Wall Street sulle montagne russe, l’Europa in rosso

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Seduta al cardiopalma per le principali Borse europee che chiudono con forti perdite (ma comunque sopra i minimi di giornata) mentre a Wall Street domina la volatilità. Dopo le chiusure choc registrate ieri in America, con il Dow Jones che è crollato di quasi il 5%, e questa mattina da Tokyo (-4,73%), a pesare c’è sempre la prospettiva di un rialzo dei tassi più veloce del previsto da parte della Fed. La Borsa americana, nel giro di pochi minuti, questo pomeriggio è passata da un rosso del 2% a un guadagno dell’1,5% e ora naviga attorno alla parità. A Piazza Affari, che conclude la seduta con un passivo del 2,08%, tengono le banche sostenute dai conti 2017 e dal nuovo piano industriale di Intesa Sanpaolo (+0,6% in chiusura) che promette un payout cash dell’85% per l’esercizio 2018 e di dimezzare i crediti deteriorati al 2021. Positive anche Bper Banca e Banco Bpm, che chiudono rispettivamente a +0,4% e +1% mentre Ynap archivia le negoziazioni a ridosso della parità. Pesanti perdite, invece, per Saipem (-4,2%), Finecobank (-4,4%) ed Exor (-4,2%). Sul resto del listino strappano le Intesa Sanpaolo risparmio (+7,3%) dopo l’annuncio odierno della conversione in ordinarie.

Sul fronte dei cambi l’euro cala nel pomeriggio e si attesta a 1,234 dollari mentre vale 134,85 yen; dollaro/yen a 109,2. Il petrolio è debole: il Wti, contratto con consegna a marzo, cede lo 0,6% portandosi a 63,7 dollari al barile. Lo spread Btp-Bund resta poco sotto 130 punti base.

Gli investitori, comunque, sono prudenti mentre si interrogano se i mercati stiano registrando una brusca correzione, dopo la corsa senza tregua degli ultimi mesi, o se piuttosto stia iniziando una vera e propria fase negativa. Ieri sera, comunque, è sceso in campo anche il numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi, asserendo che «Non vi è alcuna evidenza di bolle sistemiche causate da eccesso di credito».

Intesa parte male ma poi vira al rialzo nel giorno del piano

Il listini milanese è stato sorretto dalle azioni di Intesa Sanpaolo, che dopo aver segnato un calo di oltre il 3% in avvio, hanno virato al rialzo, premiate per il piano al 2021, che prevede una crescita dell’utile fino a 6 miliardi a fine periodo. Gli investitori hanno inoltre apprezzato le indicazioni fornite sulle cedole: nei prossimi anni il pay-out, pur essendo decrescente dall’85% al 70%, sarà comunque generoso. L’istituto guidato da Carlo Messina ha inoltre comunicato di avere chiuso il 2017 con un utile al netto del contributo pubblico per le banche venete di 3,8 miliardi contro 3,1 miliardi dell’anno prima. Non appena il ceo del primo istituto italiano ha aperto i lavori per presentare il piano industriale fino al 2021 alla comunità finanziaria, i titoli hanno allungato il passo, arrivando a guadagnare il 2% e sfidando la giornata di vendite.
Del resto il numero uno di Intesa ha promesso cedole generose. «Nel 2018 pensiamo che la combinazione tra la crescita dei proventi operativi e il calo dei costi può potare a un aumento del margine operativo. Questo dimostra che siamo pronti a pagare dividendi significativi anche sul 2018», ha dichiarato, ricordando che Intesa ha stabilito che sull’esercizio in corso pagherà agli azionisti l’85% degli utili.
Il manager ha inoltre spiegato che Intesa Sanpaolo può contare su un eccesso di capitale rispetto ai requisiti regolamentari di 13 miliardi. Quanto ai crediti deteriorati, Messina ha sottolineato che i nuovi flussi in entrata sono «a livelli pre crisi». Per l’amministratore delegato del gruppo bancario si tratta di «un ottimo segnale anche per l’economia italiana».

Fineco in profondo rosso dopo i conti 2017

A Piazza Affari poco dopo l’apertura una raffica di vendite ha colpito i titoli che negli ultimi mesi hanno corso di più, come ad esempioFinecobank, partita in calo addirittura dell’8%. La società fondata da Alessandro Foti a metà giornata ha anche annunciato i conti del 2017, chiusi con un utile netto adjusted, rettificato per le poste non ricorrenti, per 218,5 milioni di euro, l’8,9% in più rispetto all’anno precedente. I ricavi si sono attestati nell’anno a 586,7 milioni, il 7,9% in più rispetto al 2016, sostenuti dall’area investing (+12,9% anno su anno) con management fees in rialzo del 14,7% grazie al miglioramento dell’asset mix e della produttività della rete e dell’area banking (+11,1%).

Telecom reagisce grazie al sostegno dei conti della controllata brasiliana

Telecom Italia, dopo un avvio i netto ribasso, ha chiu so con perdite inferiori all’indice grazie al sostegno dei numeri pubblicati dalla controllata brasiliana. Tim Participacoes, che detiene Tim Brasil, ha annunciato di avere archiviato il quarto trimestre del 2017 con un utile netto di 604 milioni di reais, circa 185 milioni di dollari, in rialzo del 66% e un un ebitda migliorato del 13% a 1,77 miliardi di reais. Si tratta di livelli notevolmente superiori al consensus di mercato.

Ynap galleggia attorno al prezzo dell’opa

Sopra la parità anche Net-A-Porter Group, ma solamente sul sostegno dell’opa lanciata nelle scorse settimane da Richemont a 38 euro per azione.

Il deficit commerciale Usa sale ai massimi in nove anni

A dicembre il deficit commerciale è salito al livello più alto da ottobre 2008: le importazioni hanno superato l’export sulla scia di un aumento della domanda interna. Nell’ultimo mese del 2017, come ha fatto sapere il dipartimento al Commercio, il dato è cresciuto del 5,3% a 53,1 miliardi di dollari, peggio dei 52 miliardi attesi dagli analisti. Le importazioni sono lievitate del 2,5% a 256,5 miliardi e le esportazioni hanno segnato un +1,8% a 203,4 miliardi. Nell’intero anno il deficit commerciale è balzato del 12,1% rispetto all’anno precedente.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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