Feltri: “La verità su tuo figlio, cretino e drogato” Il direttore ci va giù durissimo: ecco chi massacra
di Vittorio Feltri
La ragazzina del liceo Russell di Roma, entrata in coma etilico dopo aver scolato mezza bottiglia di Vodka, non dimostra soltanto che la scuola italiana è lacunosa e pecca di sciatteria. Cosa nota. D’ altronde, un istituto che, invece di preoccuparsi di insegnare seriamente gli idiomi stranieri agli studenti del linguistico, organizza corsi di chitarra e roba simile (inutile o dispersiva) si qualifica da sé.
I giovani che si affacciano alla vita non hanno bisogno di note e di alcol à gogo bensì di nozioni indispensabili a trovare un impiego, anche se non hanno voglia di lavorare.
E questo non lo diciamo noi cronisti: risulta da statistiche drammatiche. Secondo le quali – e la notizia è di oggi – un figlio adulto su tre campa con le mancette di mamma e papà. Uno scandalo. Infatti, se le strutture della pubblica istruzione sono inadeguate e inclini a soccombere alle mode sinistrorse, le famiglie non brillano nell’ impartire agli eredi una buona educazione. Eppure tutti gli individui che mettono al mondo bambini, destinati a crescere, dovrebbero sapere quale sia il loro principale compito: quello di imporre alla prole una formazione idonea.
Non possono pensare di delegare alla scuola la funzione di impartire lezioni convincenti di comportamento.
Recentemente in Sicilia, i genitori di un alunno hanno menato di brutto, rompendogli un paio di costole, il professore che lo aveva sgridato. Ciò prova che la società ha perso completamente la bussola. È ora di finirla di mettere sotto accusa gli altri se i pargoli amatissimi non sanno stare al mondo: abbiamo le nostre responsabilità, prendiamone atto e agiamo di conseguenza senza scaricarle sullo Stato, sulle sue varie istituzioni inefficienti quanto noi. La liceale ubriaca fradicia e ricoverata in ospedale, affinché non morisse sbronza, è il simbolo di uno sfascio attribuibile al costume invalso nel Paese: famiglie sbracate e superficiali, politica sedicente progressista e, in realtà, cieca e ignorante, gente travolta da problemi esistenziali e distratta dalla fatica di vivere. Dobbiamo essere capaci di guardarci allo specchio e capire dove sbagliamo. E i primi errori li facciamo in casa: a tavola non si parla più, si guarda la Tv, ciascuno digita sul cellulare, infine, ingurgitato in fretta l’ ultimo boccone, ci si rinchiude in camera propria e ci si inchioda davanti al computer. Il dialogo da cui un tempo emergevano precetti educativi è stato sostituito dal mutismo, dal disinteresse per le vicende delle persone che dovrebbero esserci care. Nello squallore generale non possono che nascere l’ indifferenza e un desiderio di fuga che si concretizza nel consumo della droga e delle bevande che stordiscono e rendono imbecilli.
In parole povere: se ho un figlio cretino, sono un po’ cretino anche io. Non c’ entrano Gentiloni, la ministra Fedeli (ve la raccomando), il docente di latino o il preside del liceo Russell.