I diciottenni rifiutano le urne: a uno su due non interessa la politica

Nicola Piepoli

Quest’anno, per la prima volta, voteranno i ragazzi che sono nati nel nuovo millennio. Cosa voteranno? Come si pongono rispetto alla politica? Ne sono attratti, non lo sono, e perché? Cosa potrebbe portare, coloro che sono poco interessati al mondo della politica, più vicino alla vita civile e politica?

 Procediamo con ordine.

I 18enni risultano essere lievemente meno interessati alla politica rispetto all’opinione pubblica in generale: poco meno della metà dei ragazzi si dichiara interessato alla politica, contro quasi 3 italiani su 5 appartenenti alle altre età.

Attratti dalla politica

Quali sono dunque le motivazioni che avvicinano o allontanano i ragazzi dalla politica?

La motivazione principale che tiene i ragazzi, più che gli italiani nel loro complesso, vicini al mondo politico è la volontà di essere informati sulle questioni della politica. Il dovere civico e la scelta del partito o del candidato da votare sono invece due motivazioni importanti ma che non differenziano i 18enni dal resto della popolazione elettorale.

 

 

Poco attratti

Coloro che si dichiarano poco interessati alla politica, sia a livello del totale del campione, sia tra i giovani, hanno poca fiducia nei partiti e soprattutto nei politici, perché ritengono, in maniera stereotipata, che questi facciano soltanto i loro interessi e non quelli della popolazione nel suo complesso.

 

In particolare va notato che la corruzione del mondo politico è molto più presente nelle menti dei ragazzi che in quelle dell’opinione pubblica in generale.

 

Cosa potrebbe allora, partendo da queste motivazioni, avvicinare i ragazzi alla politica? Innanzitutto l’onestà, oltre ovviamente una maggior attenzione ai problemi dei cittadini. Per i giovani inoltre servono politici più competenti che utilizzino un linguaggio simile a quello dei giovani, cioè più chiaro e diretto.

 

In generale, per 6 italiani su 10, la possibilità di esprimere il proprio voto permette innanzitutto di manifestare la propria fiducia verso un partito o un candidato: la volontà di protestare risulta, in generale, in secondo piano nella vita civile degli italiani. Più della metà dei 18enni e quasi 7 italiani su 10 affermano infatti di non aver partecipato, negli ultimi due anni, a nessuna manifestazione sindacale, politica o di protesta.

 

 

Le intenzioni di voto

In definitiva cosa votano i ragazzi? Ci sono delle differenze rispetto agli italiani nel loro complesso? Ebbene i ragazzi tendono a puntare maggiormente sul centro sinistra, in particolare sul Pd, più del totale dell’opinione pubblica. Così come puntano maggiormente sul Movimento 5 Stelle, mentre il centro destra nel suo complesso non supera il 32%, cioè nettamente più basso rispetto al resto dell’elettorato.

 

 

Personaggi in vista

E i leader politici?

Come ogni settimana abbiamo testato la loro attrattività e qui vediamo se ci sono stati cambiamenti rispetto alla precedente di gennaio. Nell’insieme si tratta di modifiche marginali: il «rimo della classe» è sempre Luigi Di Maio che sale di un punto rispetto alla rilevazione precedente. Il secondo in classifica è Matteo Salvini, inseguito dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Quarto risulta il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, inseguito a sua volta, a qualche punto di distanza, da Giorgia Meloni.

 

Nota metodologica

Il sondaggio è stato eseguito dall’Istituto Piepoli il 15 gennaio 2018 per La Stampa con metodologia mista Cati-Cawi su un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana di maggiorenni segmentato per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza dei centri urbani. Il documento è pubblicato sul sito www.agcom.it e/o www.sondaggipoliticoelettorali.it .

LA STAMPA

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