Candelora, perché domani si festeggia. Curiosità e proverbi
Roma, 1 febbraio 2018 – Prima i giorni della merla, (che quest’anno hanno portato caldo anziché freddo), poi la Candelora, per la precisione domani 2 febbraio. Il fatto che ultimamente le previsioni meteo siano sempre più gettonate è confermato dall’attenzione alle vecchie credenze popolari in qualche modo collegate con il maltempo o il beltempo. Non succede solo in Italia: negli Stati Uniti e in Canada, sempre domani, al posto della Candelora (se nevica o se plora / dell’inverno siamo fora) è ormai tradizione interpretare i comportamenti della marmotta Phil, capaci di predire – per chi ci crede – l’andamento dell’inverno.
Tornando alla Calderola nostrana, le credenze popolari hanno ‘eletto’ il 2 febbraio come uno di quei giorni utili a trarre auspici per il futuro, per predire l’esito dei raccolti. Da un punto di vista tecnico-agricolo, è importante che in certe fasi dello sviluppo del grano e della vite le condizioni meteorologiche siano favorevoli. E così, dice un proverbio romagnolo (con versioni simili in umbro, veneto e toscano) “se piove per la Calderola si rinnovano quaranta giorni d’inverno”. In effetti la giornata si trova a metà strada tra il Natale e la metà di marzo, quindi non è impossibile che altri quaranta giorni di cattivo tempo possano trascorrere prima della primavera.
A Trieste, per esempio, si suol dire: “Candelora piova e Bora, del’inverno semo fora; Candelora sol e vento del’inverno semo dentro!”. Stando alle previsioni, domani dovrebbe piovere e quindi si annuncia la fine dell’inverno. Ma poi chissà se ci azzecca o se il proverbio non può tenere conto dei cambianenti climatici in atto.
LA FESTA RELIGIOSA – Ma al di là delle previsioni meteo attraverso le credenze popolari, la Candelora è soprattutto una festa religiosa. Non è vissuta con lo stesso trasporto in ogni regione d’Italia, per la verità, anzi in molti non la conoscono neppure.
Prima di tutto il significato: tecnicamente, per la Chiesa Cattolica il 2 febbraio si celebra la presentazione di Gesù al Tempio. Il nome ‘Candelora’ viene attribuito dalla tradizione popolare perché oggi si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”. Fu per questo, per portare luce alle genti, che il vecchio Simeone – secondo il Vangelo – chiamò Gesù durante l’episodio della presentazione al tempio, prescritta per i primogeniti maschi dalla legge giudaica.
La Candelora è anche chiamata festa della Purificazione di Maria perché cade esattamente 40 giorni dopo il 25 dicembre. Secondo l’usanza ebraica, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio. Per questo motivo doveva andare al Tempio per purificarsi.
NELL’ANTICHITA’ – Gli antichi festeggiavano la Candelora 40 giorni dopo l’Epifania, ovvero il 14 febbraio. Lo testimonia Egeria nel suo Itinerarium Egeriae. Il nome ‘Candelolra’, quasi gergale, risale ovviamente al parlato popolare e si rifà alla somiglianza con il rito del Lucernare, citato sempre da Egeria. “Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima” (Itinerarium 24, 4). Il rito assomigliava ai Lupercali, antichissima festività romana che si celebrava proprio in questo periodo con fiaccolate. L’idea di base era sempre quella della purificazione. Celebrazioni della ‘luce’ esistevano anche in età pre-cristiana: secondo alcuni la ‘Candelora’ sarebbe stata introdotta proprio per sostituire una festività esistente.
IRPINIA – In Campania la Candelora viene celebrata, per motivazioni diverse, con un grande evento da migliaia di persone omosessuali (e non solo). Dai locali viene definita la “Festa dei femminielli”. A Montevergine la “Juta” è ormai una festa tra il sacro e profano: il 2 febbraio si ricorda quel giorno del 1256 quando la Madonna di Montevegine, che tutti chiamano Mamma Schiavona, commossa dal sentimento di due amanti omosessuali incatenati sulla montagna e condannati a morire di freddo e fame, e addirittura sbranati dai lupi, li salvò scaldandoli con la sua luce. La “Juta” si festeggia con balli pagani, abiti appariscenti, nonostante in passato ci siano stati momenti di scontro con l’abate di Montevergine. Anche oggi, come succede da anni ormai, madrina dell’evento sarà Vladimir Luxuria. Presenti anche tante associazioni per i diritti omosessuali.
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