Borse, dopo il lunedì nero di Wall Street, apre in forte calo Milano Crollano le asiatiche: Tokyo-4,7%
Si estende anche alle borse europee la correzione che ha affossato Wall Street. Milano apre in forte calo: l’indice Ftse Mib cedeva, in apertura, il 3,6% a 22.017 punti, mentre l’Ftse Italia All-Share cede il 3,43% a quota 24.267. Paura sui mercati dopo il tonfo a Wall Street con lo S&P’s 500 che ha perso lunedì oltre il 4%, estendendo le perdite di venerdì e azzerando i guadagni dell’anno. Il Dow Jones è crollato del 4,6%, registrando la peggior caduta «intraday» della storia con una scivolata di quasi 1.600 punti. Immediatamente dopo, un’ondata di vendite si è abbattuta sulle Borse asiatiche, con Tokyo che ha segnato il maggior ribasso giornaliero da giugno 2016: l’indice Nikkei ha perso il 4,73%, assestandosi a quota 21.610,324, cedendo 1.071 punti; l’Hang Seng di Hong Kong il 4,1%; Shanghai cede il 3,35% e Shenzhen perde il 4,44%, bruciando 80,21 punti. L’euro avanza contro il dollaro a quota 1,2384 da 1,2373 mentre il biglietto verde viene scambiato a 109,08 yen da 109,13. Sul fronte del greggio, il Wti scende di 56 centesimi a 63,59 dollari al barile mentre il Brent perde 58 centesimi a 67,04. «I fondamentali dell’economia restano estremamente forti», ha commentato la Casa Bianca mentre sono andati in fumo 114 miliardi di dollari dei primi 500 paperoni del mondo. Il più colpito è stato l’oracolo della finanza Warren Buffet seguito dal patron di Facebook Mark Zuckerberg mentre al terzo posto, per perdite, si è piazzato l’uomo più ricco del mondo, il Ceo di Amazon Jeff Bezos.
Giù Canada, Messico, Brasile
Il crollo di Wall Street, con il Dow Jones che ha bruciato 1.179 punti, ha trascinato in rosso gli altri principali listini dell’America del Nord e del Sud. Toronto (Tsx) ha archiviato la seduta cedendo l’1,74% a 15.334,81 punti mentre la Borsa messicana (Mxse Ipc) ha perso lo 0,39% a 50.395,83 punti. Pesante anche il listino brasiliano (Bovespa) in calo del 2,59% a quota 81.861,09.
Tassi d’interesse
L’inversione di rotta a Wall Street, già dalla scorsa settimana, è stata innescata dalla prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse più veloce del previsto da parte delle principali banche centrali perché l’inflazione mostra segni di ripresa. «Ci stiamo preparando ad un viaggio difficile e per il presidente Trump sarà complicato questa volta dare la colpa a Barack Obama. Ho la forte sensazione che quest’ondata di vendite (a Wall Street) si intensificherà perché gli “orsi” stanno sentendo l’odore del sangue sulla strada», ha commentato a caldo Naeem Aslam di Think Markets. Gli analisti appaiono spaccati. Alcuni ritengono che siano solo prese di beneficio che spianano la strada ad ulteriori guadagni per Wall Street, sostenuti da forti risultati societari e dalla riforma fiscale di Trump. Altri, come Aslam, temono possa essere l’inizio di un ritorno alla fase del mercato «orso», cioè a dire ribassista. E l’arrivo di un nuovo presidente alla guida della Federal Reserve alimenta l’incertezza.
I record
Il crollo di ieri è coinciso con il giuramento di Jerome Powell come nuovo capo della Fed, al posto di Janet Yellen. «Il sistema finanziario è più forte e più resiliente di quanto non fosse prima dell’inizio della crisi finanziaria. Intendiamo mantenerlo tale», ha assicurato Powell nel suo discorso di insediamento. Dall’arrivo di Trump alla Casa Bianca, il mercato azionario Usa ha macinato un record dopo l’altro anticipando tagli alle tasse e deregulation. Dall’elezione del miliardario, Wall Street registra un guadagno del 23,8% e Trump ne ha ripetutamente rivendicato il merito. «Chi di Borsa colpisce di Borsa perisce», ha ammonito un trader, spiegando che per questo motivo i predecessori di Trump si sono sempre ben guardati dall’associare il successo della loro amministrazione ai valori di Borsa, volatili per natura perdite, si è piazzato l’uomo più ricco del mondo, il Ceo di Amazon Jeff Bezos.
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