Nel M5S la rivolta degli esclusi: “Epurazioni politiche di Di Maio”

ilario lombardo
roma

Già pochi minuti dopo le dieci del mattino, il primo commento al post che avvia le parlamentarie sul blog di Beppe Grillo annuncia la valanga: «Non riesco a votare». Poche ore dopo lo sfogo diventa collettivo e si intuisce che anche questa volta la piattaforma Rousseau potrebbe non aver funzionato. Con un sospetto ulteriore che a poco a poco si insinua fino a diventare certezza. «In quanto candidato mi ritengo danneggiato dal malfunzionamento del sistema di voto. Il mio nome, come quello di altri, non compare nella lista. Gira voce che ci siano errori nel sistema», scrive dalla Sardegna Simone Gianardi. Tanti, tantissimi tra coloro che si erano autocandidati non trovano il proprio nome. Un esercito di sconosciuti ma anche trombati eccellenti, rimasti vittime della nuova regola del M5S che assegna allo staff della Casaleggio Associati e a Luigi Di Maio l’ultima parola sulle candidature.

 Anche qualche eletto uscente cade sotto la scure del capo politico e di Davide Casaleggio, in qualità di coordinatori delle liste. Il senatore sardo Roberto Cotti sulla propria esclusione risponde imbarazzato: «Se parlo sono fuori dal M5S».

È fuori anche Francesco Cariello, deputato pugliese, che però è meno diplomatico: «Escluso per una condanna politica». Spiega: «La responsabile della comunicazione del M5S (Ilaria Loquenzi, ndr) mi ha informato pochi giorni fa che, in base al nuovo regolamento, non sarei “candidabile” per via di una condanna penale, estinta per via dei “doppi benefici di legge”. Ho chiesto un confronto sul merito e non mi è stato concesso». Secondo lo staff avrebbe passato documenti riservati sulla contraffazione dell’olio d’oliva ai giornalisti.

 

A riesumare le cronache parlamentari degli ultimi 5 anni, Cotti risulta essere il parlamentare che più di altri si è battuto contro le basi militari americane in Sardegna, una campagna che potrebbe averlo allontanato dalla nuova dottrina filo-Usa di Di Maio. Non solo, nei mesi della rivolta dei dissidenti, poi espulsi dal M5S, Cotti risultava quotidianamente nell’elenco dei malpancisti. Così anche Cariello. Nell’era Di Maio, l’ordine piovuto dall’alto è: «Niente più piantagrane». E infatti non c’è neanche l’ex assessore al Bilancio Andrea Mazzillo, già silurato dalla sindaca Virginia Raggi: «Stiamo verificando con lo staff di Rousseau dove si è verificato l’intoppo tecnico. Sono fiducioso». Una speranza vana: su di lui peserebbe l’esperienza finita male in Campidoglio. Anche il vignettista di casa, Marione, nome d’arte di Mario Improta, è fuori dalla lista dei candidati romani. «Spero mi dicano il motivo» scrive su Twitter. E il motivo, spiegano dal M5S, sarebbero «alcune vecchie vignette dal sapore un po’ xenofobo».

 

Il M5S aveva fatto sapere che non ci sarebbe stato spazio per chi aveva precedenti penali, chi sostiene strampalate teorie scientifiche o aveva manifestato tesi imbarazzanti, lasciandone traccia sul web. Tra chi sul blog lamenta di non trovare il proprio nome c’è Kilian Pileggi: lo staff ha trovato notizie di stampa su una sua presunta aggressione ai danni del sindaco del comune calabrese di Camini. La confusione è tanta. In poche ore nasce un hashtag #annullatetutto, che cavalca lo sconcerto: «Presenti candidati che non hanno accettato di entrare in lista; assenti attivisti di lungo corso che hanno fornito la documentazione necessaria dopo la conferma dell’accettazione della candidatura; confini circoscrizionali errati. Questa da sette ore la situazione in Puglia. #annullatetutto nel rispetto dei valori democratici di cui ci siamo sempre fatti #portavoce».

 

Candidata a sua insaputa è l’attrice Claudia Federica Petrella. A Rimini, lo scorso settembre, era seduta al tavolo con Grillo. Qualche giorno fa aveva detto di aver ritirato la candidatura e invece: «Mi sono svegliata per votare, non vedevo l’ora di leggere i nomi e accingermi al voto e… sorpresa. Il M5S ha scelto me». Anche Elio Lannutti, ex Idv, è in lista, a Roma. Molti storici militanti, invece, sono rimasti fuori. Daniela Morfino, attivista da 9 anni a Palermo, chiede spiegazioni al capogruppo Giancarlo Cancelleri: «Sono stata esclusa senza motivo. Pesto i piedi a qualcuno? Voglio risposte, migliaia di attivisti mi stanno chiamando perché non trovano il mio nome». Domande che restano senza risposta. Dalla Casaleggio tutto tace.

LA STAMPA

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