Bce e Germania spingono euro e listini. Ottavo rialzo di fila per Milano
–di E. Micheli e A.Fontana
La Bce che prepara la fine del quantitative easing e il patto di governo Cdu-Spd in Germania spingono l’euro (massimi da tre anni a 1,2127) e i listini azionari continentali tutti positivi in chiusura. Piazza Affari ha guadagnato lo 0,53% nel Ftse Mib proseguendo la serie positiva del nuovo anno: otto sedute consecutive di rialzo per la Borsa milanese che è salita complessivamente di oltre il 7%. Vivace anche la performance di Parigi (+0,3%), nonostante il -4% di Vivendi che ha abbassato le previsioni sui risultati 2017 a causa dei costi di ristrutturazione di Canal+. In salita dello 0,3% Francoforte. Auto, retailer e comparto Viaggi-Tempo Libero sono stati i settori preferiti a livello europeo. A Milano, brillante Cnh Industrial (+2,5%) che sfrutta ancora la scommessa di Goldman Sachs sul titolo e le previsioni sul settore delle macchine agricole fornite dai vertici di Deere.
In casa Exor-Agnelli, Fiat Chrysler, dopo aver annunciato gli investimenti da un miliardo negli Usa, ha sfiorato i 20 euro per azione (top a 19,93) per poi chiudere a 19,13, comunque in rialzo dello 0,68%. Giù gli assicurativi e Telecom Italia (-0,6%). Bene Ferragamo (+1,6%) tra rimbalzo tecnico e ipotesi di mire da parte di Kering sul gruppo fiorentino. Respira il barile di petrolio (-0,7% a 63,3 dollari il Wti e -0,6% a 68,8 dollari il Brent) nei giorni scorsi ai massimi da fine 2014.
In Usa si è aperta la stagione delle trimestrali con i conti delle big del settore finanziario (come JpMorgan, Wells Fargo e Blackrock) e Wall Street ha registrato nuovi record sia sul fronte del Dow Jones che dell’S&P 500. Il rendimento dei Treasury Usa a due anni è salito per la prima volta sopra il 2% dal 2008.
Fca vicina ai 20 euro
I titoli della casa auto continuano a correre, dopo la volata registrata da inizio anno e puntano verso il livello record di 20 euro per azione. Mentre sale l’attesa per le eventuali novità che potrebbero emergere la prossima settimana dal Salone dell’auto di Detroit, la società guidata da Sergio Marchionne ha colto di sorpresa gli investitori annunciando investimenti Oltreoceano per oltre un miliardo di dollari. Il gruppo, che utilizzerà i benefici che otterrà dalla riforma fiscale varata nei giorni di Natale negli Stati Uniti, si prepara a spostare dal Messico agli Stati Uniti la propria produzione, compiacendo all’amministrazione Trump. Nel dettaglio, nella notte la casa auto guidata da Sergio Marchionne ha annunciato che investirà oltre un miliardo aggiuntivo di dollari in una fabbrica a Warren, in Michigan, creando 2.500 posti di lavoro nuovi. Inoltre, nel secondo trimestre del 2018 pagherà un bonus speciale da 2.000 dollari a circa 60.000 dipendenti americani. Secondo gli esperti l’annuncio della notte verrà apprezzato dal presidente americano, Donald Trump, e probabilmente gli darà man forte proprio nei giorni in cui il governo Usa deve decidere non solo il destino di Nafta ma anche (entro aprile) se ridurre regole stringenti volute da Barack Obama sulle emissioni e sui consumi delle quattro ruote. Comunque per Fca l’obiettivo è quello di abbassare i rischi legati ai cambiamenti potenziali al North American Free Trade Agreement. Nella galassia delle società operative che vedono Exor come socio di riferimento si è messa in evidenza anche Cnh Industrialche continua ad allungare oltre la quota record di 12 euro: la settimana è stata caratterizzata dalla raccomandazione positiva di Goldman Sachs sul gruppo di macchine per l’agricoltura ma anche dalle indicazioni positive per il 2018 fornite dal ceo della concorrente Usa Deere, Sam Allen.
Banche in rialzo, bene Mps dopo collocamento bond
Ancora acquisti sullele azioni delle banche, che potrebbero beneficiare di un contesto più favorevole con tassi previsti in rialzo (anche ieri il Tesoro ha collocato bond a tre e sette anni con rendimenti in risalita). In particolare Unicredit ha guadagnato terreno, dopo il collocamento del bond Senior Non-Preferred a 5 anni per un importo pari a 1,5 miliardi di euro. Il titolo paga una cedola annuale pari a 1% con prezzo di emissione pari a 99,651%. Fuori dal paniere principale Banca Mps ha registrato un rialzo di oltre il 2%, all’indomani del collocamento dell’emissione obbligazionaria subordinata di tipo “Tier 2” a tasso fisso con scadenza a 10 anni (rimborsabile anticipatamente a partire dal quinto anno ad opzione dell’emittente previa approvazione del regolatore), per un ammontare di 750 milioni di euro. L’obbligazione paga una cedola fissa del 5,375% e ha un prezzo di emissione pari a 100%.
