Padoan scarica Boschi: “Non l’autorizzai su Etruria”
Fa arrabbiare tutti, Pier Carlo Padoan. La sua audizione alla commissione d’inchiesta sulle banche riesce a mettere in difficoltà tanto i renziani che Bankitalia.
LEGGI ANCHE – Renzi: ho incontrato Visco è stato lui a parlarmi di Etruria (F. Schianchi)
«Io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un’autorizzazione, la responsabilità (del settore bancario, ndr) è in capo al ministro delle Finanze che d’abitudine ne parla con il presidente del Consiglio», ha detto Padoan rispondendo alle domande dei commissari.
«Ho appreso di questi specifici incontri dalla stampa» rileva Padoan. E sollecitato una seconda volta aggiunge: «Non ho richiesto che persone o membri del governo che avessero contatti con esponenti del mondo bancario venissero a riferire a me».
Fonti del Mef hanno poi precisato che «alla luce delle interpretazioni strumentali elaborate da più parti (…) si ritiene opportuno precisare che la gestione delle crisi bancarie è stata effettuata esclusivamente dal ministero dell’Economia, in stretto coordinamento istituzionale con la presidenza del Consiglio e la Banca d’Italia. Richieste di autorizzazione come quelle ipotizzate nel corso dell’audizione non sono plausibili e come ha risposto il ministro Padoan non sono state formulate».
Una precisazione necessaria, anche perché al termine dell’audizione nella folta pattuglia dei renziani in commissione era palpabile l’irritazione per le parole del ministro.
Da ambienti del Pd si cercava comunque di stemperare le polemiche: «È chiaro che si tratta di incontri informali che non avrebbero richiesto informative al ministero – dice uno dei commissari – ma il tema è se il governo Renzi abbia favorito in qualche modo la famiglia e il padre di Boschi.
Questo è il tema politico e Padoan ha ricordato che il governo ha fatto quello che doveva». Parole commentate duramente dalle opposizioni: Andrea Augello (Idea) parla di «millantato credito» della Boschi mentre Brunetta ricorda: «Tremonti, quando era ministro dell’Economia, mi avrebbe impalato» se mi fossi intromesso nei temi bancari.
Il secondo passaggio «difficile» dell’audizione del ministro è quello relativo al ruolo di Bankitalia nelle crisi bancarie.
Un capitolo che sta a cuore proprio ai renziani e nel quale il ministro pare incespicarsi. Se all’inizio parla infatti di una vigilanza che ha dovuto «affrontare una fase di transizione che ha spostato a livello europeo le competenze» e in un quadro difficile «c’è stata una sostanziale capacità di gestione del sistema» pur in presenza di casi di malagestione del management.
Più avanti però, poco prima della breve pausa per pranzo, a chi gli chiede dove la vigilanza è stata insufficiente cita il caso delle banche venete «dove i fenomeni non sono spiegabili solo con la gravità della crisi e il cambiamento delle regole».
LA STAMPA