Basilea 4 mette il turbo alle Borse. Ora la partita si gioca sui tassi Usa

L’accordo finale sulla cosiddetta Basilea4, il pacchetto di nuove regole per gli istituti bancari che sarà meno severo del previsto e scatterà a partire dal 2022, mette il turbo alle banche quotate, per lo scampato pericolo di paletti più stringenti, e determina un finale di settimana brillante per i listini azionari europei. Tutti i principali indici, favoriti anche dall’accordo Ue-Uk su Brexit e dalla ulteriore risalita del dollaro dopo i dati sul mercato del lavoro Usa, hanno chiuso in buon rialzo: Milano è stata la migliore con il +1,4% del FTSE MIB trainato da Unicredit (+6,1%) e da Banco Bpm (+5,8%) ma anche da tutto il resto del settore bancario (+3% l’indice di settore). Nell’intera settimana il Ftse Mib è salito del 3% circa mentre lo Stoxx600 dell’1,5% circa.

Oltre agli istituti di credito, seduta in grande evidenza per Moncler (+4,9%) e per Fiat Chrysler (+3,3%) grazie alle valutazioni molto positive degli analisti di Goldman Sachs. E’ proseguita la rimonta di Telecom (+2,8%) ai massimi da un mese. Euro/dollaro a 1,1761, livello più basso da due settimane. Dietrofront della sterlina nel pomeriggio (a 0,8803 per un euro e a 1,3363 dollari) dopo i massimi da sei mesi toccati questa mattina. Petrolio in crescita a 57,4 dollari al barile (+1,2%) nel Wti dopo i dati sull’import cinese di greggio.

Usa: altri 228mila posti di lavoro creati a novembre

A novembre infatti le aziende americane hanno proseguito ad assumere continuando la tendenza vista il mese precedente, quando i posti di lavoro erano tornati a salire dopo il primo calo dal settembre 2010. Negli Stati Uniti sono stati creati 228.000 posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano un aumento di 195.000 unita’. Stando a quanto riferito dal dipartimento al Lavoro, il tasso di disoccupazione e’ rimasto al 4,1% come previsto e corrispondente al minimo da dicembre 2000. I salari orari – attentamente monitorati perché indicano l’assenza o meno di pressioni inflative – sono saliti dello 0,19% (o di 0,05 dollari) su base mensile a 26,55 dollari, meno del +0,3% atteso.; su base annuale sono saliti del 2,5%, sopra il range tra 1,9 e 2,2% segnato dal 2012 in poi e oltre la media del 2% degli ultimi sei anni.

Le banche festeggiano Basilea 4 più soft del previsto

I bancari sono stati sotto i riflettori in tutta Europa: ieri il presidente della Bce, Mario Draghi, ha definito l’accordo finale sulle regole di Basilea 3 «una grande pietra miliare che rende la cornice delle regole sul capitale robusta e che migliora la fiducia nel sistema bancario», ma quello che il mercato sta apprezzando sono in primo luogo disposizioni più soft di quanto previsto (e temuto). Di «indicazioni positive dall’update finale su Basilea 3 (chiamato Basilea 4)» parlano gli analisti di Equita, che prevedono un impatto medio sul coefficiente Cet1 delle banche italiane di 112 punti base, contro i -136 punti base previsti lo scorso anno. «La nuova regolamentazione è meno stringente di quanto si pensava», sottolineano gli esperti, notando che «Ubi dovrebbe avere l’impatto meno pesante (-8 punti base), mentre per UniCredit è di circa 190 punti base (a fronte di una guidance minore di 150 punti)».

La pattuglia dei bancari particolarmente premiati in Borsa, oltre che da Unicredit e Bper, è stata composta anche da Intesa Sanpaolo(+3,8%) e appunto da Ubi Banca, mentre fuori dal paniere del big del listino è stato soprattutto il secondo giorno della corsa a Bca Carige (+5% con altri 2 miliardi di titoli scambiati) in attesa dell’asta in cui saranno messi in vendita per cinque sedute i diritti dell’aumento di capitale rimasti non esercitati.

Acquisti su società elettriche: prezzi gas in rapida ascesa

Oltre al comparto del credito, sono stati le società elettriche le altre protagoniste dell’ultima seduta settimanale di Borsa: l’incremento degli ultimi giorni del prezzo del gas legato ai problemi del gasdotto Tenp, che porta in Italia le forniture dal Nord Europa, e l’abbassamento delle temperature dovrebbero contribuire a spingere i prezzi dell’elettricità. Gli acquisti in Borsa nel settore hanno sostenuto in particolare A2a(+2,1%) e Enel (+1%) sul Ftse Mib ma ne hanno beneficiato anche Erg (+3,7%) e Flack Renewables(+1,6%).

Telecom e Moncler super nella settimana, Prysmian paga prezzo dell’M&A

Nell’intera settimana di Borsa è stata la rimonta di Telecom Italia (+8%), anche in virtù dei negoziati con Mediaset per i contenuti televisivi, a caratterizzare le ultime sedute insieme al +8% di Moncler, supportata dalle raccomandazioni positive degli analisti di Deutsche Bank e dall’annuncio del ceo Ruffini di un nuovo progetto industriale da presentare a febbraio. Negativa la performance di Prysmian (-3,9%): gli investitori, davanti all’annuncio dell’acquisizione dell’americana General Cable, hanno guardato in questi primi giorni più all’elevato prezzo dell’operazione per il gruppo dei cavi italiano e alla prospettiva di un aumento di capitale che alle sinergie e ai benefici derivanti dall’aggregazione.

Nel resto d’Europa, Londra, soprattutto nella seconda parte della seduta, ha beneficiato della frenata della sterlina per risalire di un punto percentuale con farmaceutici e titoli del comparto immobiliare a mostrare i maggiori rialzi sul Ftse100. Francoforte (+0,8%) e Madrid (+0,8%) sono state supportate dalle performance dei bancari così come Parigi dove tuttavia il Cac40 (+0,28%) ha scontato il rosso di Peugeot (-1,3% complice una raccomandazione più cauta di Goldman Sachs) e di Total(-0,9%). Nell’intera settimana, Madrid e Francoforte hanno guadagnato il 2,3%, Parigi l’1,5% e Londra l’1,3%.

Spread Btp/Bund torna ai minimi da ottobre 2016 a 136 punti

Lo spread tra BTp e Bundè tornato ai minimi da oltre un anno. In chiusura di
settimana il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005274805) e il Bund si e’ attestato a 136 punti, in netta flessione rispetto ai 142 punti base della chiusura di giovedì, scendendo cosi’ su livelli che non si
vedevano da ottobre 2016. Flette anche il rendimento che, per il BTp decennale, cala all’1,66% dall’1,69% della vigilia. Nell’ultima settimana lo spread si è ridotto di 5,6 punti base (21,5 punti da inizio anno).

Mercoledì il rialzo dei tassi di interesse Usa. Giovedì tocca a Draghi
Saranno le banche centrali a tornare al centro della scena nella prossima ottava: la decisione sui tassi di interesse Usa, al termine della due giorni del comitato di politica monetaria della Federal Reserve, sarà mercoledì lo spartiacque per i mercati finanziari che il giorno successivo ascolteranno l’ultima conferenza stampa del 2017 del presidente Bce Mario Draghi al termine della riunione del board dell’istituto centrale. Sotto il profilo macroeconomico, l’inflazione Usa di novembre (stimato un incremento al 2,2% dal 2% del mese precedente) sarà il dato maggiormente significativo.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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