Quei 105 collegi in bilico che decideranno le elezioni

Guardando questa cartina dell’Italia balzano all’occhio grandi macchie blu, con qualche chiazza rossa e qualche schizzetto giallo.

È la proiezione elaborata dal professor Lorenzo Pregliasco, direttore e cofondatore di YouTrend e della startup di ricerche Quorum, sviluppata insieme a Reti. Ciò significa che il centrodestra, ad oggi, è in vantaggio sulle altre forze politiche.

Ma il centrodestra unito (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) con la quarta gamba, ovvero Noi con l’Italia, si gioca la partita in appena 91 collegi. «Se non consideriamo il Trentino e la Val d’Aosta, sono soltanto 8 su 91 quelli in cui non è davanti il centrodestra – spiega Pregliasco, che insegna Analisi qualitativa della comunicazione all’Università di Bologna e Strategie Elettorali, Campaigning e Consulenza Politica all’Università di Torino -. Ma con un vantaggio tra lo 0% e il 5%, quindi la partita è tutta aperta. Tutto può fare la differenza in situazioni così ravvicinate visto che manca ancora un mese».

Nulla di certo. Tranne una cosetta. In una parola: stallo. «Ma peggio del 2013 – commenta ancora Pregliasco -. Lo spettro dello stallo questa volta è ancora più forte. Nel 2013 ci fu sostanzialmente un pareggio e non c’era una maggioranza chiara al Senato, però, mettendo insieme centrodestra e centrosinistra con Letta, quella maggioranza venne trovata. Oggi non c’è molta panchina, non ci sono soggetti su cui puntare, non ci sono i montiani tanto per intendersi. L’unica cosa è considerare qualche transfugo da Lega o da Leu. Per cui lo scenario spagnolo è tutt’altro che da scartare. Il secondo scenario più probabile, invece, è che la maggioranza ce l’abbia il centrodestra. Come colazione, ad oggi, è la più forte».

Il quadro generale, insomma, è di una difficoltà nel trovare una maggioranza nell’ipotesi larghe intese. Questo per colpa di questa malefica legge elettorale. Nella parte maggioritaria del Rosatellum, infatti, c’è una quota di collegi in bilico sui quali al momento è in vantaggio il centrodestra, che arriva a 290 seggi alla Camera, una trentina di seggi dalla maggioranza assoluta. Il centrosinistra è fermo a quota 150, sommando Renzi, Bonino e Lorenzin. La coalizione in testa vincerebbe il 60% dei collegi uninominali. Ma ad oggi quella maggioranza non c’è, nemmeno se il Pd si alleasse con Forza Italia e con Noi con l’Italia. L’unico scenario dove ci sarebbe questa maggioranza sarebbe con un’armata Brancaleone del tipo Pd, Forza Italia, Noi con l’Italia e Leu. Ovvero fantapolitica.

Un tema interessante è quello dei collegi in bilico. «A noi risultano circa 70 alla Camera – dice il professore – e circa 35 al Senato. In questi collegi le nostre proiezioni non individuano un vincitore per più di 5 punti percentuali, quindi tutto può ancora succedere. Risulta, ad esempio, che Venezia sia uno di questi collegi, ma anche nelle regioni rosse ce ne sono diversi, le Marche sono tutte in bilico, così come nel Sud Italia. In Calabria ci sono 5 collegi in bilico su 8. Nel Sud la partita è molto aperta e soprattutto tra centrodestra e M5s, con il Pd come spettatore. A livello nazionale il M5s è al 27% da circa un anno, con poche oscillazioni. Ma quello che conta nel Rosatellum è come si ridistribuisce sul territorio: i 5 stelle sono competitivi soprattutto al Centro-sud, dalle Marche alla Sicilia con in mezzo l’Abruzzo e buona parte del Lazio. La Sardegna è quasi tutta a 5 stelle in termini di collegi uninominali. Il centrodestra va forte al Nord per effetto della Lega. Se prendiamo il Nord, escludendo l’Emilia-Romagna, avremmo al momento solo 8 collegi che non vanno al centrodestra su tutto il Nord Italia. Insomma, di quasi un centinaio di collegi uninominali alla Camera, al Nord soltanto 8 ci risultano non al centrodestra».

La conferma giunge anche da un’altra simulazione, quella elaborata da Salvatore Vassallo, ordinario di Scienza politica all’Università di Bologna, che pubblica Repubblica. Anche per lui il centrodestra, alla Camera, si gioca il governo in 87 collegi uninominali sui 232 totali, dove la vittoria della coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni è molto probabile. Al centrodestra, che parte da un tesoretto di 259 seggi (115 uninominali), basta conquistare 57 di quei collegi per avere la maggioranza di 316 deputati a Montecitorio.

Al Pd, che conta su 133 seggi sicuri (24 uninominali) non resta che sperare che la battaglia al Sud tra 5Stelle e centrodestra volga a favore dei primi, che partono da 112 possibili deputati (solo 4 nell’uninominale). Un vantaggio del centrodestra netto, sia in termini di voti sia in termini di seggi.

IL GIORNALE

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