I clienti di Etruria&C possono rivalersi sui nuovi proprietari

La legge che nel 2015 ha portato alla risoluzione delle quattro banche – Etruria, Marche, Carichieti e Cariferrara, non è uno scudo totale per le banche acquirenti, Ubi e Bper, che possono quindi essere chiamate a risarcire i clienti di quegli istituti che lamentano danni derivanti dai servizi di investimento ricevuti ante risoluzione.

È questo il principio emerso da una serie di decisioni dell’Arbitro per le controversie finanziarie della Consob (Acf) pubblicate ieri in merito ai ricorsi presentati da ex clienti di Banca Marche, acquistata da Ubi assieme a Carichieti e Etruria. Secondo il collegio Abf il decreto 180 del 2015 ha azzerato azionisti e obbligazionisti attraverso la risoluzione «ma non si possono ritenere inglobate in essa anche pretese (risarcitorie o altro) relative a rapporti contrattuali tra cliente ed intermediario per la prestazione di servizi d’investimento». Rapporti che, in quanto tali, risultano «unitariamente» trasferiti dalla vecchia (Banca Marche) alla nuova banca (Ubi) «e ciò proprio coerentemente con l’esigenza di preservare la continuità operativa dell’azienda bancaria».

Intanto è positivo il primo bilancio per l’organismo di risoluzione stragiudiziale dei contenziosi tra risparmiatori e intermediari, istituito presso la Commissione oggi presieduta da Mario Nava e operativo dal 9 gennaio 2017. In dodici mesi, si legge in una nota, sono pervenuti all’Acf 1.879 ricorsi. Le richieste di risarcimento sfiorano i 100 milioni, con una media di 55.000 euro circa a ricorso (l’Arbitro è competente per richieste di risarcimento fino a 500.000 euro). In oltre il 63% dei casi la decisione è stata favorevole in tutto o in parte ai ricorrenti, ai quali sono stati riconosciuti risarcimenti per un ammontare complessivo per circa 5,2 milioni, con una media di 28.000 euro a ricorso.

Circa un terzo dei ricorsi pervenuti nel 2017 riguarda risparmiatori che hanno investito in azioni di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, collocate presso i rispettivi sportelli o quelli di banche loro controllate. In quasi tutti i casi finora decisi (oltre 100, per circa 3,5 milioni di risarcimenti riconosciuti) sono state accolte le richieste risarcitorie.

Oltre la metà dei ricorrenti (60% circa) ha optato per farsi assistere dinanzi all’Acf da un procuratore.

IL GIORNALE

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