Igor il russo arrestato in Spagna dopo un conflitto a fuoco
Sembrava scomparso nel nulla, ora è finalmente finita la sua corsa: l’assassino che aveva beffato le forze dell’ordine a Ferrara è stato catturato in Spagna (guarda la foto).
L’arresto di Norbert Feher, alias Igor il russo
A riportare la notizia è il sito Wikilao specializzato in temi di sicurezza, precisando che nel conflitto a fuoco sarebbero morte tre persone. Si tratta dell’allevatore José Luis Iranzo e due agenti della guardia civil, Víctor Romero Pérez (30 anni) e Víctor Jesús Caballero Espinosa (38 anni), impegnati nelle indagini sui furti commessi in una zona rurale. Lo scontro è avvenuto a Saragozza, nelle zone di El ventorrillo, compresa tra le città di Terruel in Andorra e Albalete. Per l’identificazione dell’uomo coinvolto nella sparatoria l’autorità ha chiamato la polizia scientifica italiana. Attraverso Interpol, le impronte digitali dell’uomo sono state trasmesse a Roma ai laboratori del Servizio diretto da Luigi Carnevale: il confronto con le impronte di Igor il russo conservate nella banca dati Afis ha dato esito positivo.
La nota dei carabinieri
“La procura della Repubblica di Bologna, coordinando i Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bologna e Ferrara – è scritto nella nota dei Carabinieri – aveva già da tempo avviato mirata attività rogatoriale in Spagna, avendo avuto riscontro a seguito delle indagini svolte della presenza del latitante. In questa prospettiva, oltre a specifiche attività in Serbia, Austria e Francia (grazie alla fruttuosa collaborazione ed alla grande disponibilità degli organi competenti) si erano svolti numerosi incontri di coordinamento con le autorità di polizia spagnole, sin dall’estate, anche con trasferte ed attività tecniche e dinamiche direttamente svolte sul territorio spagnolo, di concerto con gli organi di polizia spagnoli. tali attività sono state peraltro agevolate dalle attività di coordinamento di Eurojust e di supporto della Dcsa”
La caccia a Igor il russo
La caccia a Igor il Russo inizia il primo aprile di quest’anno quando fa irruzione in un bar di Budrio, piccolo paese della bassa modenese. Dopo una colluttazione con il titolare dell’esercizio commerciale, Igor uccide a sangue freddo Davide Fabbri. Dopo l’omicidio, il questore e la procura dissero senza esitazione che in breve tempo si sarebbe conclusa la ricerca del killer. Ma si sbagliavano. “È ferito e affamato – dissero – Tempo tre giorni lo acciuffiamo”. E invece, nascondendosi tra le paludi della pianura padana, forse aiutato da una badante, non solo riuscì a sfuggire alla cattura, ma dopo 7 giorni per aprirsi la strada verso la libertà uccise Valerio Verri, guardiacaccia volontario, e ferì un suo collega. Che hanno avuto la sola colpa di averlo incontrato casualmente sulla loro strada.
Tutti i crimini di Igor
Dopo mesi di ricerche nell’area tra Campotto e Marmorta, anche le autorità sono state costrette ad ammettere che il ricercato era riuscito a farla franca (leggi: tutti i segreti di Igor). Ieri si è svolta una delle puntate del processo a Ferrara in cui Igor è imputato in contumacia per tre rapine commesse nell’estate 2015 insieme alla banda composta da Ivan Pajdek e Patrik Ruszo (già condannati dal gup a 15 e 14 anni di condanna). Ed è proprio questo il punto: Igor prima di uccidere Fabbri non era uno sconosiuto. Anzi. Nel 2010 dopo tre anni di galera per furto, venne portato nel Cie di Bari per essere espulso ma alla fine delle procedure burocratiche lo lasciarono andare con la sola promessa di abbandonare il Paese. Cosa che lui, ovviamente, non fece. Continuò invece senza problemi la sua attività di bandito, terrorizzando a lungo la bassa ferrarrese tra il 2015 e il 2017. Non solo. Igor è riuscito pure ad ottenere uno sconto di pena per “buona condotta” che gli ha ridotto la permanenza dietro le sbarre da 5 anni e 8 mesi a poco più di 4.
Le polemiche sulla “scomparsa” di Igor
I cittadini di Budrio e i familiari delle vittime sono ancora oggi sul piede di guerra. E non solo per quello che è successo, ma anche perché lo Stato non è stato in grado, fino ad oggi, di fermare la fuga dell’assassino. I figli di Valerio Verri hanno denunciato l’Arma per non aver evitato che loro padre si trovasse sulla linea di fuoco di Igor. Secondo i Verri, infatti, i carabinieri non avrebbero diramato in tempo l’allarme, nascondendo anche le informazioni alla questura. Da qui lo scontro tra le due istituzioni che avrebbero dovuto collaborare per consegnare alla giustizia Igor il Russo. Anche sulla questura si è abbattuta la polemica per aver cercato di “contattare” il killer e averlo così indotto a dileguarsi. E a trasformarsi in una sorta di fantasma capace di sfuggire anche ai corpi speciali italiani. Anche se, secondo quanto detto oggi dal comandante dell’Arma Tullio Del Sette, “è stato trovato in un’area che noi avevamo indicato come di probabile presenza di Igor”.
IL GIORNALE