Petroliferi sostengono le Borse. Euro torna a 1,17 dollari prima della Fed
–di E. Micheli e A.Fontana
La corsa dei petroliferi, dopo che il Brent in mattinata ha aggiornato i massimi da giugno 2015, e il dietrofront dell’euro, tornato a 1,1727 dollari (da 1,1769 ieri sera) alla vigilia della stretta Fed sui tassi Usa hanno sostenuto i listini azionari europei. Parigi, guidata da Tecnhipfmc e Total, è la più brillante (+0,7%) ma anche Francoforte e Londra hanno chiuso a un ritmo di incremento intorno al mezzo punto percentuale. Positiva ma timida Piazza Affari: il Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni a +0,16% con le vendite su alcuni bancari che hanno compensato gli incrementi del settore oil.
In cima al Ftse Mib Tenaris (+3%) e Saipem (+1,8%) oltre e a Eni (+1,2%) su cui Credit Suisse ha alzato il target di prezzo sui dodici mesi a 15,25 euro. Tra gli istituti di credito, giù Ubi Banca(-3%) sulle indiscrezioni di richieste più stringenti da Francoforte nello smaltimento dei crediti problematici. In deciso rosso anche Banca Pop Er (-3,5%) e Banco Bpm (-2,2%). Giù Salvatore Ferragamo (-2,8%): gli analisti di Hsbc vedono ricavi stabili e oneri fiscali elevate a frenare i risultati aziendali anche per parte del 2018.
Intanto Oltreoceano la seduta a Wall Street resta all’insegna dei record per il Dow Jones Industrial Average e per l’S&P 500, reduci da due giornate di fila finite a livelli senza precedenti. Per l’indice delle 30 blue chip quella di ieri è stata la 66esima giornata record del 2017 e per il listino benchmark la 59esima. L’attenzione degli investitori è rivolta alla riunione della Federal Reserve: se fosse rispettato il pronostico di un ritocco al costo del denaro, si tratterebbe della terza volta nel 2017, cosa che permetterebbe alla banca centrale Usa di rispettare le sue previsioni. Dalle indicazioni di domani si cercherà di capire quante strette sono previste per il 2018; fino ad ora la Fed ne prevede tre.
Unicredit chiude in rosso dopo l’aggiornamento del piano al 2019
Finale in discesa (-1%) anche per Unicredit, che invece a metà giornata si era spinta fino a guadagnare l’1,5%, dopo l’aggiornamento del piano al 2019 con un incremento del payout (dal 20% al 30%) e l’annuncio di una ulteriore discesa nella quota posseduta nel veicolo degli Npl denominato «Fino». La banca ha inoltre indicato che i crediti in sofferenza si porteranno a 40 miliardi e non 44 miliardi come indicato in precedenza.
Il mercato sta inoltre apprezzando che la Banca centrale europea abbia ritoccato al ribasso le richieste sul requisito Pillar 2, consapevole che la banca sta procedendo nella direzione giusta in tema di riduzione delle sofferenze. Sempre oggi Unicredit ha annunciato di avere siglato accordi con Generali e King Street per ridurre la propria partecipazione nel portafoglio di Npl denominato «Fino» (pari inizialmente a 17,7 miliardi poi scesi a 16,2 miliardi) al di sotto del 20%. Inoltre ha perfezionato la cessione delle quote in Pioneer Pekao Investment Management e Dom Inwestycyjny Xelion a Bank Pekao, un’operazione che genera un impatto positivo sul conto economico consolidato di circa 105 milioni di euro.Equita ha la raccomandazione Buysulle azioni dell’istituto, proprio alla luce del miglioramento del piano.
Ferragamo pesante dopo taglio giudizio di Hsbc
Seduta in calo del 2,8% per Salvatore Ferragamo, mentre gli investitori si interrogano sul turnaround della società di moda. «Alcuni investitori stanno vendendo Ferragamo e acquistando Tod’s», ha commentato un traeder, ricordando anche la buona performance della azioni della casa fiorentina registrata nell’ultimo mese, quando hanno vantato un recupero del 10% circa. Sulle azioni della casa fiorentina pesa anche la decisione di Hsbc di togliere il giudizio buy sul titolo: una scelta motivata dal fatto che, secondo il broker, la crescita troppo contenuta dei ricavi e un più elevato livello di imposte rispetto alle previsioni finiranno per pesare ancora sui risultati societari almeno nella prima parte del 2018. Moncler chiude invece la seduta con un rialzo dell’1,65%. Positiva anche Ynap (+1,9%).
