Miracolo di Natale per la Melegatti: ritirata (per ora) la cassa integrazione

noemi penna

L’ultimo pandoro della Melegatti doveva essere sformato il 12 dicembre. Ma la produzione nello stabilimento di San Giovanni Lupatoto è ripresa oggi, in extremis. Il «miracolo di Natale» della Melegatti è una produzione extra di cinquemila pandori per lo spaccio aziendale veronese: una fornitura che non farà in tempo a raggiungere i supermercati, ma che il marchio proporrà in vendita diretta per far cassa.

 Una buona notizia accompagnata da una ancora più grande «il ritiro delle sei settimane di cassa integrazione, comunicate una settimana fa dall’azienda», afferma Paolo Veghini, segretario provinciale di Fai Cisl di Verona.

A poter tirare un respiro di sollievo sono ora settanta dipendenti fissi e 250 stagionali. «Nel periodo di Natale gli stabilimenti rimarranno aperti per l’ordinaria gestione e il mantenimento degli impianti. Poi dopo l’Epifania inizierà la produzione pasquale», prosegue Veghini.

 

La decisione è arrivata durante una riunione convocata dai commissari, l’avvocato Bruno Piazzola e il commercialista Lorenzo Miollo, a seguito della domanda crescente dei consumatori a sostegno dello storico marchio. Con l’intervento del fondo maltese Abalon, che ha garantito un prestito da sei milioni di euro, è stato possibile sfornare un milione 575mila pezzi tra pandori e panettoni che sono andati letteralmente a ruba grazie alla campagna di solidarietà promossa sui social.

 

I dipendenti hanno mobilitato il web raccontando la loro storia, dei tre mesi di stipendio non incassati e dell’incubo della cassa integrazione proprio a Natale, chiedendo a tutti di acquistare i loro pandori. Ma tutto questo non era bastato.

La società fondata nel 1894 da Domenico Melegatti ha 10 milioni di euro di esposizione con le banche e 12 milioni di debiti verso i fornitori. Ora per lunedì è stata convocata una nuova riunione, che si spera potrà fare chiarezza sul futuro dell’azienda veronese.

LA STAMPA

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