Il minestrone di Carmen
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, è entusiasta della Carmen di Bizet in cui è lei a uccidere don José e non viceversa. Chissà come la prenderebbe Bizet. Immaginate un’Iliade in cui Ettore uccide Achille: a Omero un po’ gli girerebbero. Ma il punto è un altro: se l’obiettivo è il politicamente corretto, non si capisce perché Carmen, invece di ribaltare il femminicidio, non si sia rivolta all’avvocato Giulia Bongiorno o almeno alle Iene.
Le cose si fanno come si deve, «Thérèse che sogna» di Balthus è stato giudicato un quadro pedofilo e si sono raccolte le firme per levarlo dal Metropolitan. Matteo Renzi, siccome a Firenze arrivò lo sceicco, coprì lo strumento di piacere del Fauno di Jeff Koons. Sono tempi così per l’arte. Siccome non sappiamo cambiare il presente, cambiamo il passato, soprattutto più glorioso. E non solo. Il Codacons se la prese con Tex Willer perché in una vignetta diceva che il fumo lo rilassa, e così istigava i giovani a comprarsi un pacchetto di sigarette (nella vignetta dopo diceva che prendere a cazzotti la gente lo rilassa ancora di più, ma la cosa passò inosservata).<
Ci sono anche le favole animaliste: in una versione di Cappuccetto Rosso, la bimba riunisce un comitato che sloggia il cacciatore e salva il lupo. La più elettrizzante è la trasposizione vegana del Lupo e i sette capretti dei fratelli Grimm in cui il lupo non si pappa i capretti, che invece gli mostrano le meraviglie dell’orto e lo convertono ai minestroni. Ecco, convertirsi ai minestroni: è successo anche a Nardella.
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