Il super euro manda in rosso i listini, petrolio vola a massimi dal 2014
di Cheo Condina
Seduta negativa per le Borse europee che, nonostante la nuova apertura record di Wall Street, peggiorano nel pomeriggio e chiudono tutte in rosso causa la volata dell’euro sul dollaro, oltre quota 1,24, favorita dalle parole del Segretario al Tesoro Usa, Mnuchin. Quest’ultimo, infatti, dal forum di Davos, ha definito positiva per l’economia Usa la debolezza del biglietto verde. A Piazza Affari, che chiude in ribasso dello 0,9%, avanzano le banche con Bper (+2%) e Ubi (+1,2%) in prima fila dopo le parole del capo della Vigilanza Bce, Daniele Nouy, su un possibile rinvio dell’addendum sugli Npl. Bene anche Generali, che chiude in rialzo dell’1% sulle indiscrezioni che vogliono i Benetton in movimento per raddoppiare la propria quota nel Leone a ridosso del 2%. Per contro, in coda al listino, cede terreno St (in ribasso del 6,2%) dopo le previsioni negative per il primo trimestre diffuse oggi da Texas Instruments che hanno penalizzato tutto il comparto tecnologico in Europa (-1,4%). A2A (-0,9%) resiste ai ribassi di tutto il comparto delle utility in Europa grazie all’ok per la Multiutility della Lombardia. Sul mercato valutario l’euro si attesta a 1,24 dollari (da 1,229 di ieri) e a 134,91 yen (da 136). Il cross dollaro/yen vale 109 (da 110,92). Il petrolio, infine, accelera ulteriormente al rialzo (+1%) sfondando la soglia dei 65 dollari al barile per la prima volta dal dicembre 2014.
Indicazioni Texas Instruments penalizzano il settore tecnologico
Le quotazioni di St hanno risentito, insieme a tutto il settore tecnologico europeo, delle indicazioni fornite ieri a mercato chiuso da Texas Instruments. Il colosso statunitense, pur annunciando risultati trimestrali in linea con le attese, ha fornito una guidance per i primi tre mesi del 2018 che è risultata inferiore alle attese a causa di un indebolimento della domanda da parte dei produttori telefonici. Nel dettaglio, Texas Instruments prevede per il primo trimestre di quest’anno ricavi compresi tra i 3,49 e i 3,79 miliardi di dollari (il consensus è a 3,6 miliardi) e un utile per azione tra 1,01 e 1,17 dollari (le attese del mercato sono pari a 1,12 dollari). Il minore fatturato, notano gli analisti di Equita sim, «è in particolare legato a minore domanda dal settore delle comunicazioni, mentre l’automotive e l’industriale rimangono solidi». Indicazione, questa, negativa per St, dato che «il fatturato legato alla parte comunicazioni pesa circa il 20%» del totale. A penalizzare il titolo St è poi il giudizio degli analisti di JpMorgan, che hanno abbassato l’obiettivo di prezzo pur mantenendo la raccomandazione “overweight”. A livello europeo le previsioni di Texas Instruments penalizzano anche Infineon a Francoforte, Asml ad Amsterdam e Sage a Londra.
Utilities in fermento dopo annuncio accordo per nuovo polo lombardo
Positiva Acsm-Agam, che sarà il perno della nuova multiutility lombarda: questa mattina è stato annunciato l’accordo tra tutti i Comuni coinvolti che renderà concreto il progetto. Meglio rispetto alle altre utility europee, oggi in difficoltà in Borsa, anche A2a, che sarà il partner industriale e l’azionista di riferimento del nuovo soggetto. Nel dettaglio, ieri a tarda serata i cda di Acsm-Agam, A2A, Aevv, Lario Reti Holding, Acel Service, Aspem Varese e Lario Reti Gas hanno approvato un progetto di partnership industriale e societaria allo studio da tempo. Prende così definitivamente corpo il progetto della Multiutility Lombarda che si svilupperà attorno ad Acsm-Agam (Como e Monza) e vedrà il coinvolgimento di A2A come partner industriale con una quota del 38,9%. I principali soci della nuova Acsm-Agam saranno i Comuni con Lario Reti Holding al 23,05%, Monza al 10,53%, Como al 9,61%, Sondrio al 3,3% e Varese all’1,29%. Tutti questi soggetti e A2A, che consoliderà mol e debito di Acsm, sottoscriveranno un patto parasociale. Il flottante, che comprenderà anche alcuni soci pubblici con quote minori e non facenti parte del patto, sarà pari al 13 per cento.
