Camorra, racket e appalti: scacco al clan Moccia. Arrestate 45 persone
Scacco al clan Moccia, organizzazione criminale radicata in diverse zone della provincia di Napoli -da Afragola a Casoria, Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Crispano, Caivano e Acerra – e anche nel Lazio. Il blitz all’alba, su indagini coordinate dalla Dda della Procura di Napoli, con agenti della Dia, oltre che di polizia, carabinieri e guardia di finanza, che ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 45 persone.
I manoscritti in carcere
Le accuse contestate vanno dall’associazione mafiosa, alla detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e riciclaggio di ingenti somme di denaro. Le indagini, che si sono avvalse del contributo di collaboratori di giustizia, si basano anche su intercettazioni di colloqui in carcere che hanno portato al sequestro di manoscritti con cui i detenuti del clan comunicavano con l’esterno. Gli inquirenti hanno ricostruito, oltre al gruppo di vertice, anche quello dei cosiddetti «senatori», indicati come «affidatari delle direttive»
. Le indagini hanno portato alla luce i profondi contrasti esistenti tra alcuni dei cosiddetti senatori, ed hanno evidenziato il ruolo di primo piano assunto da Modestino Pellino, sorvegliato speciale domiciliato a Nettuno e ucciso il 24 luglio 2012, subordinato solo a quello del capo indiscusso dell’associazione Luigi Moccia, già sottoposto a libertà vigilata a Roma, dove aveva da tempo trasferito i propri interessi.
L’organizzazione
Sono state ricostruite – sottolineano gli investigatori – la più recente conformazione del clan Moccia, le responsabilità del suo vertice assoluto, dei dirigenti e dei relativi referenti sul territorio, le modalità di comunicazione tra gli affiliati, anche detenuti, la capillare attività estorsiva, l’imposizione delle forniture per commesse pubbliche e private, la ripartizione tra i componenti del clan , liberi e detenuti, dei profitti illeciti e le infiltrazioni negli apparati investigativi.
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