Studi di settore “resuscitati” e licenziamenti più cari

Gli studi di settore sopravvivono un altro anno perché l’amministrazione fiscale non è pronta con i nuovi indici.

Un’altra stretta sui pagamenti in contanti, con il divieto di pagare i lavoratori dipendenti con mezzi che non siano tracciabili. L’esclusione delle casse dei professionisti dal rischio bail in. Poi altre due misure che potrebbero saltare perché frutto di un blitz contro la volontà del governo: la riforma di Inps e Inail e un aumento del costo dei licenziamenti.

Il passaggio della legge di Bilancio alla Camera sta riservando varie sorprese. In commissione Finanze è passata una proposta firmata dal Pd, ma ispirata dal ministero dell’Economia, che fa slittare di un anno l’abolizione degli studi di settore. I nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale che dovranno sostituire gli studi di settore, introdotti con la manovra correttiva di primavera, entreranno in vigore sull’anno fiscale 2018, quindi con le dichiarazioni 2019. Obiettivo, «assicurare a tutti i contribuenti un uniforme trattamento fiscale».

Ma gli interventi del Pd nella Legge di Bilancio si concentrano soprattutto sul lavoro. Era atteso l’emendamento che irrigidisce i contratti a termine, limitandone la durata da 36 a 24 mesi, ma non è stato presentato ieri alla commissione Lavoro. Potrebbe rispuntare in commissione Bilancio.

Sono stati invece approvati altri due emendamenti: l’aumento degli indennizzi per i licenziamenti illegittimi e la riforma della governance Inps-Inail, nonostante il parere contrario del Governo. Possibile che la seconda venga respinta all’esame della commissione Bilancio, anche se nel merito è condivisa dal governo e dai Dem. La prima, destinata a irrigidire il mercato del lavoro, crea dei problemi dentro il partito di maggioranza. Il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba ha sottolineato che i livelli attuali di indennizzo sono «equilibrati» e più alti rispetto agli altri Paesi europei. La normativa attuale prevede che l’indennizzo per un licenziamento ingiustificato sia di quattro mesi, l’emendamento porta il limite a otto mesi.

Sempre in commissione Lavoro è stato approvato un emendamento presentato da Titti di Salvo, ex sindacalista, che ricalca un disegno di legge presentato dalla stessa deputata Pd e prevede lo stop al pagamento in contanti degli stipendi direttamente ai lavoratori. Le retribuzioni dovranno avvenire attraverso mezzi tracciabili. Quindi tramite banca o ufficio postale, con bonifico sul conto, strumenti di pagamento elettronico come la ricarica di carte, assegno consegnato direttamente al lavoratore o a un suo delegato. Dalla normativa sono esclusi i lavori domestici. «Una norma di civiltà», spiega la stessa Di Salvo. Serve a evitare che il lavoratore incassi una paga inferiore a quella dichiarata.

Altro emendamento passato oggi è quello che esclude dalle norme sui salvataggi bancari, quindi anche dal bail in, le casse professionali. I contributi dei professionisti transitano temporaneamente per depositi bancari che superano la soglia dei 100 mila euro ed erano quindi a rischio in caso di salvataggio «interno».

Via libera a una stretta sulle molestie sui luoghi di lavoro con l’estensione del congedo di tre mesi oggi riservato alle donne vittime di violenza.

Una proposta a prima firma del presidente della commissione, Cesare Damiano, prevede un meccanismo che consente di riconoscere i benefici dei lavori usuranti anche ai turnisti notturni che hanno svolto turni di 12 ore anziché di 8. Tra gli emendamenti che saranno depositati in commissione Bilancio anche uno che prevede l’esonero totale dei contributi previdenziali per le assunzioni a tempo indeterminato di dottorandi di ricerca.

Novità anche sugli immobili. Un emendamento prevede un aumento della deducibilità dell’Imu per gli immobili strumentali dal 20 al 40%.

IL GIORNALE

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