L’elettricista Akayed Ullah e la bomba costruita nel negozio di Brooklyn
Voleva colpire il Natale newyorchese e invece passerà alla storia come il mancato stragista di Port Authority. Akayed Ullah, 27 anni originario del Bangladesh, è l’uomo che ieri di buona mattina si è recato alla stazione centrale di autobus di Manhattan con un ordigno rudimentale da lui realizzato seguendo le indicazioni su Internet.
Voleva probabilmente farsi esplodere seminando morte e orrore nel cuore della New York vestita a festa per la stagione natalizia. Un errore, o forse un difetto della bomba, ha invece rovinato il suo piano e lo ha consegnato, ferito, alle forze dell’ordine.
Ha detto di aver agito per vendetta, ma qui le fonti differiscono: «Perché hanno bombardato il mio Paese», avrebbe detto. Ma una seconda versione riferisce invece che abbia motivato il suo gesto citando le azioni di Israele su Gaza dopo l’annuncio di Trump su Gerusalemme capitale dello Stato ebraico. È stato un gruppo mediatico filo-Isis, Maqdisi, a suggerire il legame.
Ullah la sua aspirazione estremistica l’ha maturata una volta giunto negli Stati Uniti dove viveva (con regolare permesso di soggiorno e di lavoro) da sette anni e divideva l’appartamento con il fratello. Secondo gli inquirenti la sua ascesa jihadista è avvenuta alla tastiera del computer seguendo i canali di proselitismo dei vari Imam 2.0. Il Bangladesh tuttavia non è una delle sei nazioni inserite nella lista nera redatta dall’amministrazione Trump, che impedisce l’ingresso di cittadini provenienti dalle nazioni in questione. Ed in Bangladesh Ullah non aveva avuto nessun problema con la Giustizia come riferisce l’ispettore generale della Polizia nazionale del Paese, Shahidul Haque.
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Nella terra natale era tornato l’ultima volta a settembre, forse dopo aver completato quel processo di radicalizzazione avvenuto nella sua casa di Flatbush, quartiere popolare di Brooklyn ad alta intensità di stranieri e dove aveva raggiunto lo zio già residente da tempo in America.
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