Ferragamo recupera, Generali in retromarcia
Gettonate le azioni di Salvatore Ferragamo, mentre tornano a circolare le voci di un eventuale interesse per la casa di moda fiorentina, alle prese con un rilancio del brand più difficile del previsto. La girandola di voci e ipotesi ha iniziato a circolare a seguito del fatto che ieri il gruppo francese Kering, quello che controlla Gucci e Bottega Veneta, ha annunciato lo spin-off della controllata Puma, mentre mercato ha iniziato a ipotizzare che dopo il riassetto l’azienda francese inizierà a corteggiare la casa fiorentina. La famiglia Ferragamo, tuttavia, in più occasioni ha ribadito l’attaccamento alla casa di moda fondata nel 1927 da Salvatore Ferragamo, padre dell’attuale presidente Ferruccio Ferragamo. Per contro sono deboli le azioni di Unipolsai e Generali
Euro ai massimi da fine 2014, petrolio debole
Sul fronte dei cambi, l’euro ha superato la soglia di 1,21 dollari, dopo la notizia dell’accordo tedesco per la formazione del governo. Si tratta di un livello che la moneta unica non vedeva dal 31 dicembre del 2014. La divisa ha reagisto dopo che è stato annunciato che la Cdu di Angela Merkel e i socialdemocratici di Martin Schulz avrebbero trovato un’intesa su un programma per un negoziato formale attraverso cui arrivare alla formazione di un governo. Si rafforza quindi la prospettiva della cessazione di mesi di incertezza politica a Berlino. Questo accordo di massima aprirebbe la strada per una trattativa dettagliata su un programma comune di governo. Il mercato, in aggiunta, continua a mettere in conto un progressivo aumento dei tassi, dopo che ieri, dalla pubblicazione delle minute della Banca centrale europea, è emerso che l’istituto potrebbe cambiare guidances in questi primi mesi del 2018 se l’economia europea continuerà a correre (segui qui i principali cambi). Prende fiato il petrolio dopo i nuovi massimi da tre anni aggiornati ieri (segui qui Brent e Wti). Infine lo spread italiano è in area 145 punti (segui qui lo spread).
Le big Usa del credito fanno i conti con la riforma Trump
JpMorgan ha registrato un calo degli utili del 37% nel IV trimestre 2017 a causa dell’impatto contabilizzato delle nuove norme su fisco e lavoro introdotte dall’amministrazione Trump. L’utile netto si è attestato a 4,23 miliardi di dollari, pari a 1,07 dollari per azione, a causa di un impatto di 2,4 miliardi da riforma fiscale e jobs act. Al netto di questa voce straordinaria l’utile netto si sarebbe attestato a 6,7 miliardi di dollari, 1,76 dollari per azione, con una
flessione dell’1%. Wells Fargo ha stimato invece di ottenere un beneficio dalla nuovo sistema fiscale, quantificato in 3,35 miliardi dollari: l’utile del quarto trimestre è così aumentato del 17% a 6,151 miliardi. L’effetto contrario su Wells Fargo, unica tra le grandi banche a ottenere un impatto positivo, è dovuto al fatto che l’istituto contabilizzava passività per imposte differite (circa 7 miliardi di dollari nel 2016). Il primo asset manager del mondo Blackrock ha registrato un aumento degli utili del quarto trimestre a 2,3 mld di dollari (14,07
per azione), da 851 mln (5,13 per azione) di un anno prima. Al netto dei benefici fiscali legati alla nuova tassazione, l’utile per azione è di 6,24 dollari.
Prezzi al consumo Usa, a dicembre dato «core» batte le attese
Sul fronte macro americano, i prezzi al consumo sono cresciuti a dicembre per il quinto mese di fila e a un passo in linea con le stime. Secondo quanto reso noto dal dipartimento del Lavoro americano, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,1%, appunto come previsto, dopo il rialzo dello 0,4% di novembre. Il dato «core», ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,3%, più dello 0,2% atteso dagli analisti. Su base annuale il dato generale è in aumento del 2,1% rispetto a dicembre 2016, mentre il dato «core» è in aumento dell’1,8% rispetto a un anno prima e sotto il valore considerato ottimale dalla Federal Reserve, pari al 2%. In dicembre i prezzi dell’energia sono scesi dell’1,2% rispetto al mese precedente, mentre quelli di generi alimentari sono saliti dello 0,2. Da segnalare che i salari medi settimanali sono cresciuti dello 0,1%. Le vendite al dettaglio in dicembre, invece, sono salite dello 0,4%. Al netto della voce auto sono aumentate dello 0,4%. Il dato è leggermente inferiore alle attese degli analisti.
Treasury a due anni sopra il 2% per la prima volta dal 2008
All’indomani di un rimbalzo, il primo dopo cinque sedute di fila in calo, i prezzi dei Treasury tornano a perdere terreno. A pesare è la componente core dell’indice dei prezzi al consumo: il suo rialzo dello 0,3% rappresenta la performance migliore dal gennaio 2017. Ciò potrebbe indicare il crearsi di pressioni inflative – assenti nel 2017 – che potrebbero convincere la Federal Reserve ad alzare i tassi, magari oltre le tre volte previste per il 2018. Non è un caso che il rendimento del titolo a due anni – il più sensibile a un cambiamento delle attese sulle mosse della Fed – si sia portato sopra il 2% per la prima volta dal 2008. Un’inflazione in ripresa potrebbe anche pesare sulla domanda di titoli di stato a lunga scadenza perché ne riduce il valore. Il decennale Usa vede rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – salire al 2,579% dal 2,531% di ieri.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)