Borse, prosegue la correzione. Milano ancora in calo con Leonardo e Fca
–di C. Condina e A.Fontana
Prosegue la correzione dei listini azionari dettata da Wall Street e dalle ipotesi di una Federal Reserve «costretta» a ulteriori strette monetarie per frenare l’accelerazione dei prezzi. Seguendo la settimana nera dei listini Usa (-4% il Dow Jones) e la caduta di Tokyo (-2,5%), le Borse europee hanno inaugurato l’ottava con vendite generalizzate tra i vari settori (industria, tlc, servizi finanziari e costruzioni i più colpiti) e tra i vari mercati: Piazza Affari ha terminato le contrattazioni con un calo dell’1,64% nel FTSE MIB che porta al 4,5% la correzione avvenuta dal picco dell’anno, toccato lo scorso 22 gennaio. Perdite vicino all’1,5% per Madrid e Parigi, inferiore lo storno di Francoforte (-0,8%) che in dieci giorni ha corretto di oltre il 6%. Non è bastato il ridimensionamento delle perdite di Wall Street, dopo il -1% iniziale, e la vivacità dei tecnologici a far recuperare terreno ai listini nel pomeriggio.
Pesanti a Piazza Affari Leonardo – Finmeccanica (-4,5%) e Fiat Chrysler Automobiles (-3,6%) .
Fca giù su ipotesi maxi multa Usa per dieselgate. S&P alza rating a BB+
Entrando nel dettaglio, Fiat Chrysler Automobiles ha chiudo in rosso dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi su un’offerta, da parte del Dipartimento di Giustizia Usa, di una proposta di accordo per la questione dieselgate che impone al gruppo auto di richiamare 104mila veicoli prodotti nel periodo 2014-16 con l’ipotesi di «una sanzione civile molto consistente» (non quantificata). Su questa prospettiva, venerdì scorso, a Wall Street il titolo aveva ceduto oltre il 7%. Equita, che su Fca ha target price a 20,4 euro con rating hold, include al proposito una stima di costi cash non ricorrenti di 0,8 miliardi di euro (pari a 0,5 euro per azione). Il broker ricorda inoltre che resterebbero invece aperti il processo penale e il contenzioso con le autorità antinquinamento californiane, con le quali ci sarebbero trattative ma non si sarebbe ancora arrivati a un accordo. Secondo Akros, invece, Fca potrebbe vendere parte di Magneti Marelli per compensare l’esborso della multa negli Stati Uniti, limitando cosi’ il suo impatto sui target 2018. Al proposito, va ricordato che il Ceo Sergio Marchionne ha sempre sottolineato che le conseguenze della multa saranno gestibili e non avranno conseguenze sul raggiungimento degli obiettivi di fine anno. La stessa Akros osserva che nella valutazione di Fca (rating buy, target price 2,5 euro)
ipotizza un impatto di 2 miliardi di euro «per eventuali multe o conseguenze del problema delle emissioni diesel negli Stati Uniti». Tra multa e accantonamenti, gli esperti di Mediobanca hanno invece calcolato per Fca 2,2 miliardi di
dollari di costi totali, sempre ovviamente per il dossier dieselgate americano.
S&P – intanto – ha alzato il rating di Fiat Chrysler Automobiles e della divisione americana Fca Us a BB+ da BB. L’outlook è rimasto stabile. La promozione, ha spiegato l’agenzia di rating, è dovuta al fatto che il gruppo guidato da Sergio Marchionne «sta facendo buoni progressi» nel ridurre il suo debito, grazie anche a «margini di profitto più forti» e a un flusso di cassa operativo positivo. Tutto ciò «ne migliora i parametri creditizi. Di conseguenza, abbiamo rivisto al rialzo il nostro giudizio sul profilo di rischio finanziario di Fca a intermediate da significativo». S&P si aspetta «ulteriori miglioramenti» su questi fronti nel 2018 e 2019, cosa che potrebbe portare a un’altra promozione. Nel rapporto con cui ha alzato a BB+ da BB il rating su Fiat Chrysler Automobiles, S&P precisa che per il gruppo guidato da Sergio Marchionne un «rischio chiave resta la multa potenziale» legata al caso, esploso nel gennaio 2017, sulle emissioni diesel in Usa. Nello scenario di base utilizzato da S&P, non è inclusa una multa potenziale ma S&P precisa che «Fca ha un certo grado di spazio di manovra» sul fronte del rating per una multa «fino a due miliardi di euro quest’anno».
Creval in evidenza (+5%): conti sopra attese ma nodo è l’aumento
Exploit di Credito Valtellinese che ha guadagnato il 5%: questa mattina la società ha annunciato di aver chiuso lo scorso esercizio con una perdita netta di 331,8 milioni di euro a fronte dei 333,1 milioni di passivo registrati nel 2016. Nel solo quarto trimestre il Creval ha realizzato un utile netto di 70,8 milioni di euro «in linea con gli obiettivi» del piano industriale. I numeri degli ultimi tre mesi dell’anno sono migliori delle previsioni degli analisti: Equita si aspettava un utile di 15 milioni, mentre un’altra sim milanese non andava oltre un risultato in pareggio. Superiore alle attese anche l’andamento dei ricavi: i proventi operativi si sono attestati a 211,8 milioni (contro i 185 milioni previsti dagli analisti), con margine di interesse a 97,4 milioni (96) e commissioni nette a 78,6 milioni. Oneri operativi a 113,2 milioni. Il vero banco di prova per l’istituto resta comunque l’atteso maxi aumento di capitale da 700 milioni (più di 5 volte e mezza l’attuale capitalizzazione di Borsa), per cui si attende il via libera della Consob alla pubblicazione del prospetto. I vertici del Creval avevano espresso l’auspicio di chiudere l’operazione prima delle elezioni politiche del 4 marzo, obiettivo che diventa di giorno in giorno meno probabile.
Powell diventa ufficialmente il nuovo governatore della Fed
Intanto in Usa, Jerome Powell è ufficialmente il nuovo governatore della Federal Reserve. La sedicesima persona ad assumere questo ruolo si è detto «onorato di avere l’opportunità di servire il popolo americano»╗. In una nota, la banca centrale americana ha spiegato che ad avere presieduto il giuramento è stato Randal K. Quarles. Il presidente americano Donald Trump nominò Powell, membro del board della Fed dal 2012, il 2 novembre scorso. Il Senato Usa confermò quella scelta’ il 23 gennaio successivo. Il successore di Janet Yellen (che ha lasciato la guida della Fed sabato scorso) resterà alla guida della Fed per quattro anni. Il suo mandato come membro del board della Fed scadrà invece il 31 gennaio 2028. Lui ha promesso che con i suoi colleghi «resterà vigile e siamo pronti a rispondere ai rischi che si sviluppano». Powell ha sottolineato il suo «impegno a spiegare quello che stiamo facendo e perché».
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)