Dall’e-mail marketing manager all’architetto del cloud: ecco i profili più richiesti nel 2018
di BARBARA ARDU’
ROMA – E’ una delle domande più difficile cui rispondere. Quali saranno i lavori del futuro? E’ vero o no come pensano alcuni che la tecnologia finirà per creare disoccupazione? O al conrario stanno già nascendo nuovi profili professionali, alcuni già visti, altri appena accenati. Una risposta per il presente arriva anche dalle società che si occupano di selezionare il personale per le aziende, che hanno il polso della situazione anche perché sono le stesse imprese a chiedergli ciò di cui hanno bisogno. Così Hunters Group, società di cacciatori di teste, leder nella ricerca di personale specializzato, ha delineato una lista dei professionisti più richiesti nel digitale e non in un futuro remoto, ma nell’anno che stiamo iniziando a vivere. La scelta è caduta su dieci professionalità. Eccole: e-mail marketing manager, chief digital officer, sales lead generation. E poi data protection officer, project manager, program manager, cyber security manager, resposabile di produzione, direttore di stabilimento, program manager. Sono loro che nel prossimo anno avranno le migliori opportunità professionali. “I settori legati al mondo digital e tech – dichiara Matteo Columbo, executive director di Hunters Group – sono ovviamente quelli che offrono maggiori opportunità, per candidati con esperienza e anche per i neo-laureati. In questi ambiti le retribuzioni sono molto interessanti e in costante crescita, un e-mail marketing manager, giusto per citare qualche esempio, può guadagnare fino a 70mila euro lordi all’anno, un chief digital officer, arriva anche a150mila”.
Ma che curricula sono richiesti per questi lavoratori? E le conoscenze del digitale sono fondamentali? Quasi sempre, verrebbe da dire. L’e-mail marketing manager si occupa, attraverso campagne mirate e veicolate attraverso le e-mail, di fidelizzare i clienti attuali di un’azienda o di trovarne altri. La retribuzione annua lorda varia da 45mila a 70mila euro, a seconda degli anni di esperienza e del numero di persone gestite. Il sales lead generation è invece un professionista che vende progetti di e-mail marketing per l’acquisizione di contatti profilati di potenziali clienti e in media guadagna dai 40mila ai 90mila euro, a seconda degli anni esperienza, di mercati, fatturati e clienti gestiti. Si diventa chief digital officer quando si è capaci di coordinare processi e trasformazioni digitali, oltre a promuoverne la cultura in azienda. Chi ha tali caratteristiche e competenze riesce a portarsi a casa dai 90mila ai 150mila euro.
C’è poi il cloud architect che si occupa di ideare e realizzazione architetture in cloud, quelle su cui ormai “girano” virtualmente interi sistemi informativi senza più bisogno di un sistema fisico. Qui a contare è soprattutto l’esperienza che fa variare anche la retribuzione, che va dai 45mila ai 60mila euro. Il cyber security manager è invece colui che si occupa a 360 gradi della gestione dei dati in azienda e dei macchinari e lo fa solitamente in ambito industria 4.0, facendo attenzione a non disperdere i dei clienti. Più si è bravi e più si lavora per grandi aziende, più sale la retribuzione, che mediamente si aggira sui 50mila euro. Il data protection officer è chi osserva, valuta e organizza la gestione del trattamento di dati personali e la loro protezione, nel rispetto delle normative di privacy nazionali e internazionali sempre all’interno di un’impresa. Più che guardiano dei dati è custode della legislazione in materia e riesce a spuntare una retribuzione che va dai 50mila ai 70mila euro. C’è poi il project manager. Un lavoro per chi ama lavorare all’estero perchè nel 90% dei casi è lì che andrà. Dovrà gestire i progetti complessi, in un mercato legato principalmente all’ingegneria e all’impiantistica. Le richieste arrivano principalmente da medie e grandi aziende italiane che si occupano di sviluppare progetti (impianti o macchinari) per clienti internazionali. Ben pagata questa figura professionale riesce a guadagnare dai 60mila ai 120mila euro, un range determinato dall’età e dagli anni di esperienza ricoperti nel ruolo.
Meno innovativo rispetto al passato è il responsabile di produzione che pianifica, controlla e coordina l’attività produttiva in una logica di ottimizzazione delle risorse impegnate, umane, economiche e tecnologiche. E’ la figura di riferimento per l’industrializzazione del prodotto e crea i collegamenti tra i vari reparti con l’obiettivo di aumentare i livelli di produttività. Un punto dolente nelle nostre imprese. Le richieste provengono da tutte le realtà produttive, grandi o piccole che siano. Anche per questo ruolo l’esperienza è un fattore che pesa sulla pusta paga, che oscilla dai 50mila ai 110mila euro.
Le aziende sono a caccia anche di direttori di stabilimento o plant manager, responsabili del presidio degli stabilimenti produttivi di una società con l’incarico di dirigere e coordinare tutte le funzioni aziendali e le relative risorse impegnate nella produzione. Analizza i processi produttivi per arrivare a proposte di miglioramento e assicurare un adeguato livello di efficienza. Reddito tra i 70mila ai 200mila euro, a seconda dell’esperienza maturata e della dimensione aziendale. C’è infine il program manager, responsabile della pianificazione complessiva e del controllo di uno o più progetti. Ha rapporti con tutti gli attori coinvolti nella realizzazione del progetto integrandone le informazioni al fine di pianificare le fasi di realizzazione. Si occupa inoltre della gestione centralizzata della documentazione. I più giovani si portano a casa non più di 50mila europa, i più esperti fino ai 100mila.
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