Banca Etruria, Maria Elena Boschi vide nel 2014 il vicedirettore della Banca d’Italia, Fabio Panetta
Il ruolo di Visco
Nell’audizione prevista per martedì spetterà dunque al governatore Ignazio Visco dover fornire chiarimenti sulla data e sul motivo della riunione. Ma appare prevedibile che dovrà essere la stessa Boschi a dover spiegare perché si rivolse a Panetta, anche tenendo conto che la questione relativa alle banche non era di sua competenza. E soprattutto che suo padre Pierluigi è tuttora sotto inchiesta per bancarotta e falso in prospetto proprio per il dissesto dell’istituto di credito aretino. Se i chiarimenti non saranno ritenuti sufficienti, Panetta potrebbe essere convocato a San Macuto proprio per fornire la propria versione su quanto accaduto a partire da tre anni fa. Si apre dunque un nuovo capitolo nel durissimo scontro politico tra le opposizioni che accusano Boschi di aver mentito e i renziani determinati invece ad attaccare Bankitalia proprio per non aver «vigilato» correttamente sulla crisi bancaria.
Incontri e richieste
Sono numerosi i punti che si chiederà a Visco di affrontare. Oltre ai rapporti con Maria Elena Boschi, il governatore dovrà parlare del suo incontro del 14 febbraio 2014 con Matteo Renzi, appena incaricato di formare il governo. I comunicati dell’epoca riferiscono che il colloquio chiesto da Renzi prima di formare il governo doveva servire «ad affrontare i temi economici nazionali ed europei». La crisi delle banche in quel momento è già esplosa, dunque sarà Visco a dover chiarire se si parlò dei possibili interventi sul sistema, anche tenendo conto che alcune ispezioni erano già avvenute. L’altro appuntamento cruciale è fissato per mercoledì, quando in Commissione arriverà l’ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni. La storia è ormai nota: il banchiere dovrà riferire se durante il suo incontro con Boschi — rivelato dall’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli nel libro Poteri forti (o quasi) — si parlò di Etruria. Finora Ghizzoni non ha smentito, ma non ha neanche potuto raccontare la propria versione perché vincolato dal patto di riservatezza con Unicredit. Un accordo che viene però superato dall’obbligo di dire la verità alla Commissione d’inchiesta.
La fuga di notizie
Già oggi potrebbero arrivare a Palazzo San Macuto le carte della Procura di Roma sull’indagine che avrebbe consentito ad alcuni imprenditori — tra cui Carlo De Benedetti — di speculare sul decreto del governo del gennaio 2015 che privatizzava le Popolari. Vegas ha spiegato in commissione che le verifiche della Consob si conclusero con l’archiviazione del procedimento, ma ha raccontato che «alcuni giorni prima ci furono colloqui tra De Benedetti e Renzi, ma anche tra De Benedetti e Fabio Panetta di Bankitalia». I magistrati hanno interrogato come testimoni sia De Benedetti sia Renzi, poi hanno chiesto l’archiviazione dell’indagine per insider trading avviata su un mediatore finanziario che potrebbe aver ricevuto informazioni riservate. Ma il mistero su chi abbia provocato la fuga di notizie non è svelato e certamente Visco sarà interrogato su questo. Anche perché gli atti giudiziari contengono anche la versione fornita da De Benedetti e Renzi che hanno sempre negato di aver parlato del provvedimento del governo.
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