Valute virtuali, il Mef vuole un registro: pronto il decreto

MILANO – Chiunque voglia offrire servizi nel mondo delle criptovalute in Italia dovrà iscriversi in un apposito registro del Tesoro. E’ quanto predispone un decreto ad hoc preparato dal Tesoro, che ha messo il testo in consultazione. Che al Mef si voglia fare in fretta, anche in vista delel elezioni, è la durata lampo della consultazione: si potranno inviare contributi fino al prossimo 16 febbraio. Resta infatti da capire cosa sarà di questa iniziativa con il voto incombente.

LEGGI. Bitcoin in picchiata fino a 8mila dollari

Il Mef ricorda nel suo documento come sia già previsto nell’aggiornamento della normativa riciclaggio che “i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale debbano assolvere agli obblighi antiriciclaggio per evitare che le transazioni effettuate con le cripto valute possano essere utilizzate per fini illegali”. Nel nuovo decreto si prevede che “chiunque sia interessato a svolgere sul territorio italiano l’attività di prestatore di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, l’obbligo di comunicazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Riprendendo la definizione introdotta dal decreto” sull’antiriciclaggio, il decreto chiarisce che la valuta virtuale seppur “utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi” (…) “non è emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non è necessariamente collegata a una valuta avente corso legale”.

La bozza del decreto dice che anche i negozianti o i professionisti che accettano il pagamento valuta virtuale devono comunicare al Mef la loro operatività. “L’iniziativa mira a realizzare una prima rilevazione sistematica del fenomeno, a partire dalla consistenza numerica degli operatori del settore che, a regime, dovranno ad iscriversi in uno speciale registro tenuto dall’OAM, l’Organismo degli Agenti e dei Mediatori, per poter esercitare la loro attività sul territorio nazionale”. Lo stesso organismo, per altro, dovrà tenere il registro dei comprooro.

“C’è un presupposto comune agli interventi regolatori sulle valute virtuali e sui compro-oro – spiega Roberto Ciciani, direttore della Direzione Generale competente in materia di prevenzione dei reati finanziari in una nota – Entrambi rispondono alla necessità di censire puntualmente e dettagliatamente nuovi fenomeni, capirne le dimensioni, comprenderne anche la diffusione sul territorio. In particolare per quanto concerne le criptovalute, con i relativi rischi di utilizzo per fini illeciti, quali il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, la normativa italiana già prevede che i prestatori di servizi relativi alla valuta virtuale siano annoverati tra i soggetti tenuti all’assolvimento di obblighi di adeguata verifica della clientela e di segnalazione alla UIF (Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia) delle operazioni sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Il censimento e l’avvio del registro consentiranno anche di vigilare meglio sul rispetto delle regole da parte degli operatori e daranno loro certezza sull’esercizio legale della propria attività”.

REP.IT

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.