Come funzionerà la flat tax con l’aliquota secca al 25%
Roma Rivoluzionare il sistema fiscale applicando un’aliquota unica sui redditi, ossia introducendo la flat tax, è un’impresa possibile.
Il primo punto del programma di Forza Italia e di tutto il centrodestra si può effettivamente mettere nero su bianco come elemento fondante della proposta politica.
A teorizzarne una prima elaborazione è stato il Centro studi del Pensiero liberale (Cspl), il think tank presieduto da Francesco Ferri. Si tratta di una proposta ancora in fieri e la cui applicazione, comunque, non potrebbe considerarsi immediata qualora il centrodestra ritornasse a Palazzo Chigi proprio per il suo aspetto intrinsecamente rivoluzionario. Si possono, tuttavia, evidenziare quali sarebbero i benefici per i contribuenti da questo cambiamento di prospettiva raggiungibile comunque nell’arco di una legislatura riducendo progressivamente il numero delle aliquote dalle attuali cinque a una sola.
Ed è su quest’ultima che il Cspl si è concentrato ipotizzando per i redditi compresi tra 0 e 100mila euro una flat tax con un’aliquota al 25%, non troppo distante da quella attualmente più bassa (23%). A questa si accompagnerebbe una no tax area fino a 10mila euro di reddito annuo. Per i redditi sopra i 10mila euro l’esenzione si restringerebbe, ma si accompagnerebbe a un sistema di deduzioni al 25% su alcune spese fondamentali sostenute (servizi di ristorazione, abbigliamento, acquisto e manutenzione auto, spese condominiali, colf, Rc auto, prodotti farmaceutici, ecc.), sempre nel limite complessivo di 10mila euro annui. Ad esempio, per un contribuente con un reddito di 40mila euro annui la no tax area si restringerebbe a 6mila euro, ma potrebbe portare in deduzione 4mila euro su 16mila euro di spese sostenute.
Come cambierebbe il carico fiscale? In positivo per tutti i contribuenti. Nella fascia 6-12mila euro (19,3% dei contribuenti) si pagherebbero meno tasse da un minimo di 300 a un massimo di 1.300 euro annui. Nel cluster tra 12mila e 26mila euro di reddito nel quale è ricompreso il 37,8% dei contribuenti italiani il risparmio fiscale sarebbe ancor più sostanzioso tra i 1.000 e i 1.700 euro annui. Per la maggior parte dei contribuenti Irpef ,che è compresa nella fascia 15.000-35.000 euro di reddito annuo il risparmio fiscale sarebbe compreso tra circa 1.000 e 2.700 euro l’anno. Nella fascia di reddito 26mila-35mila euro (12,9% del totale) la stangata diminuirebbe da 1.400 a circa 3mila euro annui, mentre dai 35mila ai 50mila euro annui lordi la flat tax comporta un risparmio che va dai 2.800 ai 5mila euro.
La progressività dell’imposta prescritta dall’articolo 53 della Costituzione sarebbe rispettata perché, con un simile sistema, l’aliquota netta aumenta all’aumentare del reddito. La flat tax, dunque, non è una chimera ed è ampiamente sostenibile (vedi articolo sotto), ma la sua realizzazione presuppone anche l’avvio di una vera spending review.
IL GIORNALE