Il Pentagono rilancia il piano sul nucleare: testate a potenza ridotta come “deterrente per Cina e Russia”
Il Pentagono delinea e diffonde la “dottrina Trump” sul nucleare che, prevedendo un’espansione dell’arsenale, mette definitivamente fine all’era Obama con l’impegno dell’ex presidente a contenere il potenziale Usa e il ruolo stesso delle armi nucleari nella politica di Difesa americana. E punta i riflettori su Russia e Cina come possibili antagonisti.
Si tratta del primo aggiornamento che Washington apporta dal 2010 alla sua politica sulle armi nucleari e, nella nota introduttiva del documento, è il segretario alla Difesa James Mattis a sintetizzare bene lo spirito e gli obiettivi dei cambiamenti apportati: rispondono alla necessità di «guardare in faccia la realtà» e «guardare il mondo per come è, e non per come vorremmo che fosse». Il presidente Trump del resto ha promesso a più riprese di rimettere mano all’arsenale nucleare, ammodernarlo e rafforzarlo, perché pur auspicando la denuclearizzazione «quel momento non è ancora arrivato», ha scandito anche nei giorni scorsi durante il suo discorso sullo stato dell’Unione.
Il piano presentato oggi prevede quindi la realizzazione di due nuovi ordigni, testate a basso potenziale per mezzi aerei: devastanti ma non catastrofici come le superbombe, e per questo meno efficaci come deterrente. Bombe per le quali premere il `bottone rosso´ potrebbe essere più semplice da decidere. Anche in presenza di un’offensiva contro gli Usa e i suoi interessi o i suoi alleati che non sia di tipo nucleare. Ecco quindi il riferimento a un possibile massiccio cyber-attacco che faccia andare in tilt la rete elettrica, quella delle telecomunicazioni o la rete internet.
Il piano si sofferma poi anche su piani a più lungo termine che considerano la reintroduzione di un missile cruise da sottomarino noto come SLCM, il cui utilizzo era stato interrotto dall’amministrazione di H.W. Bush e che l’amministrazione Obama aveva poi proprio rimosso dall’arsenale. L’approccio che è stato delineato trae significato da realtà e scenari mutati rispetto a quando il Pentagono aveva aggiornato l’ultima volta le sue linee guida, a partire dalla Russia che è riemersa come possibile antagonista sul nucleare. E guardando alla Cina che nel suo arsenale nucleare ha deciso di investire. Intanto, forse per la prima volta dai tempi della Guerra Fredda, le minacce nordcoreane e gli sviluppi sospetti e paventati del loro programma e delle loro capacità, hanno riacceso nella psiche degli americani il timore per un possibile attacco nucleare che arrivi a colpire il suolo Usa.
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