Fontana, l’avvocato che battè Santoro in tribunale
Milano – Da ieri sera con l’unanimità del consiglio nazionale del Carroccio, Attilio Fontana è il candidato della Lega al governo della Lombardia.
Nulla a che vedere con il leghista con l’elmo e le corna, di certo meno noto di Bobo Maroni al grande pubblico che frequenta i palcoscenici dell’avanspettacolo politico e probabilmente anche dell’ex Mediaset Giorgio Gori che dovrà sfidare, Fontana è però un candidato di razza. Bello spessore umano e politico, le spalle diventate grosse nello studio di avvocato e nel duro lavoro del politico in Regione e di sindaco a Varese, dovrà scontare un deficit di popolarità, ma potrà rispondere con una solida reputazione di buon legislatore e amministratore riconosciutagli anche dagli avversari a sinistra.
Al Pirellone ricordano ancora la fitta rete diplomatica intessuta con la Russia (quando quell’asse era molto meno percorso di oggi) per favorire il commercio delle aziende e degli artigiani lombardi e gli incontri con Putin e molti dei suoi uomini più fidati che ora ricoprono posti chiave nel governo di Mosca.
Nato a Varese (che tramontato Maroni torna a essere il centro di gravità della Lombardia) il 28 marzo ’52, una laurea in Giurisprudenza, Fontana dal 1980 è titolare di uno studio professionale di ottimo livello. Tra i suoi successi una sentenza che piace parecchio agli elettori del centrodestra con la condanna del tribunale di Varese a Michele Santoro per «diffamazione a mezzo televisivo» per le falsità attribuite all’associazione vicina alla Lega «Terra Insubre» e al suo fondatore Andrea Mascetti tirati dentro il solito polpettone sulla destra xenofoba. Mille euro di multa a Santoro e 10mila di risarcimento danni morali a ognuna delle tre parti civili (Terra Insubre, Andrea Mascetti e Gilberto Oneto) per il tribuno rosso Santoro, oltre al pagamento delle spese processuali quantificate in 2.500 euro.
Grande appassionato di golf (giocato) e basket (guardato dalla tribuna), ha tre figli ed stato sindaco di Induno Olona dal 1995 al 1999, prima di essere eletto nel 2000 in Regione Lombardia di cui diventa stimatissimo presidente del consiglio fino al 2005. Uno scranno prestigioso e piuttosto comodo che il leghista dal volto umano accetta di lasciar libero per una candidatura a sindaco di Varese che accetta disciplinatamente dopo la decisione maturata in via Bellerio. Elezione al primo turno nel maggio 2006 con il 57,8 per cento dei consensi e riconferma nel maggio 2011 con un altrettanto lusinghiero 53,89. Un periodo felice nel quale viene anche eletto alla presidenza di Anci Lombardia, l’associazione dei Comuni di cui per unanime ammissione terrà la guida con sapienza ed equilibrio. «Fontana – racconta in queste ore un amministratore tutt’altro che leghista – i sindaci della Lombardia li conosce davvero uno a uno. E anche da sinistra potrà guadagnare un bel po’ di voti». Anche perché alle regionali, a differenza delle politiche, sarà possibile esprimere il voto disgiunto e la sua buona reputazione potrebbe consentirgli di intercettare qualche preferenza personale in più rispetto alle liste che lo appoggeranno.
IL GIORNALE