Cecconi rinuncia e il M5S trema. Soldi e restituzioni, in arrivo “Le Iene”

jacopo iacoboni
 

La mannaia delle Iene si è abbattuta, ancor prima che andassero in onda. Andrea Cecconi, pezzo grosso tra i parlamentari M5S, ex capogruppo, grande amico di Di Maio, rischia di creare un enorme problema ai vertici del Movimento, a cui Cecconi è legato. Dopo esser sparito per giorni, ieri sera è riapparso sul suo profilo Facebook con un annuncio choc: «Vi comunico che ho già deciso di rinunciare alla mia elezione». Cecconi ammette un ritardo nelle restituzioni di soldi previste dal M5S, «dovuto a motivi di natura personale, che penso che nessuno possa essere in grado di giudicare, e sui quali non mi dilungo», e prova a cavarsela con la “rinuncia” preventiva al seggio. La storia è però più complessa, e promette altri sviluppi.

 Non solo perché è impossibile, per la legge italiana e per i regolamenti delle Camere, rinunciare a una candidatura. Ma perché la ostentata “rinuncia” – usiamo mille virgolette, per questa pratica non ammessa – potrebbe non bastare a chiudere il caso.<

 

Cecconi è un fedelissimo di Di Maio e Davide Casaleggio, candidato capolista nel proporzionale nelle Marche 2, quindi eletto sicuro alla Camera, nonché sfidante nell’uninominale di un peso massimo come il ministro dell’Interno Marco Minniti, questo per dire quanto il Movimento facesse affidamento, nelle Marche, su di lui. Ora scrive: «La mia, seppur piccola, è una mancanza e voglio dare l’esempio a tutti i candidati, non solo del Movimento, ma anche dei partiti». Ma cos’è successo, qual è la vera storia? Il 4 febbraio sera, sul blog delle stelle un post a ciel sereno avvisava: «Andrea Cecconi e Carlo Martelli non erano in regola con le restituzioni. Hanno immediatamente proceduto a effettuare il versamento al Fondo per il Microcredito e sono stati segnalati al collegio dei probiviri che decideranno sul provvedimento disciplinare da avviare nei loro confronti».

 

Ora, anche lui col capo cosparso di cenere, dice di ritirarsi anche Martelli, un uomo fidato per la Casaleggio, fu il primo parlamentare alla camera ardente di Roberto, è uomo che ha tante chiavi della macchina informatica grillina. I due avevano problemi con le restituzioni, come dice il blog? Non sono i peggiori, per quanto riguarda gli importi. Grazie al sito maquantospendi.it possiamo vedere che Martelli è al settantesimo posto (su 122 parlamentari) nelle restituzioni: prima di lui bisognerebbe andare a vedere cosa fanno altri. Cecconi è invece centoquindicesimo, ma comunque sette parlamentari sono messi ancora peggio di lui. I due finiscono nei guai per questo?

 

Il Movimento ha un procedimento aperto su di loro davanti ai probiviri, ma nella scansione di quei giorni qualcosa non quadra. Quando, il 4 febbraio, il blog interviene, indicando che c’è un problema su Cecconi e Martelli, lo fa per mettere le mani avanti: ma a quel punto c’è già stata un’incursione delle Iene sul caso Cecconi. Lo sappiamo da tre fonti qualificate e convergenti. Hanno materiale, da vedere è solo quando e come uscirà su Mediaset. Il caso sta per deflagrare. Ieri sul blog delle stelle è apparso un post firmato direttamente da Di Maio in cui si attaccano preventivamente molti media (significative anche le assenze, i non attaccati), ma soprattutto Mediaset (e Rai): «Mediaset è di proprietà di Berlusconi, il traditore della Patria il cui nome è presente nel simbolo della principale forza politica del centrodestra pur essendo condannato in via definitiva e incandidabile».

 

Nel frattempo nel M5S a Cecconi era stato consigliato, eufemismo, di sparire dalla circolazione. Cecconi però – al di là della “rinuncia” alla candidatura, non è liquidabile, fu a lungo capogruppo del M5S, e conosce informazioni vitali, per esempio le istruzioni che dava (attraverso corrieri Dhl) Casaleggio senior. Nel M5S, adesso, contano i giorni che li separano dal redde rationem con l’ultimo, in ordine di tempo, dei loro fantasmi: Mediaset.

LA STAMPA

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