Nouy: addendum su Npl può slittare ma le banche si preparino
Chiudono in allungo titoli bancari dopo che il capo della Vigilanza Bce, Daniele Nouy, ha aperto esplicitamente alla possibilità di rinviare l’applicazione delle nuove regole di smaltimento degli Npl proposte dall’istituto centrale. «L’addendum è stato sottoposto a pubblica consultazione che si è chiusa a dicembre – ha notato Nouy – Abbiamo esaminato tutti i commenti e le opinioni legali che abbiamo ricevuto e amenderemo di conseguenza l’addendum. Tra le altre cose, potremmo cambiare la data di applicazione e chiariremo il contesto di Pillar 2 in cui si inserisce». Allo stesso tempo, ha aggiunto, «ci stiamo coordinando con la commissione europea sulla sua proposta per un livello minimo di accantonamento prudenziale in base al Pillar 1». In ogni caso, ha sottolineato Nouy, «l’addendum sarà finalizzato nel primo trimestre di quest’anno» e il messaggio principale rivolto alle banche è comunque che «fare troppo poco e tardi non e’ un’opzione percorribile» perché «porterà sicuramente a maggiori problemi nel futuro». «Il mio secondo messaggio alle banche è questo – ha detto ancora Nouy – preparatevi per l’addendum». A Piazza Affari gli investitori hanno accolto positivamente queste indicazioni: gli acquisti premiano Banco Bpm, Bper, Ubi Banca e Unicredit.
Sterlina tocca top contro il dollaro oltre 1,42, euro o a 1,24
La debolezza del dollaro, penalizzato dalle nuove misure protezionistiche varate dall’amministrazione Trump e dai rischi di conseguenti frizioni con la Cina, continua a segnare i mercati valutari. «Quello del dollaro è uno dei mercato più liquidi al mondo. Il livello a cui è nel breve termine non è affatto una preoccupazione» ha detto il ministro del Tesoro Usa, Steven Mnuchin durante una conferenza stampa al World Economic Forum. Un dollaro debole è «positivo» per il commercio, ha aggiunto e «la forza del dollaro nel lungo termine è un segnale della forza dell’economia Usa». Mnunchin non ha
mostrato preoccupazione neppure per le indicazioni secondo cui la Cina potrebbe ridurre il suo portafoglio di titoli del Tesoro Usa. L’euro ha fatto segnare il nuovo massimo da oltre tre anni contro il biglietto verde vicino alla soglia di 1,24. Forte anche la sterlina, che ha registrato il nuovo massimo post Brexit superando la soglia di 1,42 dollari: la divisa britannica si è spinta fino a 1,4209 (1,4004 ieri). Consolida le posizioni lo yen, indicato a 135,3 per euro (136,02 ieri in chiusura) e a 109,26 per un dollaro (110,92).
A Tokyo il Nikkei torna sotto i 24mila punti, pesa lo yen forte
Chiusura in ribasso, intanto per la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei è sceso dello 0,76% tornando sotto quota 24mila punti dopo i record toccati ieri. A pesare sulla performance è stato il rafforzamento dello yen su dollaro ed euro, che ha zavorrato le società esportatrici. L’indice allargato Topix si e’ invece contratto
dello 0,51% a 1.901,23 punti. Ieri l’indice Nikkei era salito per la prima volta da novembre 1991 sopra la soglia dei 24mila punti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)