sono notati i primi invitati illustri. Pochi, come annunciato, i politici. Tra i nomi di spicco dello spettacolo e dell’economia i primi a fare il loro ingresso nel Piermarini sono stati Roberto Bolle, Carla Fracci e Margherita Buy, e stilisti, attori, esponenti del jet set milanese e internazionale a fianco dei tantissimi appassionati e amanti dell’opera. Quindi il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, il presidente di Consob Giuseppe Vegas, il presidente di Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna, Emma Marcegaglia e Diana Bracco. E poi il commissario europeo alla Cultura Tibor Navracsics e altri, oltre ai sovrintendenti dei teatri di Vienna e di Lucerna. Pochi, come detto, i politici per il debutto della stagione lirica: tra questi un quarto d’ora prima dell’inizio sono arrivati i ministri Dario Franceschini, Piercarlo Padoan, Ivan Scalfarotto e Claudio De Vincenti, il sindaco Giuseppe Sala, il governatore lombardo Roberto Maroni e l’ex premier Mario Monti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, ha evitato il red carpet: accompagnata dal fratello Emmanuel, ha dribblato fotografi e cameramen entrando alla Scala da un ingresso secondario. Alle 18 in punto, prima che i riflettori si accendessero sugli interpreti dell’Andrea Chenier, è stato eseguito l’Inno di Mameli: tutto il pubblico si è alzato in piedi ad ascoltare sia in platea che nei palchi.
L’assenza dei politici
A tenere banco nel foyer, prima dell’inizio dell’opera, sono stati i commenti per l’assenza delle più alte cariche dello Stato. Non sono arrivati a Milano né il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, né il premier Paolo Gentiloni. Assente (all’ultimo minuto) anche il presidente del Senato Pietro Grasso. Alla domanda delle ragioni il ministro Franceschini ha risposto: «Il 7 dicembre tutto il mondo si collega con Milano e guarda la Scala». E il sovrintendente della Scala Alexander Pereira ha aggiunto: «Questa sera non ci sono tanti rappresentati ufficiali di questo Paese ma alla fine noi facciamo l’opera per gli amanti della musica». Il sindaco Sala è intervenuto sull’aspetto artistico: «Grande direttore, regista e cast, vediamo». Per poi aggiungere: «Pochi politici? Va bene, è la festa dei milanesi». E infine il governatore Maroni: «Ci siamo noi ed è quello che conta. Roma ci snobba? Va bene così, viva Milano».
Il centro blindato
Teatro e la piazza quindi blindati. La Galleria, dove è stato allestito il maxischermo, presidiata e controllata. Misure di sicurezza che non hanno scoraggiato gli appassionati di lirica: il Salotto era gremito infatti di persone. Anche tutti gli accessi delle vie laterali sono stati bloccati. Una cintura di barriere di cemento, lungo il perimetro del centro a protezione di eventuali tentativi di ingressi con auto o furgoni. È stata una Milano «scortata» quella che ha accolto l’evento inaugurale della stagione operistica. La «prima» della Scala si è presentata quindi nel segno dei controlli e della sicurezza. E tutto si è svolto nella massima sicurezza. Da sempre infatti l’opera del 7 dicembre è l’appuntamento simbolo della città, al qualche anche quest’anno non sono mancati come già segnalato i volti noti della cultura, dell’imprenditoria, della finanza e dello spettacolo. Controlli e presidi sono stati predisposti anche nelle zone dove è stata trasmessa la prima diffusa.
Proteste in piazza
In una piazza della Scala, transennata quasi fino all’ingresso di Palazzo Marino, antagonisti, CUB, Unione Inquilini e altre sigle hanno messo in scena una protesta composta e colorata, fatta di striscioni, `People before profit´, `Stop era not people´; musica, con la Banda degli ottoni e il sound system tipico delle manifestazioni; e slogan gridati al megafono: «La prima della Scala non può trasformarsi, ogni anno, nella sfilata del lusso per pochissimi». Esplosi anche qualche petardo e fuochi d’artificio. Gli antagonisti del centro sociale Cantiere hanno proposto una sfilata alternativa, del `Mutuo soccorso´: sulla passerella studenti, precari, comitati degli inquilini, tra i simboli, della Milano colpita dalla crisi che ancora stenta a riprendersi, oltre a raccontare «le nostre buone pratiche». Non poteva mancare un accenno alla Palestina, «che deve essere libera, Gerusalemme non è la capitale di Israele», spiegano gli antagonisti.
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