Il fattore Boschi sulla campagna elettorale

GIANLUCA LUZI

Si è capito già dalla scorsa estate: sarà la ministra Boschi e Banca Etruria il campo di battaglia di questa campagna elettorale. Il Pd cercherà di uscire dall’angolo parlando agli elettori dei temi come il lavoro, i diritti civili, l’immigrazione. Ma l’opposizione populista, soprattutto i grillini, martelleranno sulla Boschi accusandola di conflitto di interessi. La bomba sganciata dal presidente della Consob Vegas ha prodotto effetti drammatici: Boschi costretta a difendersi ammettendo però di aver parlato di Banca Etruria anche senza aver fatto pressioni su Vegas. Basta il fatto di averne parlato al presidente della Consob, per le opposizioni, tra cui Liberi e Uguali, per chiedere le dimissioni della ministra. Dimissioni escluse dall’interessata e dal resto del governo che si stringe attorno alla ministra delle Riforme.. Ma il fuoco di fila delle opposizioni è incessante e mette a dura prova l’ordinata conclusione della legislatura auspicata da Mattarella e Gentiloni. Dopo Renzi, anche il presidente del Consiglio, da Bruxelles, blinda Boschi e annuncia che la ministra si ricandiderà. E anche il ministro Calenda, per sue stessa ammissione in non idilliaci rapporti con la sua collega di governo, a difenderla attaccando allo stesso tempo il presidente della Consob, accusato di aver sviato l’attenzione dalle sue reponsabilità con l’attacco a Boschi in commissione parlamentare sulle banche.

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