Il presidente Consob, Vegas: «Ho parlato con Boschi di Banca Etruria» M5S, Lega e sinistra: deve dimettersi

Maria Elena Boschi sui banchi del governo dopo il no della Camera alla sfiducia individuale nei suoi confronti: era il 18 dicembre 2015 (Ansa)
Maria Elena Boschi sui banchi del governo dopo il no della Camera alla sfiducia individuale nei suoi confronti: era il 18 dicembre 2015 (Ansa)

Su Banca Etruria «ho avuto modo di parlare della questione con l’allora ministro Boschi», che espresse «un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c’era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l’oro». Lo ha detto il presidente della Consob Giuseppe Vegas in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Vegas fece notare all’esponente del governo che l’istituto da lui presieduto «non era competente sulle scelte di aggregazione delle banche». La Consob è la Commissione nazionale per le società e la borsa ed è l ‘authority che in Italia si occupa della vigilanza sui mercati finanziari. L’incontro avvenne nell’aprile 2014, «non ricordo il giorno esatto». In quell’occasione, ha precisato Vegas, fu la ministra «che chiese di vedermi e venne a Milano». Ai commissari che gli chiedevano se avesse affrontato il tema di Etruria in altri momenti, Vegas ha risposto che «Boschi mi disse in un’altra occasione ch suo padre sarebbe diventato vice presidente».

Le opposizioni: «Deve dimettersi»

Immediate le reazioni politiche. Il M5s, per bocca del deputato Carlo Sibilia, fa notare che «Maria Elena Boschi ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia». Il riferimento è alla seduta della Camera del 18 dicembre 2015, quando venne respinta una mozione di sfiducia individuale nei confronti di Maria Elena Boschi che, in Aula, si era difesa rivendicando l’assoluta trasparenza del suo comportamento all’interno del governo. Rincarano la dose Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio: «E’ una bugiarda, deve dimettersi»; «Il Pd non la ricandidi, perché in questo caso confermerebbe che tutto il partito è coinvolto nello scandalo banche, come probabilmente è». Di Maio in un video pubblicato su Facebook arriva a definire la sottosegretaria «la Mario Chiesa del Pd», con riferimento all’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio, primo arrestato eccellente dell’inchiesta Mani Pulite del 1992. Di dimissioni parla anche l’ex pd Roberto Speranza, oggi una delle anime di Mdp/Liberi Uguali: «il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Vegas non può essere ignorato. Quando un membro del governo mente al Parlamento non c’è altra strada che le dimissioni». Boschi è infatti tuttora sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, nel governo Gentiloni. Sull’allontanamento da Palazzo Chigi concorda poi il leghi ta Roberto Calderoli: «Abbia un briciolo di dignità, si dimetta da ogni incarico e non si ricandidi alle prossime elezioni».

La difesa del Pd

A difenderla gli esponenti renziani del Pd: «Sarei grato a Sibilla e Speranza se dicessero pubblicamente in quale punto dello stenografico del discorso della Boschi ha mentito al Parlamento» dice il tesoriere del partito Francesco Bonifazi. Aggiunge il senatore Andrea Marcucci: «Mi sembra chiaro che da tempo sia in corso un tentativo di usare il sottosegretario, per coprire le gravissime responsabilità degli istituti di vigilanza, che stanno emergendo nitidamente nella commissione di inchiesta. Per il Pd la linea non cambia: chi ha sbagliato deve pagare, senza guardare in faccia nessuno».

Le sanzioni alle banche
Vegas con il presidente della commissione Banche, Casini (Ansa)
Vegas con il presidente della commissione Banche, Casini (Ansa)

Vegas, nel corso dell’audizione, ha parlato anche dell’attività di controllo dell’istituto da lui presieduto nei confronti del mondo creditizio: «Consob ha accertato numerosi illeciti di banche e intermediari in sede di vendita di prodotti finanziari ai clienti – ha detto – . Le violazioni riguardano la prestazione dei servizi d’investimento, la normativa sui prospetti, la disciplina market abuse. Le sanzioni alle sole banche, dal 2011 ad oggi ammontano ad oltre 32 milioni, e sono state irrogate ad un totale di 715 esponenti aziendali, di cui 366 nel corso del 2017».

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