Biotestamento, regge l’asse Pd-M5S. La legge marcia verso l’approvazione finale in Parlamento

Nessuna imboscata, nessun franco tiratore. L’asse Pd-M5s, che già aveva spinto il biotestamento a Montecitorio, ha marciato anche a Palazzo Madama e ha superato indenne l’ultimo ostacolo sulla via dell’approvazione, rappresentato da una quindicina di voti segreti. Non è mancato chi, come Carlo Giovanardi, ha evocato la Germania nazista e le teorie eugenetiche hitleriane o chi, come Maurizio Gasparri, l’Unione Sovietica. C’è stata anche una vigorosa contestazione nei confronti della senatrice a vita Cattaneo quando questa ha annunciato la propria assenza per il voto finale, a dispetto del suo convinto sostegno alla legge. L’opposizione al ddl sul biotestamento, però, non è andata oltre qualche intervento iperbolico e di bandiera (peraltro ampiamente annunciato), perché in aula è filato tutto liscio.

Alla vigilia di questo mercoledì interamente e intensamente dedicato alle votazioni degli emendamenti (tanto che a un certo punto il presidente di turno Roberto Calderoli ha chiamato una sospensione di un quarto d’ora per “limiti di vescica”), l’attenzione era rivolta ai voti segreti richiesti dall’ala dura dell’opposizione al provvedimento, rappresentata dai senatori di Idea facenti capo a Gaetano Quagliariello. I timori per i tempi d’esame erano già stati fugati dal presidente del Senato Pietro Grasso, al termine della seconda riunione dei capigruppo tenutasi sulla questione, quando quest’ultimo aveva fatto chiaramente intendere di voler ricorrere al cosiddetto “canguro”, meccanismo che permette di raggruppare e saltare centinaia di emendamenti contemporaneamente.

Al contrario, più di un’inquietudine si concentrava sull’emendamento targato Quagliariello contro lo stop all’idratazione e all’alimentazione artificiale, punto sensibile su cui si sono da sempre sviluppate le maggiori differenze tra fronte laico e cattolico. Nonostante ciò, il voto segreto su questo e sugli altri emendamenti di coscienza ha fatto registrare un amplissimo margine di sicurezza per i favorevoli al provvedimento. Un margine che ha sempre viaggiato sui 90 voti di media, il che sta a significare che la “strana maggioranza” M5S-Pd-LeU ha tenuto alla perfezione e ha spazzato via i residui dubbi sulla lealtà grillina, da parte dei Dem più scettici.

Nel corso delle votazioni, i pentastellati hanno insistito convintamente sulla bontà della legge, e hanno ribadito con un post su Facebook la determinazione a chiudere il prima possibile, evitando “brutte sorprese ai cittadini italiani”. Più fredda, ma egualmente positiva, la dichiarazione dell’ala cattolica dei senatori Pd, ai quali molti avevano guardato, negli ultimi giorni, come potenziale fonte di mal di pancia sul biotestamento. Nulla di tutto ciò, perché anche i cattodem hanno dato pieno sostegno al provvedimento con una nota ufficiale, sottolineando quanto questo non abbia assolutamente a che fare con “eutanasia o suicidio assistito”. Contestualmente, hanno espresso il rammarico di non esser potuti entrare nel merito del provvedimento in commissione, a causa dell’ostruzionismo del centrodestra. Dall’altra parte, come già detto, l’opposizione più dura è venuta dalla pattuglia di Quagliariello e dalla Lega, con l’aggiunta del forzista Gasparri, nel contesto di un atteggiamento di FI e Ap tutto sommato di blando contrasto al ddl, per il quale azzurri e alfaniani avevano ammesso libertà di coscienza.

A questo punto, secondo la tempistica stabilita dalla presidenza finora perfettamente osservata, il voto finale è previsto per domani nella tarda mattinata, dopo le dichiarazioni di voto, fissate a partire dalle 9 e 30. Dopodiché, il sipario sulla legislatura potrà dirsi virtualmente calato.

L’HUFFPOST

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