Mediaset corre, risparmio gestito in luce
Bene Mediaset (+1,5%) con l’attenzione che resta alta sul dossier Vivendi-Premium. In rialzo tra gli industriali St (+1,6%) e Leonardo (+0,8%). In luce il risparmio gestito: +1,5% Fineco, +0,8% Banca Mediolanum, +0,7% Azimut che ha avviato una terza tranche di acquisto di azioni proprie per un valor massimo di 50 milioni di euro.
Atlantia sotto la lente, Snam debole dopo l’ incidente in Austria
In calo anche Atlantia, mentre il mercato si interroga sulle trattative della società con Fiat Chrysler Automobilest. Sullo sfondo rimane l’interrogativo sulla conquista di Abertis e il titolo del gruppo italiano continua a scendere da quattro sedute consecutive dopo che il governo di Madrid ha specificato la necessità di una sua autorizzazione formale all’operazione sul gruppo infrastrutturale iberico nel mirino anche di Acs. Secondo indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore intanto, Telepass, azienda che fa capo al gruppo Atlantia, ma totalmente autonoma e indipendente da quasi un anno, ha allo studio la possibile installazione sulla Jeep Renegade prodotta dal gruppo Fca un sistema telepass integrato per fornire una serie di servizi, oltre al semplice pagamento del pedaggio. «Al momento, non sarebbe ancora stata siglata alcuna intesa formale», precisa il quotidiano, sostenendo che i contatti sarebbero in una fase preliminare. Atlantia starebbe inoltre negoziando anche con un costruttore di auto francese con l`obiettivo di divenire un service provider dedicato alla mobilità. Gli analisti ritengono che la mossa valorizzerebbe il sistema Telepass e avrebbe ancora più senso in caso di integrazione con Abertis perché lo sviluppo di Telepass e servizi alla mobilità potrebbe essere accelerato in Spagna, Francia e Sud America.
Su Snam Rete Gas pesa l’incidente in Austria nell’hub del gas, anche se la società ha indicato che le forniture di gas in Italia sono garantite dagli stoccaggi. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha intanto dichiarato: «Se avessimo il Tap oggi non dovremmo dichiarare, come invece faremo oggi, lo stato di emergenza gas a causa dell’incidente in Austria. Questo vuol dire che abbiamo un problema serio, di dipendenza dalla Russia, per quanto riguarda le forniture di gas».
Il petrolio corregge dopo la fiammata
In correzione i prezzi del greggio (-0,5% Wti a 57,7 dollari al barile, -0,7% il Brent a 64,3 dollari al barile) dopo che i problemi a un oleodotto nel mare del Nord avevano acceso inizialmente le quotazioni (segui qui Brent e Wti) .
Tutta esaurita l’asta Bot a un anno, rendimento negativo a 0,4%
E’ andata tutta esaurita l’asta di BoT annuali di dicembre con 4,75 miliardi di titoli offerti e assegnati e rendimento in ulteriore calo a -0,407%, nuovo minimo rispetto a -0,395% di novembre. Esplosiva la domanda, che si è attestata a 9,96 miliardi, con un rapporto di copertura pari a 2,1. I BoT con durata 365 giorni e scadenza 14.12.18 sono stati assegnati a un prezzo medio ponderato di 100,414. Il regolamento cade il 14 dicembre, quando sono in circolazione 113.350,6 miliardi di BoT.
Spread con Bund allarga in chiusura a 139 pb, rendimento decennali 1,71%
Lo spread BTp/Bund si allarga in chiusura di giornata in linea con la debolezza del mercato dei bond euro e dei titoli dei Paesi periferici della zona euro in particolare. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005274805) e il pari scadenza tedesco ha archiviato la seduta a 139 punti base, in aumento di 2 punti base rispetto ai 137 punti della chiusura di ieri. In sensibile aumento anche il rendimento dei decennali italiani che si attesta al termine degli scambi all’1,71%, dall’1,66% del closing della vigilia.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)