Borse, Milano maglia rosa con rally Azimut. Euro a un soffio da 1,23

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Il nuovo scatto dell’euro, giunto a un soffio da quota 1,23 dollari, ha messo il freno alle Borse europee con l’eccezione di Milano (quil’andamento degli indici principali). In una giornata priva di indicazioni da Wall Street, chiusa per il Martin Luther King Day, il FTSE MIB di Piazza Affari ha fatto registrare la migliore prestazione del Vecchio Continente, guadagnando lo 0,49% e portando a +7,73% la performance da inizio anno. Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, spicca il rally di Azimut, balzata del 12,76% dopo aver annunciato le stime di utile e dividendo per il 2017 e il progetto di rafforzamento nel capitale del socio di riferimento Timone. Continua a salire Fiat Chrysler Automobiles (+2,14% a 19,54 euro) nel giorno in cui l’a.d. Sergio Marchionne dal Salone di Detroit ha annunciato l’obiettivo di anticipare l’azzeramento del debito al secondo trimestre 2018. Deboli invece Cnh Industrial (-1,14%) e Buzzi Unicem (-1,16%), molto esposte al mercato Usa e quindi penalizzate in modo particolare dalla debolezza del dollaro.

In ogni caso è stata Azimut la protagonista assoluta di Piazza Affari: la società ha fornito indicazioni sull’utile atteso per il 2017 e preannunciato la proposta al cda e ai soci di distribuzione di un dividendo da 2 euro per azione, il doppio di quanto pagato lo scorso anno. Inoltre il patto di sindacato che raccoglie il 15% del capitale ha annunciato la volontà di rafforzare la propria quota acquistando fino a un ulteriore 10 per cento.

Sale Fca: Marchionne a Detroit. Vola Azimut

In allungo verso quota 20 euro Fiat Chrysler. Al di là delle dichiarazioni odierne, ieri Marchionne aveva escluso operazioni di aggregazione, indicato in un miliardo di dollari l’impatto positivo della riforma fiscale Trump per il gruppo italo-americano e previsto un raddoppio degli utili entro il 2022 trainato dall’aumento dei volumi di vendita di Jeep. «Nonostante i target siano interessanti, l’assenza di un possibile mega-deal va letta in maniera negativa» hanno notato gli analisti di Intermonte che hanno rilevato inoltre come l’incremento dei volumi di Jeep non è «un’impresa scontata» alla luce della bassa penetrazione nel mercato cinese.

Petroliferi in evidenza, ma Saras va ko

Tra i protagonisti di giornata Tenaris tra i dati che segnalano un rialzo dell’attività di trivellazione negli Usa nella scorsa settimana e il focus degli operatori sulle possibili misure degli Stati Uniti contro gli importatori di acciaio (e di tubi, il core business del gruppo Tenaris). Nel comparto petrolifero salgono anche Saipem e Eni anche grazie al barile di greggio in rialzo. Dietrofront per Mediaset e per Telecom Italia: nel week end Il Sole 24 Ore ha indicato che il gruppo di Cologno Monzese potrebbe entrare fin da subito nella joint venture tra Tim e Canal+ sui contenuti video.

Fuori dal paniere delle big, scatto di Bca Carige alla vigilia della riunione
del consiglio di amministrazione che avra’ innanzi tutto il tema della governance sotto i riflettori dopo le osservazioni al riguardo arrivate da Bce a dicembre. Pesante Saras colpita, secondo gli operatori, da un peggioramento della raccomandazione da parte degli analisti di Societe Generale.

Per la sterlina nuovi massimi post Brexit sul dollaro, corre anche lo yuan

Sul mercato dei cambi, l’euro continua a tenere nel mirino quota 1,23 dollari (raggiunta l’ultima volta a metà dicembre 2014): la moneta unica è indicata a 1,2272 dopo un top a 1,2297 (1,2195 venerdì in chiusura). Un euro vale anche 135,66 yen (135,43), mentre il rapporto dollaro/yen è a 110,54 (111,06). Forte anche la sterlina, che ha fatto segnare il nuovo massimo post Brexit contro il dollaro sopra quota 1,38: la divisa britannica è indicata a 1,3806 dollari (1,3731) e 0,8887 per un euro (0,8881). In lieve rialzo, infine, il prezzo del petrolio: il future febbraio sul Wti sale dello 0,3% a 64,49 dollari al barile, mentre la consegna marzo sul Brent si attesta a 69,98 dollari (+0,16%).

Anche lo yuan è salito ai massimi da oltre due anni rispetto al dollaro, grazie al periodo di debolezza del biglietto verde e dopo un nuovo aumento del tasso di riferimento di Pechino dello yuan. La banca centrale cinese (Pboc) ha portato a 6.4574 yuan al dollaro, contro 6.4932 di venerdì, il tasso centrale attorno al quale il renminbi può fluttuare. Si tratta del maggior aumento giornaliero da tre mesi. Di conseguenza la valuta è salita sul mercato valutario domestico cinese a
6,4138 yuan al dollaro, il livello più alto da dicembre 2015, con un incremento di circa lo 0,80% rispetto a venerdì. Secondo gli analisti anche l’annuncio di venerdì da parte di Pechino di una nuova impennata del surplus commerciale statunitense con la Cina nel 2017, a livelli record, potrebbe aver contribuito all’attrattività dello yuan.

BTp: seduta priva di spunti, spread con Bund chiude a 141 punti base
Seduta priva di spunti per i BTp scambiati sul secondario telematico. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005274805) e il pari scadenza tedesco termina a 141 punti base dopo aver aperto a 140 punti base (139 il finale di venerdì). Sulla curva dei rendimenti il decennale italiano si conferma al 2%, in linea con il closing di venerdì.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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