“No agli odiatori del web”. Via alle nuove regole per i candidati sui social

ilario lombardo
roma

fatta fuori la candidata che aveva definito i vaccini «un genocidio», il leader politico del M5S Luigi Di Maio sta pensando di diffondere un vademecum per il bon ton istituzionale sui social network: moderare i toni e usare un linguaggio più consono, innanzitutto. Parolacce, insulti e cattiverie che tanto avevano cementificato lo spirito del popolo di Beppe Grillo e dei Vaffa Day saranno banditi dal Movimento. La decisione è arrivata dopo le esternazioni di Mario Michele Giarrusso, senatore della Repubblica italiana, a cui deve essere sfuggito quanto da settimane va predicando il suo leader. Che nel M5S non ci deve essere spazio per gli “odiatori del web”, per chi sfoggia il peggio del vocabolario italiano sui social network. A preoccupare il capo politico e lo staff che lavora per evitare il più possibile le gaffe dei parlamentari, non sono infatti soltanto i candidati sconosciuti che varcheranno da debuttanti le porte del Parlamento, ma anche chi tra gli uscenti è noto per un’incontenibile esuberanza verbale, come il senatore Giarrusso, appunto, avvocato che ha votato esistenza e carriera politica alla lotta alla mafia. Una guerra che a suo avviso, va combattuta con le armi carcerarie più rigide, senza possibilità di discussione. Anzi, se qualcuno pensa, come ha fatto, di eliminare il 41 bis, secondo Giarrusso, va preso, letteralmente, «a pietrate».

 Nello specifico questo qualcuno è Potere al Popolo, nuova formazione della sinistra a sinistra del Pd e di LeU, nata con un forte radicamento al Sud, dove potrebbe dare fastidio al dominio dei 5 Stelle. Nel suo programma, nato tra le assemblee territoriali, PaP propone «l’abolizione del’ergastolo, l’abolizione del 41bis, amnistia, indulto».<

 

L’esasperazione delle metafore e l’iperbole del contrasto politico sembrano essere le armi predilette di Giarrusso quando deve liquidare gli avversari, interni o esterni che siano. In alcuni casi, le «pietrate» non bastano. E allora si passa alla «fucilazione». È quanto propone il senatore di fronte all’intenzione di alcuni grillini sospesi (con molta probabilità, i deputati palermitani coinvolti nel caso delle firme false) di presentare ricorso per accedere alle candidature online. «Sarei per le fucilazione» sbotta Giarrusso, nella chat interna ai parlamentari, in uno scambio di messaggi con la deputata Patrizia Terzoni pubblicato dal sito siciliano L’urlo.

 

Le segnalazioni sono già arrivate sul tavolo di Di Maio, che oggi presenterà i candidati uninominali, ed è alle prese con l’esclusione coatta di chiunque, entrato nelle liste proporzionali, abbia sconfinato nel vasto territorio delle volgarità o possa con uscite imbarazzanti e parole a caso compromettere la campagna elettorale del M5S.

LA STAMPA

 

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