Continua la correzione di Wall Street. Milano maglia nera, crolla Leonardo

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Continua la correzione di Wall Street che, dopo la seduta in rosso di ieri (-0,49% il Dow Jones,) è ancora vittima di realizzi penalizzando così anche i listini europei. Milano è la maglia nera del Vecchio Continente a -1,35% mentre inizia la due giorni della Fed che tuttavia non dovrebbe modificare i tassi d’interesse Usa e sale l’attesa per il discorso di stasera del presidente americano Donald Trump al Congresso. A Piazza Affari il caso del giorno è Leonardo – Finmeccanica che crolla del 12% dopo la presentazione del nuovo piano industriale e la conferma (nella parte bassa della forchetta) dei target 2017 già tagliati con un profit warning lo scorso novembre. Vendite anche su Saipem (-3,6%), in scia al calo del greggio che perde il 2,1% a 64,1 dollari (Wti consegna marzo), e sulle banche con Bper e Banco Bpm rispettivamente in rosso del 3,8% e del 2,7%. Giù anche Cnh (-2,3%) dopo i conti 2017. Tra i pochi titoli in controtendenza, invece, Luxottica (+1,3%) dopo i ricavi preliminari 2017 (arrivati a 9,1 miliardi) e Telecom Italia(+1,1%) con lo scorporo della rete che sembra sempre più di attualità. Fuori dal listino principale continua a cedere terreno Cattolica Ass(-2,2%) dopo il piano strategico presentato ieri. Sul fronte dei cambi, l’euro riconquista la soglia di 1,24 sul biglietto verde: la moneta unica passa di mano a 1,241 dollari (ieri era a 1,2383). Vale inoltre 135 yen, mentre il dollaro-yen si attesta a 108,75.

Leonardo a picco dopo il piano, chiude a – 12%

Leonardo torna a trattare e crolla del 12% dopo la presentazione del piano al 2022 e le nuove stime sulla chiusura del 2017. Sono quattro, secondo i primi commenti degli operatori, i motivi che hanno spinto il titolo al ribasso. Innanzitutto, il fatto che i target sul 2017 sono stati si’ confermati, ma nella
parte bassa delle forchette indicate a novembre (quando c’era gia’ stato un profit warning che aveva fatto crollare il titolo) e cioè ricavi tra 11,5 e 12 miliardi, Ebita tra 1,05 e 1,1 miliardi e free operating cash flow tra 500 e 600 milioni. In secondo luogo, c’e’ una rettifica sull’entita’ degli ordini attesi per il 2017, passati da 12 miliardi a 11,3-11,7 miliardi «a causa delle tempistiche legate alla finalizzazione di un contratto C27J export». Inoltre, c’e’ il nodo del business elicotteri (a cui era stato legato il profit warning lanciato a novembre) e il cui ritorno alla «redditivita’ a doppia cifra» viene stimato nel 2020, un po’ troppo in la’ secondo alcuni broker. Infine ci sono le stime sul 2018, definito come un ‘anno di consolidamento’ ma con ricavi stabili e Ebita leggermente in crescita a 1,075-1,125 miliardi: anche in questo caso gli analisti si aspettavano qualcosina di piu’.

Cnh giù dopo i conti, pesano attese «piatte» sul 2018
Reagisce negativamente Cnh Industrial in Borsa ai conti 2017 e alle previsioni per il 2018. Il titolo, che nella prima parte della seduta, è stato bersagliato dalle vendite subito dopo la diffusione dei numeri di bilancio e naviga in fondo al listino principale e ha chiuso in profondo rosso. Il gruppo ha chiuso il 2017 con un utile netto di 313 milioni di dollari, tornando in nero dopo aver chiuso il 2016 con una perdita di 249 milioni di dollari. La società, tuttavia, ha anche indicato in una nota che per l’anno in corso l’attesa è di ricavi stabili, tra 27 e 28 miliardi di dollari, di un risultato diluito per azione adjusted in crescita tra 0,63 e 0,67 dollari, con indebitamento industriale a fine 2018 stimato tra 0,8 miliardi e 1 miliardo di dollari.

Fca sotto la lente dopo l’accordo con Google
A Piazza Affari occhi puntati su Fiat Chrysler Automobiles, che chiude comunque negativa dopo che la casa auto ha annunciato che fornirà a Google «migliaia» di Chrysler per i taxi autonomi, con consegna prevista già a fine anno.

Nel dettaglio l’obiettivo è quello di «sostenere il lancio del primo servizio di ride-hailing al mondo senza conducente». Va ricordato che già nella seconda metà del 2016 Fca consegnò a Waymo i primi 100 minivan in questione, poi dotati della tecnologia per la guida autonoma incluso un computer creato ad hoc, sensori e sistemi vari tra cui quello telematico. Altri 500 esemplari furono spediti nel 2017. L’ad di Fca, Sergio Marchionne, ha spiegato che «al fine di muoverci rapidamente e con efficienza nella guida autonoma, è essenziale avere come partner leader tecnologici che la pensano allo stesso modo».

