Amazon: “Su braccialetto speculazioni fuorvianti”. Calenda: “Mai in Italia”
MILANO – Amazon si difende dalle accuse dopo le polemiche delle ultime ore riguardo alla possibilità di usare un braccialetto controllato a distanza per monitorare e guidare i suoi dipendenti: “Le speculazioni riguardo l’utilizzo di questo brevetto sono fuorvianti. Ogni giorno, in aziende in tutto il mondo, i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell’inventario e per spedire gli ordini. Questa idea, se e quando dovesse essere implementata in futuro, verrà fatto nel pieno rispetto delle leggi e delle norme, con il solo obiettivo di migliorare il lavoro di ogni giorno dei nostri dipendenti nei centri di distribuzione”, scrive l’azienda in un nota. “Muovendo le attrezzature verso i polsi dei dipendenti – prosegue la società -, le mani vengono liberate dall’utilizzo degli scanner e gli occhi non devono più guardare lo schermo. Tutte le tecnologie che abbiamo implementato fino a oggi – conclude la nota – hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di lavoro nei nostri centri di distribuzione”.
LE REAZIONI
La precisazione della società di Seattle non può nulla di fronte alle esigenze della campagna elettorale, che trasformano di nuovo la vicende in un botta e risposta politico. “Se in Italia si possono mettere dispositivi sui lavoratori per controllarli è grazie al Job acts”, attacca Luigi Di Maio (M5S). “Io sono contro quel provvedimento che permette a aziende anche partecipate dallo Stato di mettere chip nelle scarpe dei lavoratori o i braccialetti controllare i dipendenti. E’ incredibile che il Pd che ha fatto la legge per mettere addosso i trasponder addosso agli esseri umani che adesso critichi Amazon”. Stessa accusa lanciata da Elisa Simoni (LeU), mentre il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, scrive su Twitter che “considerare l’essere umano come robot o peggio è inaccettabile”. Matteo Salvini (Lega) chiede dal canto suo un incontro all’azienda: “Spero in un chiarimento e una marcia indietro da parte dell’azienda. I braccialetti elettronici si utilizzino per i detenuti non per i lavoratori”.
Alle accuse che rimandano alla riforma del lavoro risponde il Ministero, che bolla come falsi i riferimenti al Jobs Act: “La norma non ha liberalizzato i controlli”, si legge in una nota, “ma ha fatto chiarezza circa il concetto di ‘strumenti di controllo a distanza’ ed i limiti di utilizzabilità dei dati raccolti attraverso questi dispositivi, in linea con le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni.
Inoltre, la disposizione ha previsto che, in ogni caso, questi strumenti possano essere adottati esclusivamente previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro o del Ministero. Di più: la norma in questione rafforza e tutela ancor meglio rispetto al passato la posizione del lavoratore, imponendo che al lavoratore venga data comunque adeguata informazione circa l’esistenza e le modalità d’uso di strumenti di lavoro che possano consentire un controllo a distanza”. Prende posizione lo stesso Antonello Soro, Garante della Privacy, che a Radio Radicale dice che il braccialetto “sarebbe in contrasto con l’ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia ma anche in Europa. In questo caso – aggiunge – sembrerebbe quasi che i giganti che operano nell’economia digitale pensino già di robotizzare l’uomo: è una direzione sbagliata perché non può esserci progresso e innovazione che non abbia come fondamento l’uomo”.
GLI INCONTRI CON CALENDA E POLETTI
Il tema del braccialetto divenda centrale anche all’incontro al Mise, presente il ministro Carlo Calenda, che era già stato messo in agenda da tempo per parlare degli investimenti produttivi della società in Italia. Da poche settimane, Amazon ha annunciato l’apertura di due nuovi poli logistici, in Piemonte e Lombardia. “Ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella – che non è in uso ma è stata brevettata – in Italia non ci sarà mai”, racconta Calenda al termine dell’incontro con il colosso dell’ecommerce. “Gli ho spiegato che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese – prosegue – sono quelli che produce la nostra gioielleria e sono bellissimi”. Quanto alla presenza in Italia, “abbiamo fatto anche un punto sui nuovi investimenti di cui siamo contenti e ho detto che la cura principale che devono avere è quella della qualità del lavoro e del personale”.
In precedenza il vertice dell’azienda aveva incontrato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Un faccia a faccia che era però stato fissato prima dell’emergere di questa vicenda, ai tempi degli scioperi dei lavoratori di Piacenza, in occasione del Black Friday. Il Ministero ha infatti rilasciato una nota nella quale si spiega che si “è svolto in un clima costruttivo” e “ha consentito di comprendere meglio le dinamiche, le relazioni interne all’azienda e le specificità dei modelli organizzativi, rendendo così più chiare le posizioni di tutte le parti coinvolte”. Amazon “ha dichiarato la propria disponibilità a riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali a livello territoriale. Il Governo, anche attraverso il Prefetto di Piacenza, continuerà a lavorare per supportare questo dialogo”. Aggiunta accolta “con favore, se sarà confermata” dalla Filcams Cgil. “Può essere, per l’azienda, un’opportunità per innescare un cambiamento culturale, a partire dall’Italia, per avviare una nuova stagione di relazioni sindacali”. Un passo giudicato “importante” anche da Calenda, che dal canto suo sottolinea l’importanza della “qualità oltre che della quantità del lavoro”.
Amazon è al centro di una cavalcata finanziaria: proprio questa notte ha presentato conti-record, con un utile raddoppiato nell’ultimo trimestre a 1,9 miliardi (anche grazie alla riforma fiscale Usa) e sopra le attese degli analisti.
REP.IT