Stop al dossier candidature con la scomparsa di Matteoli

Un rapporto di antica data, consolidato nel tempo da una stima sincera e da una fiducia nutrita verso l’uomo ancor prima del politico.

Silvio Berlusconi apprende con sorpresa e costernazione la notizia della morte di Altero Matteoli, «uomo e amico tra i più fidati», considerato figura di grande livello, tanto da avergli affidato la gestione dei tavoli per il programma e per le candidature con gli alleati, nella consapevolezza che «Altero da sempre è imbattibile nelle negoziazioni sui collegi».

«Ho appreso con autentica costernazione e profondo dolore la notizia dell’improvvisa scomparsa di Altero Matteoli» scrive in serata il presidente di Forza Italia. «Con questa tragedia io perdo un amico e un consigliere saggio e sincero, Forza Italia e l’intera vita pubblica del nostro paese perdono un uomo politico autorevole, equilibrato, coerente con la sua storia e con il voto dei suoi elettori, capace di attraversare stagioni politiche diverse con la stessa lungimiranza e lucidità di visione.

Il senatore Matteoli seppe portare nel Popolo della Libertà e poi in Forza Italia il meglio della storia e delle idee della Destra italiana. Era un uomo in grado di coniugare grandi visioni e pragmatismo, ideali e capacità di realizzazione. Anche per questo fu fra i migliori ministri del mio Governo. A lui si devono grandi realizzazioni e grandi progetti per colmare il ritardo del nostro paese nel settore delle infrastrutture. Altero lascia un vuoto difficile da colmare, sul piano personale e politico. Tutta Forza Italia e io personalmente ci stringiamo ai familiari con profondo cordoglio».

La sua improvvisa scomparsa, peraltro, non è priva di implicazioni politiche. Matteoli stava portando avanti alcuni dossier importanti, ad esempio quello della Regione Lazio dove si stavano vagliando diversi profili in attesa di arrivare a una decisione definitiva tra una figura politica e una proveniente dalla società civile (pare sia stato contattato anche un manager importante come Giancarlo Cremonesi, ex ad di Acea ed ex presidente della Camera di Commercio di Roma). A questo punto difficilmente si riunirà il tavolo delle candidature fissato per domani. Questa mattina, invece, verrà presentata la quarta gamba del centrodestra dopo le serrate trattative delle ultime settimane e il placet di Berlusconi. Della partita saranno protagonisti Gaetano Quagliariello (Idea), Maurizio Lupi (capogruppo Ap-Ncd alla Camera), Raffaele Fitto (Direzione Italia), Flavio Tosi (Fare!), Enrico Zanetti (Scelta civica), Saverio Romano (Popolari e autonomisti), Enrico Costa (Liberali). Restano fuori, per scelta, Energie per l’Italia, il cui leader Stefano Parisi, procede per la sua strada autonoma, e anche Rivoluzione cristiana di Gianfranco Rotondi che sarà presente nella lista unitaria di Forza Italia. Perplessità anche nel Pli di Stefano De Luca (domani peraltro il Pli si confronterà con Matteo Salvini sulla flat tax) anche per la presenza di Tosi nella quarta gamba, pochi mesi fa schierato a Verona contro il candidato del centrodestra. L’Udc di Lorenzo Cesa e l’Udeur di Clemente Mastella lavorano, invece, a una realtà che avrà come simbolo lo Scudocrociato. Quindi le formazioni politiche in campo nel centrodestra potrebbero essere sei. E tutte dovranno competere per varcare la soglia del 3%, il lasciapassare per l’ingresso in Parlamento.

Resta ancora da fissare la data del pranzo di Natale tra i leader. Il clima resta se non teso, almeno elettrico alla luce delle frequenti punzecchiature di Matteo Salvini. Il leader leghista, però, ieri ha stemperato parzialmente i toni e si è detto convinto che «Berlusconi, alla fine, penso firmerà questo programma comune, perché è interesse di tutti».

IL GIORNALE

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