Bene Luxottica dopo i conti preliminari

Luxottica Group è premiata all’indomani della pubblicazione dei conti preliminari del 2017, archiviati con vendite per 9,1 miliardi, in crescita del 2,2% a cambi costanti e dello 0,8% a cambi correnti. La società ha indicato di prevedere un utile 2017 in forte crescita. In più Luxottica ha indicato di avere chiuso il 2017 con una generazione di cassa a livelli record e un utile netto adjusted atteso in forte crescita, anche se i dati esatti saranno diffusi il prossimo 26 febbraio. In più il presidente esecutivo, Leonardo Del Vecchio, ha commentato: «Il gruppo guarda con fiducia alla crescita dei prossimi dodici mesi».
Gli analisti di Equita hanno commentato che le vendite sono risultate in linea con le loro attese e hanno confermato un miglioramento del trend, sia nel retail, sia nel wholesale. Per altro, hanno sottolineato gli esperti, è emerso che Ray-Ban prosegue la crescita in ogni segmento e area geografica. Anche Oakley è tornata a crescere negli ultimi mesi del 2017, vantando il miglior dato degli ultimi due anni. Secondo gli analisti della sim, l’utile adjusted dell’azienda di occhialeria nel 2017 ha registrato un incremento del +9%, anche grazie al beneficio del così detto Patent Box, che si dovrebbe aggirare attorno a 100 milioni per il periodo 2015-17, di cui 40-50 milioni relativi al 2017 e inclusi nell`utile adjusted. Nel comunicato di ieri Luxottica ha puntato l’indice sulla generazione di cassa, che l’anno scorso ha raggiunto livelli da record. Alla luce dei numeri annunciati ieri, Equita ha rivisto al rialzo il target di prezzo a 55 euro, confermando la raccomandazione di acquisto (Buy) sulle azioni.

Telecom scatta al rialzo su ipotesi scorporo della rete, banche deboli

Corrono le azioni di Telecom Italia che chiude tra i migliori dell’Ftse Mib mentre tra gli investitori inizia di nuovo a farsi strada l’ipotesi che i vertici della compagnia stiano studiando lo scorporo della rete. Secondo indiscrezioni di stampa ieri l’ad, Amos Genish, ha esposto il progetto all’Autorità delle Comunicazioni. Sono deboli i titoli delle banche, fatta eccezione di Unicredit.

Fuori dal paniere principale, Cattolicafallisce il tentativo di rimbalzo
Fuori dal paniere principale Cattolica AssAssicurazione arretra ancora dopo il piano strategico presentato ieri.

Piano che prevede un utile operativo in aumento di circa il 60% rispetto a quanto fatto nel 2016, nel range di 375-400 milioni, e un dividendo attorno a 50 centesimi per azione, in aumento del 50%.

Pil zona euro migliora a fine 2017, ma rallenta la fiducia di gennaio

Eurostat ha evidenziato che l’economia del Vecchio Continente è migliorata a fine 2017. Nel dettaglio, secondo la stima flash, nel quarto trimestre 2017 il pil nella zona euro è salito dello 0,6%, contro il rialzo dello 0,7% del terzo trimestre. Su base annua il pil è aumentato del 2,7%.

Oggi è inoltre emerso che, come rilevato dalla Commissione europea, la fiducia nell’economia è peggiorata a gennaio. Nel dettaglio l’indice Esi che la misura è calato di 0,6 punti rispetto al picco degli ultimi 17 anni portandosi a quota 114,7 punti nella zona euro. A causa dell’aggiornamento del peso dei vari Stati, ha segnalato la Commissione, i dati di dicembre 2017 sono stati rivisti al ribasso a 115,3 punti per la zona euro. In Italia l’Istat ha valutato che l’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha mostrato un calo a gennaio da 108,7 a 105,6, in larga misura determinato dalla flessione nei servizi, mentre si rileva una sostanziale tenuta per la manifattura.

Bene asta Btp, rendimenti in risalita
E’ andata bene l’asta dei titoli di stato: il Tesoro ha infatti collocato tutti i 7 miliardi di euro del Btp a 5 anni agosto 2022, del Btp a 10 anni febbraio 2028 e del Btp a 50 anni marzo 2067. Il rendimento medio del decennale è salito a 2,06% da 1,86% dell’asta precedente e quello del 5 anni a 0,66% da 0,60%. Il
tasso del Btp a 50 anni è pari a 3,19%. Venduti anche Ccteu con scadenza aprile 2025 al tasso dello 0,42% per l’importo massimo previsto di 2 miliardi.

Intanto lo spread italiano si attesta in area 134 punti (segui qui l’andamento del differenziale tra titoli di stato italiani e tedeschi a dieci anni).

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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