Il Pil Usa cresce meno delle attese ma il dollaro recupera. Bene le Borse

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Le Borse europee hanno chiuso in rialzo la settimana pur rimanendo sensibili al dibattito sull’euro/dollaro: il ritorno del cambio in area 1,24 (1,2422 in chiusura), con il Segretario al Tesoro Usa che ha rivisto le sue dichiarazioni di qualche giorno fa sugli effetti positivi del dollaro debole, ha dato la spinta agli indici azionari supportati anche da alcune trimestrali, su tutti quella di Lvmh (+5,2%) a Parigi. Nel giorno in cui ha deluso la crescita economica Usa, +2,6% il Pil del IV trimestre a fronte del +3,2% del trimestre precedente, il Cac40 è stato il migliore in Europa chiudendo con un guadagno dello 0,87%. Piazza Affari dal canto suo è tornata a superare quota 23800 punti nel Ftse Mib con un rialzo dello 0,58%. Riflettori puntati al Forum Italia-Francia e alle prospettive di collaborazione nei cantieri navali, nella difesa e nello spazio: Leonardo è salita del 2% aspettando il piano industriale del 30 gennaio, Fincantieri ha guadagnato il 4%. Ancora debole Telecom italia (-0,7%) penalizzata dalle valutazioni degli analisti di Credit Suisse. In rialzo il prezzo del petrolio: +0,8 Wti a 66,04 dollari al barile.

Wall Street sale: +10% Intel dopo i conti trimestrali

Intanto Wall Street si muove al rialzo nonostante la crescita economia sotto le attese: gli indici (segui qui l‘andamento) mostrano un incremento intorno allo 0,3%. Protagonista assoluta Intel che guadagna quasi il 10%. Nei tre mesi chiusi il 30 dicembre scorso, corrispondenti al quarto trimestre fiscale, il produttore di
chip ha subito una perdita di 687 milioni di dollari, o di 15 centesimi per azione, contro utili di 3,6 miliardi, o di 73 centesimi per titolo, dello stesso periodo del 2016; al netto di voci straordinarie, incluso un colpo da 5,4 miliardi di dollari legato alla riforma fiscale, i profitti per azione sono stati di 1,08 centesimi, sopra gli 87 centesimi attesi dal mercato.

Parigi la migliore con Lvmh, a Milano bene Fca

Le Borse europee hanno recuperato terreno con il calmarsi della situazione sul valutario (segui qui l’andamento dei principali indici). Tengono banco inoltre alcune notizie arrivate dalle società a partire dai conti record del colosso del lusso Lvmh che sostengono Parigi, la migliore in Europa, e i titoli del settore (segui qui l’andamento dei settori in Europa). Milano aveva aperto con il segno meno ma ilFTSE MIB ha poi invertito la rotta ed è passato in territorio positivo trainato da Leonardo – Finmeccanica (che aspetta il piano industriale del 30 gennaio e che oggi è stata influenzata dai possibili progetti di collaborazione nello spazio e nella difesa tra Italia e Francia) e Fiat Chrysler Automobiles. All’indomani dei conti che hanno visto un debito dimezzato, il mercato si concentra sull’operazione Marelli che dovrebbe scattare a febbraio. Positivi i commenti degli analisti, con Deutsche Bank che ha alzato il target price a 23 euro. Debole Telecom Italia dopo che il gruppo ieri a Borsa chiusa ha annunciato il ricorso contro il golden power davanti al Presidente della Repubblica. Inoltre, il vicepresidente Giuseppe Recchi lascia le deleghe alla sicurezza: il titolo sconta anche le valutazioni di Credit Suisse prima del piano industriale atteso per il mese di febbraio. Deboli le banche con Bper Banca e Banco Bpm che segnano il passo, unica eccezione positiva Intesa Sanpaolo. Timida Stmicroelectronics nonostante i conti brillanti, gli ultimi firmati dal ceo Bozotti, con le previsioni che mostrano un rallentamento dei ricavi per inizio 2018. Ben intonate le utilities, in rialzo Moncler.

Occhi puntati sull’euro/dollaro, il mercato teme la guerra valutaria

Sembra ridursi la volatilità per il dollaro che, nella giornata di ieri aveva continuato ad indebolirsi, salvo recuperare terreno dopo le dichiarazioni di Trump. Il presidente Usa si è espresso a favore di un dollaro forte, ridando temporaneamente fiato al biglietto verde, anche se questa mattina l’euro sta riguadagnando terreno. Il cambio euro/dollaro ha aggiornato i massimi da oltre tre anni durante la conferenza di Draghi, per poi chiudere in prossimità di 1,24. Stamattina abbiamo visto nuovamente una debolezza del biglietto verde che si è tradotta in un risalita dell’euro/dollaro verso area 1,25 (segui qui l’andamento del dollaro contro le principali valute e qui quello dell’euro), per poi assestarsi a 1,242 anche dopo la diffusione del Pil Usa. In rialzo la sterlina dopo i dati sul Pil britannico è salito dello 0,5% congiunturale e dell’1,5% su anno nel quarto trimestre, una crescita superiore alle attese.

Il petrolio torna a salire

Torna ad apprezzarsi il greggio, mentre l’elemento chiave sembra essere rappresentato dall’andamento del dollaro. Il biglietto verde, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, è infatti tornato a rappresentare il principale driver delle commodity. Ieri il Brent ha registrato un nuovo massimo da oltre tre anni proprio quando il dollaro si è deprezzato nella seduta pomeridiana, per poi ritracciare successivamente al recupero della valuta Usa dopo le dichiarazioni di Trump (segui qui l’andamento di Brent e Wti).

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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